Assoluzione piena per il bitontino accusato di una rapina mai commessa
Finito l'incubo per il 46enne Vincenzo Mundo, da 5 mesi in carcere per uno scambio di persona
mercoledì 19 luglio 2017
09.00
È stata scritta finalmente la parola 'fine' sulla vicenda di Vincenzo Mundo, 46enne pregiudicato bitontino finito in carcere per 5 mesi per una rapina commessa però da un sosia.
Il giudici hanno infatti chiuso solo alcuni giorni fa, dopo un anno, la posizione dell'uomo con un'assoluzione piena «per non aver commesso il fatto».
Mundo era finito in carcere il 2 settembre scorso, accusato di aver rapinato con altri due complici una gioielleria di Sannicandro, portandosi dietro un bottino di circa 20mila euro.
Per sua fortuna il bitontino ha però incontrato per caso in carcere il 45enne barese Riccardo Antonio Corsini, detenuto per un'altra rapina. I due si somigliano al punto che gli altri detenuti li hanno spesso scambiati per gemelli.
Bastano pochi mesi a Corsini per farsi vincere da un «forte rimorso di coscienza nel vedere un innocente padre di famiglia accusato di un reato che non ha commesso» e costringerlo a confessare, in una lettera inviata al magistrato, di essere l'autore di quella rapina.
Nonostante l'immediata scarcerazione disposta dai giudici nel riesame del processo a gennaio scorso, il Tribunale ha chiesto però una perizia antropometrica per maggiore sicurezza.
Durante un'attenta analisi dei fotogrammi estratti dalle immagini di videosorveglianza del giorno della rapina, comparati con le foto dell'indagato è stato possibile appurare che l'altezza fra i due è simile ma i tratti somatici non sono compatibili. Il naso aquilino del rapinatore e le sue bozze frontali prominenti, non presenti sul volto di Mundo, lasciano poco spazio ai dubbi: a rapinare la gioielleria di Sannicandro non è stato il bitontino.
Il 46enne può quindi ricominciare a vivere la sua vita da uomo libero mentre Corsini dovrà rispondere della nuova accusa di rapina che la magistratura barese gli ha mosso dopo la confessione.
Il giudici hanno infatti chiuso solo alcuni giorni fa, dopo un anno, la posizione dell'uomo con un'assoluzione piena «per non aver commesso il fatto».
Mundo era finito in carcere il 2 settembre scorso, accusato di aver rapinato con altri due complici una gioielleria di Sannicandro, portandosi dietro un bottino di circa 20mila euro.
Per sua fortuna il bitontino ha però incontrato per caso in carcere il 45enne barese Riccardo Antonio Corsini, detenuto per un'altra rapina. I due si somigliano al punto che gli altri detenuti li hanno spesso scambiati per gemelli.
Bastano pochi mesi a Corsini per farsi vincere da un «forte rimorso di coscienza nel vedere un innocente padre di famiglia accusato di un reato che non ha commesso» e costringerlo a confessare, in una lettera inviata al magistrato, di essere l'autore di quella rapina.
Nonostante l'immediata scarcerazione disposta dai giudici nel riesame del processo a gennaio scorso, il Tribunale ha chiesto però una perizia antropometrica per maggiore sicurezza.
Durante un'attenta analisi dei fotogrammi estratti dalle immagini di videosorveglianza del giorno della rapina, comparati con le foto dell'indagato è stato possibile appurare che l'altezza fra i due è simile ma i tratti somatici non sono compatibili. Il naso aquilino del rapinatore e le sue bozze frontali prominenti, non presenti sul volto di Mundo, lasciano poco spazio ai dubbi: a rapinare la gioielleria di Sannicandro non è stato il bitontino.
Il 46enne può quindi ricominciare a vivere la sua vita da uomo libero mentre Corsini dovrà rispondere della nuova accusa di rapina che la magistratura barese gli ha mosso dopo la confessione.