#6 LivesOnColors: come nasce l’Armocromia

Sesto appuntamento con la rubrica di Lorella Piperis

mercoledì 20 gennaio 2021 08.00
Eccoci giunti al sesto episodio della rubrica #LivesOnColors, che sarà incentrato su una materia ancora poco diffusa, ma che quest'anno ha davvero rappresentato un vero e proprio trend: l'Armocromia, ripercorriamo le tappe salienti di questa materia così ricca e varia, per poi approfondire la prossima settimana le stagioni che la caratterizzano.

Personaggi e studiosi differenti hanno dato un apporto molto importante alla crescita e all'affermazione dell'armocromia. Itten basò le sue teorie su due proprietà del colore: la temperatura – che distingue i colori in caldi e freddi – ed il valore – che invece distingue i colori in chiari/scuri. Suzanne Caygill, stilista e teorica del colore americana, fondò il metodo omonimo sull'analisi del colore. Successivamente negli anni '80 fu Carole Jackson a semplificare il metodo, attraverso la creazione di un libro per aiutare i lettori a trovare i "trenta colori speciali", e che successivamente commercializzò una serie di campioni di tessuto - che oggi chiamiamo drappi – suddividendo i colori adatti ad ogni stagione. Ogni persona, ricordiamo, appartiene ad una stagione differente e secondo l'armocromia dovrebbe usare quei colori per essere sempre al top. Jackson introdusse il concetto di test stagionale composto in vari step, e citò per la prima volta il Blu navy come colore power per le estati e si soffermò sullo skin tone, ovvero il colore della pelle. Non fu rivoluzionario ma migliorò il sistema delle quattro stagioni che vige ancora oggi come metodo principale per la consulenza. In seguito questo metodo venne ripreso da Mary Spillane e Christine Sherlock negli anni '90 ottenendo in definitiva 12 sottogruppi di colori.
Analizziamo meglio il metodo di Carole Jackson che è composto da 3 fasi: Il test era molto spoglio i colori erano limitati alla cultura del periodo e la classificazione delle caratteristiche fisiche di un soggetto erano estremamente limitate: spesso un individuo non riusciva a classificarsi in nessun gruppo. Successivamente con l'introduzione dell'albero di Munsell, il sistema dei colori usato come standard internazionale, si ebbe la possibilità di definire i colori in base a tre coordinate dimensionali: tonalità, luminosità e saturazione.

L'importanza di riconoscere queste caratteristiche è essenziale per poter giungere al concetto di armoniosità. L'occhio umano di per se è attratto da un bel quadro, da un bel vestito, da un bel make-up, da una bella macchina, da una bella casa. Anche se il concetto di bellezza è molto soggettivo, allo nello stesso tempo è possibile dire che ognuno di noi trova bella una qualsiasi cosa che risulti armoniosa. Da qui, è essenziale comprendere come esternare la propria bellezza interiore, senza necessariamente stravolgere il proprio viso o il proprio corpo. Questo è possibile tramite una consulenza armocromatica: la bellezza è data dalla naturalezza del vostro essere. Infondo basta utilizzare i colori a nostro favore e qualche trucchetto per risultare più armonici e più belli. La prossima settimana vedremo come.