«Aggredita da un uomo di colore nel sottopassaggio». Ma la notizia è falsa

La 16enne aveva inventato tutto per non andare a scuola

venerdì 10 novembre 2017 16.12
Aveva denunciato ai genitori di essere stata aggredita e molestata da un uomo di colore mentre andava a scuola, mentre la notizia arrivava anche a un giornale locale on-line, ma dopo una serie di accertamenti si è scoperto che era tutto falso: si era solo inventata una scusa per non andare a scuola.
È accaduto ieri a Bitonto dove si sono vissute ore di apprensione e preoccupazione a causa della "bravata" - se così può essere definita - di una 16enne, rimbalzata fino alla prima pagina di una delle testate telematiche locali.
«Intorno alle 7,45 – raccontavano i redattori del giornale bitontino - la 16enne stava camminando sul marciapiede del sottopasso "Ugo Pasquini" destinato alle auto per raggiungere la scuola, quando è stata avvicinata da un uomo di colore che l'ha aggredita e toccata nelle parti intime. Inutili le urla e il pianto della giovane. Nessuna auto di passaggio si è fermata per aiutarla. Fortunatamente, la piccola è riuscita a divincolarsi, a scappare e a contattare i genitori, che l'hanno portata al punto di primo intervento di Bitonto. Evidenti i segni di colluttazione sul corpo della 16enne, visibilmente terrorizzata. I genitori – continuava l'articolo - hanno ufficializzato la denuncia al locale Commissariato di Polizia che ora sta vagliando le immagini delle telecamere nella zona».
In realtà nessuna denuncia è mai stata presentata al commissariato di Polizia, né ai Carabinieri ed è bastato poco per capire che c'era più di un punto oscuro nella vicenda raccontata.
La smentita del giornale arriva però solo in serata.
«Abbiamo avuto modo di sentire la testimonianza di una parente, vicina ad amici professionisti – hanno poi rettificato i cronisti - verso cui proviamo amicizia e stima e che riteniamo fonti autorevoli. Il nostro iter cronistico è continuato accertandoci se era stata aperta una ufficiale denuncia al Commissariato locale di Polizia, che, però, non ha trovato riscontro. Tuttora, si apprende dai parenti stessi che la notizia, data inizialmente, non può trovare riscontro».
Nel frattempo però una caterva di commenti razzisti sono piombati sotto la notizia, alimentando un clima di caccia alle streghe nei confronti degli immigrati in generale, ma in particolare di quelli ospitati da alcuni mesi nell'istituto Maria Cristina di Savoia, subito identificati dalla folla come responsabili del gesto.
«Nonostante avessimo proceduto per il giusto verso e raccolto tutti gli elementi dalla nostra parte per considerare la notizia reale ed attendibile - si sono giustificati i redattori del giornale - ci scusiamo per il disguido che si è creato».