Acqua per i campi ‘a singhiozzo’ in Puglia, Damascelli: «Non è un’elemosina»
Il consigliere regionale forzista chiede a Emiliano interventi urgenti per normalizzare il servizio
lunedì 20 agosto 2018
8.23
Incertezza sulle giornate di effettiva fornitura, impossibilità di programmare il lavoro, dubbi sulla gestione delle risorse umane ed economiche a disposizione degli enti che la gestiscono. È affidata praticamente al caso l'erogazione dell'acqua per l'irrigazione dei campi pugliesi, che costringe gli agricoltori a vere e proprie giravolte organizzative per sopperire alle mancanze del servizio organizzato dall'Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali e dai consorzi di bonifica. A denunciarlo è il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli, che ha attaccato duramente il governo regionale.
«La gestione della risorsa irrigua è un tema fondamentale in una regione a forte vocazione agricola come la Puglia – ha detto Damasceli - il Governo Emiliano dovrebbe dedicargli pertanto la massima attenzione, invece il servizio è ancora molto disorganizzato, con grave danno per gli agricoltori. Si procede a tentoni e a colpi di emendamenti, quasi che le risorse stanziate siano un'elemosina nei confronti del mondo agricolo, o comunque una concessione. Invece è doveroso, per ragioni economiche ma anche sociali, assicurare un bene primario e vitale come l'acqua ad agricoltori e allevatori, che pagano per riceverla».
Secondo il forzista le criticità dipenderebbero «da un'inadeguata programmazione politica. Il Governo regionale, anziché continuare a procedere con piccoli interventi estemporanei a singhiozzo, dovrebbe decidersi a fare della gestione della risorsa irrigua una priorità». Partendo, ad esempio, da una ormai necessaria «organizzazione delle risorse umane. Sia per i lavoratori a tempo determinato dei Consorzi di Bonifica, sia per quelli dell'Arif, i contratti stagionali non superano i sessanta giorni, e se vengono rinnovati è solo a ridosso della scadenza. C'è troppa approssimazione, in barba alla legge regionale che stabilisce un tetto minimo di giornate lavorative per gli otd, tale da garantire agli agricoltori un servizio irriguo efficiente, e agli stessi stagionali un reddito minimo e la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali. La gestione delle giornate viene fatta secondo principi di trasparenza e meritocrazia? In base a quali criteri vengono assegnate?».
Il risultato più diretto di questa gestione è la «precarizzazione delle attività degli agricoltori, che non possono programmare con sufficiente serenità l'irrigazione dei propri campi e temono di veder andare in fumo il raccolto, e non dà garanzie ai lavoratori irrigui e forestali, dei Consorzi e dell'Arif, a cui è affidato il servizio irrigazione e antincendio, costretti ad un'eterna incertezza e precarietà. Chiediamo al Governo regionale, una volta per tutte di porre fine a questa gestione al contagocce».
Ma dubbi da parte del consigliere regionale sono stati sollevati anche su «come vengono spesi i soldi erogati ai Consorzi di Bonifica, che comunque non sono spiccioli. Dopo i 4 milioni già stanziati per il 2018, la Regione ne ha destinati altri 8 per il loro funzionamento. Vogliamo sapere dettagliatamente come vengono utilizzati, visto che si tratta di soldi pubblici».
«La gestione della risorsa irrigua è un tema fondamentale in una regione a forte vocazione agricola come la Puglia – ha detto Damasceli - il Governo Emiliano dovrebbe dedicargli pertanto la massima attenzione, invece il servizio è ancora molto disorganizzato, con grave danno per gli agricoltori. Si procede a tentoni e a colpi di emendamenti, quasi che le risorse stanziate siano un'elemosina nei confronti del mondo agricolo, o comunque una concessione. Invece è doveroso, per ragioni economiche ma anche sociali, assicurare un bene primario e vitale come l'acqua ad agricoltori e allevatori, che pagano per riceverla».
Secondo il forzista le criticità dipenderebbero «da un'inadeguata programmazione politica. Il Governo regionale, anziché continuare a procedere con piccoli interventi estemporanei a singhiozzo, dovrebbe decidersi a fare della gestione della risorsa irrigua una priorità». Partendo, ad esempio, da una ormai necessaria «organizzazione delle risorse umane. Sia per i lavoratori a tempo determinato dei Consorzi di Bonifica, sia per quelli dell'Arif, i contratti stagionali non superano i sessanta giorni, e se vengono rinnovati è solo a ridosso della scadenza. C'è troppa approssimazione, in barba alla legge regionale che stabilisce un tetto minimo di giornate lavorative per gli otd, tale da garantire agli agricoltori un servizio irriguo efficiente, e agli stessi stagionali un reddito minimo e la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali. La gestione delle giornate viene fatta secondo principi di trasparenza e meritocrazia? In base a quali criteri vengono assegnate?».
Il risultato più diretto di questa gestione è la «precarizzazione delle attività degli agricoltori, che non possono programmare con sufficiente serenità l'irrigazione dei propri campi e temono di veder andare in fumo il raccolto, e non dà garanzie ai lavoratori irrigui e forestali, dei Consorzi e dell'Arif, a cui è affidato il servizio irrigazione e antincendio, costretti ad un'eterna incertezza e precarietà. Chiediamo al Governo regionale, una volta per tutte di porre fine a questa gestione al contagocce».
Ma dubbi da parte del consigliere regionale sono stati sollevati anche su «come vengono spesi i soldi erogati ai Consorzi di Bonifica, che comunque non sono spiccioli. Dopo i 4 milioni già stanziati per il 2018, la Regione ne ha destinati altri 8 per il loro funzionamento. Vogliamo sapere dettagliatamente come vengono utilizzati, visto che si tratta di soldi pubblici».