Ancora distrutti i Velo Ok di Palombaio
Sono stati fatti esplodere con i botti di fine anno. Erano stati ripristinati ieri dopo essere stati divelti a poche ore dall'installazione
venerdì 1 gennaio 2021
10.45
Non c'è pace per i Velo Ok di Palombaio, divelti a poche ore dall'installazione e subito ripristinati, ma finiti ancora nel mirino di chi quelle colonnine arancioni proprio non sembra gradirle. Stavolta sono stati presi di mira con i botti di capodanno, che hanno fatto letteralmente esplodere la struttura destinata a contenere la strumentazione per la rilevazione della velocità degli autoveicoli in transito sulla strada principale della frazione di Bitonto.
La foto è stata pubblicata dalla pagina facebook Satyritont e si vedono chiaramente i danneggiamenti causati dagli attacchi ricevuti a più riprese e in più punti. Anche in questo caso, tutt'altro che una bravata: per il primo episodio alcuni testimoni hanno parlato di un'auto scura con alcuni "volti noti" alle Forze dell'Ordine che avevano divelto entrambi i Velo Ok. Difficile non collegare allora gli stessi soggetti a questo nuovo deliberato attacco.
«Non si tratta di bravate ma di atti premeditati e ribelli - ha commentato l'assessore alla Polizia Locale, Cosimo Bonasia - insisteremo, stiamo già pensando con il comando di polizia locale a misure alternative e ancora più efficaci perché abbiamo a cuore la vita dei tanti virtuosi e innocenti cittadini. Chiaramente è il segnale che a qualcuno non piace essere controllato ma ci teniamo anche alla loro incolumità ed insisteremo convinti che le regole servono soprattutto a loro per garantire quiete ed incolumità collettiva!».
«Sull'accanimento a Palombaio contro i due famosi autovelox ritengo ci sia poco da discutere- ha aggiunto il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio - innanzitutto colpire il patrimonio pubblico è un reato : chiunque sarà individuato ne risponderà penalmente. In secondo luogo, i cittadini onesti vogliono bassa velocità in città, essere sicuri che ci siano controlli delle targhe in più occasioni possibili e, in generale, sono attenti a rispettare le regole. Non vedo, quindi, come un autovelox possa recare danno a un cittadino onesto. I soldi delle multe possiamo devolverli, tutti, ai servizi sociali, in beneficenza, come si ritiene opportuno nelle sedi competenti. È la sicurezza, con tutti i mezzi leciti, che ci interessa».
La foto è stata pubblicata dalla pagina facebook Satyritont e si vedono chiaramente i danneggiamenti causati dagli attacchi ricevuti a più riprese e in più punti. Anche in questo caso, tutt'altro che una bravata: per il primo episodio alcuni testimoni hanno parlato di un'auto scura con alcuni "volti noti" alle Forze dell'Ordine che avevano divelto entrambi i Velo Ok. Difficile non collegare allora gli stessi soggetti a questo nuovo deliberato attacco.
«Non si tratta di bravate ma di atti premeditati e ribelli - ha commentato l'assessore alla Polizia Locale, Cosimo Bonasia - insisteremo, stiamo già pensando con il comando di polizia locale a misure alternative e ancora più efficaci perché abbiamo a cuore la vita dei tanti virtuosi e innocenti cittadini. Chiaramente è il segnale che a qualcuno non piace essere controllato ma ci teniamo anche alla loro incolumità ed insisteremo convinti che le regole servono soprattutto a loro per garantire quiete ed incolumità collettiva!».
«Sull'accanimento a Palombaio contro i due famosi autovelox ritengo ci sia poco da discutere- ha aggiunto il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio - innanzitutto colpire il patrimonio pubblico è un reato : chiunque sarà individuato ne risponderà penalmente. In secondo luogo, i cittadini onesti vogliono bassa velocità in città, essere sicuri che ci siano controlli delle targhe in più occasioni possibili e, in generale, sono attenti a rispettare le regole. Non vedo, quindi, come un autovelox possa recare danno a un cittadino onesto. I soldi delle multe possiamo devolverli, tutti, ai servizi sociali, in beneficenza, come si ritiene opportuno nelle sedi competenti. È la sicurezza, con tutti i mezzi leciti, che ci interessa».