Antimafia, 75 arresti. Il procuratore Rossi: «Soldi sottratti alla società»
Il capo della Procura della Repubblica in conferenza stampa: «Soldi sottratti ai cittadini anche da colletti bianchi e professionisti»
martedì 15 febbraio 2022
22.47
«Questi sono soldi dei cittadini, sottratti ai medicinali, all'istruzione, alle opere pubbliche. La gravità dell'evasione fiscale per la tenuta della società non è inferiore a quella di chi va a spacciare droga. L'evasione è sottrazione di beni alla gente. Pensiamo a cosa vuol dire 4,4 milioni di euro sottratti alla sanità in un momento di pandemia come questo».
Lo ha detto il procuratore di Bari, Roberto Rossi, durante la conferenza stampa sulle 75 misure cautelari - tra cui 59 arresti - eseguite in Puglia oggi da Direzione Investigativa Antimafia e Guardia di Finanza di Bari nell'ambito dell'indagine "Levante" su una presunta evasione fiscale da 170 milioni di euro che coinvolge mafiosi, imprenditori, professionisti e pubblici ufficiali.
«In questa indagine - ha detto ancora Rossi - sono coinvolti colletti bianchi, professionisti che invece di svolgere il loro lavoro secondo le regole hanno aiutato a nascondere soldi». La maxi inchiesta è stata coordinata dai pubblici ministeri Bruna Manganelli e da Fabio Buquicchio con il coordinamento del procuratore aggiunto Francesco Giannella.
«Quello che sembra emergere - ha detto Giannella - è un mondo complesso in cui si intrecciano criminalità organizzata, comune, imprenditoria e professioni, in una sinergia che sembra essersi consolidata per ottenere un immenso guadagno».
Lo ha detto il procuratore di Bari, Roberto Rossi, durante la conferenza stampa sulle 75 misure cautelari - tra cui 59 arresti - eseguite in Puglia oggi da Direzione Investigativa Antimafia e Guardia di Finanza di Bari nell'ambito dell'indagine "Levante" su una presunta evasione fiscale da 170 milioni di euro che coinvolge mafiosi, imprenditori, professionisti e pubblici ufficiali.
«In questa indagine - ha detto ancora Rossi - sono coinvolti colletti bianchi, professionisti che invece di svolgere il loro lavoro secondo le regole hanno aiutato a nascondere soldi». La maxi inchiesta è stata coordinata dai pubblici ministeri Bruna Manganelli e da Fabio Buquicchio con il coordinamento del procuratore aggiunto Francesco Giannella.
«Quello che sembra emergere - ha detto Giannella - è un mondo complesso in cui si intrecciano criminalità organizzata, comune, imprenditoria e professioni, in una sinergia che sembra essersi consolidata per ottenere un immenso guadagno».