«A Bitonto potature dannose e piantumazioni insensate»
L'agronomo Claudio Gravinese critico sulla manutenzione del verde urbano in città
giovedì 31 dicembre 2020
10.35
Capitozzature illogiche, potature dannose, piantumazioni insensate. Sono solo alcune delle critiche mosse dall'agronomo forestale Claudio Gravinese che, dalle pagine del foglio illustrativo "Il Brigante" - redatto dal Circolo Politico Culturale "Avanti, Ghino di Tacco" di Bitonto, ispirato dall'azione politica di Bettino Craxi e legato alla locale sezione del Partito Socialista – dopo una articolata disamina sulla gestione delle essenze arboree in ambito urbano, ha spiegato il suo punto di vista sulla manutenzione del verde pubblico in città. A partire dalla piantumazione delle palme di qualche mese fa in alcuni spazi pubblici, dopo la donazione da parte di un vicino vivaio. Secondo Gravinese, membro attivo della locale sezione del PSI, prima di piantare qualsiasi albero è necessario fare alcune analisi, invece di scegliere «in base al costo ed alla disponibilità dei vivai. La scelta risulta completa solo considerando l'intera branca della fisiologia vegetale, nella quale rientrano l'adattabilità all'ambiente, il portamento, l'esigenza trofica e la patologia (vulnerabilità ad agenti biotici ed abiotici). Es. il punteruolo è un coleottero alieno (alloctono) che da anni devasta le palme presenti nelle nostre città; la scelta di piantare palme laddove è stata accertata la presenza del coleottero è da ritenersi insensata».
L'agronomo ha espresso perplessità anche sui tempi delle piantumazioni: «La maggior parte delle piante, in autunno entra in riposo vegetativo o riduce al minimo la sua attività fotosintetica, mentre in estate è soggetta a stress idrici (a causa della quasi assenza di precipitazioni) e stress termici (a causa di alte temperature che perdurano per varie settimane). Esempio: mettere a dimora palme nella metà giugno non è stata una scelta ponderata ed analizzata da esperti, in quanto le piante sono state sottoposte ad espianto e taglio delle radici all'inizio della stagione estiva».
Sconsigliando la piantumazione di pini in ambito urbano, portati a raccogliere acqua in superficie dalle radici che poi sollevano le pavimentazioni e a "oscurare" gli edifici alla ricerca di luce, Gravinese punta il dito contro la manutenzione fatta in città sul verde urbano.
«Il sistema delle gare d'appalto al ribasso – scrive l'agronomo - favoriscono spesso aziende che non hanno poi in organico personale qualificato alle potature di tutti i tipi di piante, spesso rappresentato da agricoltori che hanno sempre e solo potato specie arboree agricole (ulivi, mandorli, ecc.) e assunti per potare specie arboree forestali (lecci, platani, ecc.) con tecniche inefficaci e dannose. Numerosi sono gli esempi riscontrabili a riguardo nella nostra città: i lecci in villa comunale, in Piazza Roma a Mariotto, Piazza Milite ignoto a Palombaio e nella zona denominata la ''Contess'', i platani in piazza Marconi, i tigli in viale Giovanni XXIII e le robinee in via della Repubblica. Lampante esempio è rappresentato dai lecci presenti in viale Vittorio Veneto a Palo del Colle: questi alberi sono stati sottoposti a capitozzatura (letteralmente "taglio della testa") ed a intense potature, le quali hanno danneggiato la fisiologia degli alberi; il risultato? In seguito la metà degli alberi è stata rimossa e tagliata al colletto. Ad oggi viale Vittorio Veneto, si presenta con un panorama in cui la natura appare 'morta'».
Sconsigliando la collaborazione "pubblico-privato" in cui il privato cerca, senza le necessarie competenze, di collaborare alla cura del verde, Gravinese spiega che questo argomento «dovrebbe rivestire un ruolo molto importante all'interno delle città, frutto di studi e decisioni mirate per il continuo mantenimento del verde, e soprattutto nella giusta equiparazione verde-cemento, non più misurata in metri quadrati bensì in metri cubi. Il verde urbano è legato ad ambiente e salute umana: l'effetto ecologico apportato dal verde nelle nostre città comprende numerose sfaccettature come l'assimilazione e la riduzione di gas serra, la captazione di acque meteoriche durante eventi meteorici molto intensi e la riduzione della temperatura nelle nostre strade dovuta all'ombreggiamento delle chiome; riveste altresì un ruolo fondamentale per la salute umana: il miglioramento della qualità dell'aria è correlato al miglioramento della salute dei cittadini».
L'agronomo ha espresso perplessità anche sui tempi delle piantumazioni: «La maggior parte delle piante, in autunno entra in riposo vegetativo o riduce al minimo la sua attività fotosintetica, mentre in estate è soggetta a stress idrici (a causa della quasi assenza di precipitazioni) e stress termici (a causa di alte temperature che perdurano per varie settimane). Esempio: mettere a dimora palme nella metà giugno non è stata una scelta ponderata ed analizzata da esperti, in quanto le piante sono state sottoposte ad espianto e taglio delle radici all'inizio della stagione estiva».
Sconsigliando la piantumazione di pini in ambito urbano, portati a raccogliere acqua in superficie dalle radici che poi sollevano le pavimentazioni e a "oscurare" gli edifici alla ricerca di luce, Gravinese punta il dito contro la manutenzione fatta in città sul verde urbano.
«Il sistema delle gare d'appalto al ribasso – scrive l'agronomo - favoriscono spesso aziende che non hanno poi in organico personale qualificato alle potature di tutti i tipi di piante, spesso rappresentato da agricoltori che hanno sempre e solo potato specie arboree agricole (ulivi, mandorli, ecc.) e assunti per potare specie arboree forestali (lecci, platani, ecc.) con tecniche inefficaci e dannose. Numerosi sono gli esempi riscontrabili a riguardo nella nostra città: i lecci in villa comunale, in Piazza Roma a Mariotto, Piazza Milite ignoto a Palombaio e nella zona denominata la ''Contess'', i platani in piazza Marconi, i tigli in viale Giovanni XXIII e le robinee in via della Repubblica. Lampante esempio è rappresentato dai lecci presenti in viale Vittorio Veneto a Palo del Colle: questi alberi sono stati sottoposti a capitozzatura (letteralmente "taglio della testa") ed a intense potature, le quali hanno danneggiato la fisiologia degli alberi; il risultato? In seguito la metà degli alberi è stata rimossa e tagliata al colletto. Ad oggi viale Vittorio Veneto, si presenta con un panorama in cui la natura appare 'morta'».
Sconsigliando la collaborazione "pubblico-privato" in cui il privato cerca, senza le necessarie competenze, di collaborare alla cura del verde, Gravinese spiega che questo argomento «dovrebbe rivestire un ruolo molto importante all'interno delle città, frutto di studi e decisioni mirate per il continuo mantenimento del verde, e soprattutto nella giusta equiparazione verde-cemento, non più misurata in metri quadrati bensì in metri cubi. Il verde urbano è legato ad ambiente e salute umana: l'effetto ecologico apportato dal verde nelle nostre città comprende numerose sfaccettature come l'assimilazione e la riduzione di gas serra, la captazione di acque meteoriche durante eventi meteorici molto intensi e la riduzione della temperatura nelle nostre strade dovuta all'ombreggiamento delle chiome; riveste altresì un ruolo fondamentale per la salute umana: il miglioramento della qualità dell'aria è correlato al miglioramento della salute dei cittadini».