12 luglio: la notte più bella dell'estate 2021 a Bitonto
Quando i bitontini si ripresero le loro piazze
giovedì 12 agosto 2021
La piazze e le strade deserte, orfane di speranze, erano state gli emblemi più significativi del 2020, simbolo della paura, del nemico che non sapevamo ancora come affrontare. C'era, ma non si vedeva.
Abbiamo imparato a conviverci ed anche il 2021, l'inizio del 2021, è stato denso di inquietudini e dolori, più che di speranze. I luoghi un tempo abituali ritrovi dei bitontini si sono andati pian piano animando, ma c'è una notte in cui se li sono ripresi. È la notte del 12 luglio.
Alle 23.54 dell'11 luglio Gigio Donnarumma parava il rigore a Bukayo Ayoyinka T. M. Saka, inglese di chiare origini nigeriane, e in Italia partiva la festa. Campioni d'Europa dopo 53 anni lunghissimi anni.
Partì una enorme festa, inimmaginabile festa sino a qualche mese prima, festa tricolore tinta d'azzurro che attraversò lo stivale. Era la festa di un popolo che si scopriva orgoglioso di se stesso, per la conquista di obiettivi attraverso la fatica, senza i favori del pronostico. Il calcio e lo sport in genere come metafora di vita, come maestri di vita. Solo un mese fa, oggi sembra tanto tempo fa.
L'onda lunga è arrivata sino ad agosto, quando i nostri ragazzi e le nostre ragazze (chi se ne frega con quali caratteristiche cromosomiche o della pigmentazione della pelle) si sono presi il mondo per dieci volte dall'altra parte del globo terrestre, alle Olimpiadi di Tokyo.
Ma è stato in quella notte che abbiamo ripreso coscienza di quale Paese "potremmo essere" e non siamo, anche solo partendo dalle imprese sportive. Abbiamo riassaporato il senso di unità che per un po' ci aveva pervaso nella prima fase emergenziale, siamo tornati nazione, siamo tornati popolo. Tricolore in mano, maglie azzurre indosso a festeggiare il gruppo guidato da Roberto Mancini. Non ne siamo usciti migliori, lo sappiamo tutti e dobbiamo avere il coraggio di ammetterlo, ma quella notte la ricorderemo sempre come la notte degli italiani in tutto il mondo.
Era il 12 luglio 2021, racconteremo a figli e nipoti, c'era ancora la pandemia, ma i bitontini tornarono a riprendersi le loro strade, le loro piazze, la villa comunale. Ebbri di gioia tornarono a sentirsi vivi per davvero.
Abbiamo imparato a conviverci ed anche il 2021, l'inizio del 2021, è stato denso di inquietudini e dolori, più che di speranze. I luoghi un tempo abituali ritrovi dei bitontini si sono andati pian piano animando, ma c'è una notte in cui se li sono ripresi. È la notte del 12 luglio.
Alle 23.54 dell'11 luglio Gigio Donnarumma parava il rigore a Bukayo Ayoyinka T. M. Saka, inglese di chiare origini nigeriane, e in Italia partiva la festa. Campioni d'Europa dopo 53 anni lunghissimi anni.
Partì una enorme festa, inimmaginabile festa sino a qualche mese prima, festa tricolore tinta d'azzurro che attraversò lo stivale. Era la festa di un popolo che si scopriva orgoglioso di se stesso, per la conquista di obiettivi attraverso la fatica, senza i favori del pronostico. Il calcio e lo sport in genere come metafora di vita, come maestri di vita. Solo un mese fa, oggi sembra tanto tempo fa.
L'onda lunga è arrivata sino ad agosto, quando i nostri ragazzi e le nostre ragazze (chi se ne frega con quali caratteristiche cromosomiche o della pigmentazione della pelle) si sono presi il mondo per dieci volte dall'altra parte del globo terrestre, alle Olimpiadi di Tokyo.
Ma è stato in quella notte che abbiamo ripreso coscienza di quale Paese "potremmo essere" e non siamo, anche solo partendo dalle imprese sportive. Abbiamo riassaporato il senso di unità che per un po' ci aveva pervaso nella prima fase emergenziale, siamo tornati nazione, siamo tornati popolo. Tricolore in mano, maglie azzurre indosso a festeggiare il gruppo guidato da Roberto Mancini. Non ne siamo usciti migliori, lo sappiamo tutti e dobbiamo avere il coraggio di ammetterlo, ma quella notte la ricorderemo sempre come la notte degli italiani in tutto il mondo.
Era il 12 luglio 2021, racconteremo a figli e nipoti, c'era ancora la pandemia, ma i bitontini tornarono a riprendersi le loro strade, le loro piazze, la villa comunale. Ebbri di gioia tornarono a sentirsi vivi per davvero.