Abbaticchio: «Il Natale di Bitonto ripartirà da Anna Rosa Tarantino e Porta Robustina»
Un allestimento “particolare” «perchè le iniziative natalizie sono importanti, ma lo sono anche per i più deboli»
giovedì 12 dicembre 2019
11.26
Un programma di eventi e iniziative natalizie per sostenere il commercio cittadino, ma che parta dalle persone più deboli e svantaggiate. Con questo obiettivo dichiarato il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, ha presentato in una lunga "lettera aperta" gli intrattenimenti in programma per Natale in città.
«Manca davvero poco – ha annunciato il primo cittadino - domenica prossima, ore 18, sarà inaugurato il villaggio di Babbo natale a Bitonto, in Piazza Padre Pio. Grazie a Confcommercio ed Assoesercenti (che ha curato il villaggio stesso), via Repubblica e via Verdi saranno interessate da tante iniziative ludiche per i piu' piccoli. Genitori compresi, ovviamente. I meravigliosi presepi viventi di Palombaio e Mariotto completeranno certamente un'offerta di insieme (e i residenti delle frazioni, da quest'anno, usufruiranno per le feste di corse supplementari serali verso Bitonto). Potrei fermarmi qui. ma consentitemi una riflessione. Queste iniziative sono necessarie per il commercio e per i cittadini ed il Comune sarà sempre pronto a cofinanziare il tutto, come in questo caso. Ma come parte pubblica dobbiamo occuparci anche del Natale dei più deboli, dei più fragili, di chi si sente abbandonato a casa propria».
«Non parliamo certo di chi pretenderebbe una festa sotto casa sua – ha chiarito Abbaticchio - (in tutti i Comuni del Mondo viene scelta una sola location per le grandi iniziative di Natale), ma di chi sta perdendo il senso della solidarietà e della Comunità. Ecco perchè vediamo lo scambio dei doni in Piazza Cattedrale promosso dalla Pro Loco con piccoli riti tradizionali. E per lo stesso motivo vedremo, in via Robustina, il messaggio più chiaro che quel quartiere merita. In nome di Anna Rosa Tarantino, barbaramente uccisa il 30 dicembre di due anni fa: da quella data, come bitontino, il capodanno per me non sarà più una festa. E mi costa moltissimo dirlo».
L'obiettivo è allora trasformare quella piazza - teatro di una delle più grandi tragedie mai registrate in città e costantemente nelle mani delle vedette della malavita locale impegnate ad avvisare i complici spacciatori quando arrivano "gli sbirri" - in un luogo pieno di luce e consapevolezza, per farne un avamposto della lotta alla mafia. Partendo, com'è accaduto per gran parte del centro storico, dalla riappropriazione degli spazi comuni.
«Manca davvero poco – ha annunciato il primo cittadino - domenica prossima, ore 18, sarà inaugurato il villaggio di Babbo natale a Bitonto, in Piazza Padre Pio. Grazie a Confcommercio ed Assoesercenti (che ha curato il villaggio stesso), via Repubblica e via Verdi saranno interessate da tante iniziative ludiche per i piu' piccoli. Genitori compresi, ovviamente. I meravigliosi presepi viventi di Palombaio e Mariotto completeranno certamente un'offerta di insieme (e i residenti delle frazioni, da quest'anno, usufruiranno per le feste di corse supplementari serali verso Bitonto). Potrei fermarmi qui. ma consentitemi una riflessione. Queste iniziative sono necessarie per il commercio e per i cittadini ed il Comune sarà sempre pronto a cofinanziare il tutto, come in questo caso. Ma come parte pubblica dobbiamo occuparci anche del Natale dei più deboli, dei più fragili, di chi si sente abbandonato a casa propria».
«Non parliamo certo di chi pretenderebbe una festa sotto casa sua – ha chiarito Abbaticchio - (in tutti i Comuni del Mondo viene scelta una sola location per le grandi iniziative di Natale), ma di chi sta perdendo il senso della solidarietà e della Comunità. Ecco perchè vediamo lo scambio dei doni in Piazza Cattedrale promosso dalla Pro Loco con piccoli riti tradizionali. E per lo stesso motivo vedremo, in via Robustina, il messaggio più chiaro che quel quartiere merita. In nome di Anna Rosa Tarantino, barbaramente uccisa il 30 dicembre di due anni fa: da quella data, come bitontino, il capodanno per me non sarà più una festa. E mi costa moltissimo dirlo».
L'obiettivo è allora trasformare quella piazza - teatro di una delle più grandi tragedie mai registrate in città e costantemente nelle mani delle vedette della malavita locale impegnate ad avvisare i complici spacciatori quando arrivano "gli sbirri" - in un luogo pieno di luce e consapevolezza, per farne un avamposto della lotta alla mafia. Partendo, com'è accaduto per gran parte del centro storico, dalla riappropriazione degli spazi comuni.