Allo Stato i beni di Giovanni Cipriani: un patrimonio da 20 milioni di euro
Il provvedimento è stato eseguito dai Carabinieri: l'uomo era riuscito a realizzare circa 100 unità immobiliari
sabato 23 aprile 2022
13.19
Colpito il patrimonio di Giovanni Cipriani, 54enne di Bitonto, già sequestrato tra il 2019 e il 2020. Adesso, a distanza di oltre due anni, è scattato il provvedimento di confisca per i beni disposto dal Tribunale di Bari e eseguito dai Carabinieri: un impero mobiliare e, soprattutto, immobiliare stimato in oltre 20 milioni di euro.
Al termine di un lungo iter processuale, infatti, i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari, hanno dato esecuzione a un decreto di confisca emesso dalla III Sezione del Tribunale di Bari a carico di dell'uomo, gravato da precedenti - anche di natura associativa - per i reati di ricettazione in concorso, appropriazione indebita, estorsione e porto abusivo di armi e colpito, nel recente passato, dal sequestro dell'intero capitale sociale dell'A.R.C. Costruzioni s.r.l..
Il sequestro, operato tra il 2019 e il 2020, che fu emesso dal Tribunale, Sezione Misure di Prevenzione di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica e della Direzione Distrettuale Antimafia nell'ambito della normativa delle misure di prevenzione, che condivise le risultanze investigative dei Carabinieri, aveva permesso di sottrarre alla disponibilità del 54enne e dei suoi stretti familiari, un patrimonio mobiliare e, in particolar modo, immobiliare stimato in oltre 20 milioni di euro.
Attraverso la creazione di una società operante nel settore delle costruzioni - la A.R.C. Costruzioni s.r.l. - e mediante varie fittizie intestazioni, il 54enne di Bitonto era riuscito a realizzare circa 100 unità immobiliari, metà delle quali ancora in fase di costruzione al momento dell'intervenuto sequestro. Insomma, per il fisco viveva con un reddito ben al di sotto della soglia di povertà, ma in realtà gestiva un vero e proprio impero da milioni di euro, tra cui parecchie unità immobiliari.
La confisca, dunque, emessa dalla III Sezione Penale in funzione di Tribunale della Prevenzione di Bari, accoglie l'originaria proposta della Direzione Distrettuale Antimafia, formulata sulla base degli accurati accertamenti patrimoniali eseguiti dalla Sezione specializzata del Reparto Operativo di Bari, attraverso l'analisi dei movimenti contabili e dalle disponibilità accumulate dall'uomo in oltre 30 anni. In questo modo, infatti, sono riusciti a ricostruire l'intero suo profilo criminale.
I militari hanno ricostruito non solo la sua carriera criminale, ma pure gli introiti dell'intero nucleo familiare, ponendo al vaglio dell'Autorità Giudiziaria un corposo quadro indiziario, oggi tramutatosi in un provvedimento di confisca, che testimoniava l'illecita provenienza dell'enorme ricchezza nella disponibilità del 54enne.
Al termine di un lungo iter processuale, infatti, i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari, hanno dato esecuzione a un decreto di confisca emesso dalla III Sezione del Tribunale di Bari a carico di dell'uomo, gravato da precedenti - anche di natura associativa - per i reati di ricettazione in concorso, appropriazione indebita, estorsione e porto abusivo di armi e colpito, nel recente passato, dal sequestro dell'intero capitale sociale dell'A.R.C. Costruzioni s.r.l..
Il sequestro, operato tra il 2019 e il 2020, che fu emesso dal Tribunale, Sezione Misure di Prevenzione di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica e della Direzione Distrettuale Antimafia nell'ambito della normativa delle misure di prevenzione, che condivise le risultanze investigative dei Carabinieri, aveva permesso di sottrarre alla disponibilità del 54enne e dei suoi stretti familiari, un patrimonio mobiliare e, in particolar modo, immobiliare stimato in oltre 20 milioni di euro.
Attraverso la creazione di una società operante nel settore delle costruzioni - la A.R.C. Costruzioni s.r.l. - e mediante varie fittizie intestazioni, il 54enne di Bitonto era riuscito a realizzare circa 100 unità immobiliari, metà delle quali ancora in fase di costruzione al momento dell'intervenuto sequestro. Insomma, per il fisco viveva con un reddito ben al di sotto della soglia di povertà, ma in realtà gestiva un vero e proprio impero da milioni di euro, tra cui parecchie unità immobiliari.
La confisca, dunque, emessa dalla III Sezione Penale in funzione di Tribunale della Prevenzione di Bari, accoglie l'originaria proposta della Direzione Distrettuale Antimafia, formulata sulla base degli accurati accertamenti patrimoniali eseguiti dalla Sezione specializzata del Reparto Operativo di Bari, attraverso l'analisi dei movimenti contabili e dalle disponibilità accumulate dall'uomo in oltre 30 anni. In questo modo, infatti, sono riusciti a ricostruire l'intero suo profilo criminale.
I militari hanno ricostruito non solo la sua carriera criminale, ma pure gli introiti dell'intero nucleo familiare, ponendo al vaglio dell'Autorità Giudiziaria un corposo quadro indiziario, oggi tramutatosi in un provvedimento di confisca, che testimoniava l'illecita provenienza dell'enorme ricchezza nella disponibilità del 54enne.