Ferita per errore in un agguato a Bitonto: chiesti 8 anni per Domenico Conte
Dal tetto di un'abitazione ordinò di sparare e venne colpita di striscio ad una gamba una 29enne di passaggio
venerdì 8 febbraio 2019
18.43
Nonostante la morte di un'innocente non si erano minimamente affranti e, incuranti della presenza incessante delle Forze dell'Ordine, avevano deciso di tornare a sparare nuovamente all'impazzata in mezzo alla gente, finendo per ferire un'altra passante innocente.
È la condanna a 8 anni di reclusione la pena chiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia per il presunto boss di Bitonto, Domenico Conte, accusato di essere il mandante della sparatoria del 14 marzo 2018, quando uno dei suoi accoliti avrebbe ricevuto ed eseguito l'ordine di fare fuoco da un tetto del centro storico, ferendo una 29enne estetista per caso di passaggio in strada.
Conte rischia anche un'altra condanna a 20 anni di reclusione perché è ritenuto il mandante dell'agguato del 30 dicembre 2017 in cui rimase uccisa, per errore, l'83enne Anna Rosa Tarantino. L'obiettivo, anche questa volta, sarebbe stato un esponente del clan rivale dei Cipriano, in risposta al ferimento di qualche settimana prima di due sodali del gruppo criminale capeggiato da Conte.
Per i reati di lesioni personali, detenzione e porto abusivo illegale di armi, spari in luogo pubblico, con l'aggravante mafiosa, Conte e il pregiudicato, suo gregario, Danilo Gentile, di 23 anni, sono ora a processo con il rito abbreviato dinanzi al gup Marco Galesi, entrambi difesi dall'avvocato Pino Giulitto. Per Gentile, ritenuto l'esecutore materiale del ferimento, il pm della Dda di Bari Ettore Cardinali ha chiesto la condanna a 7 anni di reclusione.
La sentenza, nell'aula bunker di Bitonto, è prevista per il prossimo 9 maggio. Quella per l'omicidio Tarantino e per altri tre agguati di mafia maturati nell'ambito della stessa guerra tra i due clan rivali, è invece fissata il 30 aprile.
È la condanna a 8 anni di reclusione la pena chiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia per il presunto boss di Bitonto, Domenico Conte, accusato di essere il mandante della sparatoria del 14 marzo 2018, quando uno dei suoi accoliti avrebbe ricevuto ed eseguito l'ordine di fare fuoco da un tetto del centro storico, ferendo una 29enne estetista per caso di passaggio in strada.
Conte rischia anche un'altra condanna a 20 anni di reclusione perché è ritenuto il mandante dell'agguato del 30 dicembre 2017 in cui rimase uccisa, per errore, l'83enne Anna Rosa Tarantino. L'obiettivo, anche questa volta, sarebbe stato un esponente del clan rivale dei Cipriano, in risposta al ferimento di qualche settimana prima di due sodali del gruppo criminale capeggiato da Conte.
Per i reati di lesioni personali, detenzione e porto abusivo illegale di armi, spari in luogo pubblico, con l'aggravante mafiosa, Conte e il pregiudicato, suo gregario, Danilo Gentile, di 23 anni, sono ora a processo con il rito abbreviato dinanzi al gup Marco Galesi, entrambi difesi dall'avvocato Pino Giulitto. Per Gentile, ritenuto l'esecutore materiale del ferimento, il pm della Dda di Bari Ettore Cardinali ha chiesto la condanna a 7 anni di reclusione.
La sentenza, nell'aula bunker di Bitonto, è prevista per il prossimo 9 maggio. Quella per l'omicidio Tarantino e per altri tre agguati di mafia maturati nell'ambito della stessa guerra tra i due clan rivali, è invece fissata il 30 aprile.