Bitonto capitale del cinema con Giulio Base e Saverio Cappiello

Il film del regista piemontese girato a Bitonto tra i più attesi al Festival del Cinema di Roma. Quello del talento bitontino vince il Milano Film Festival

sabato 12 ottobre 2019 8.01
La storia d'amore tra la città di Bitonto e il mondo del cinema diventa sempre più salda e regala ancora altre grandi soddisfazioni. Mentre i lavori di Pippo Mezzapesa e Vito Palmieri continuano a mietere premi e riconoscimenti in tutto il mondo, gli scorci e le bellezze architettoniche della città dell'olio diventano protagoniste al Festival del Cinema di Roma grazie al regista Giulio Base, mentre un nuovo talento, nato anch'egli all'ombra del Torrione, si fa strada prepotentemente approdando a una delle più belle edizioni del Milano Film Festival: Saverio Cappiello.

"Bar Giuseppe", infatti, il film del regista torinese girato quasi completamente a Bitonto, è tra i più attesi nella kermesse cinefila della Capitale, per stessa ammissione del direttore del Festival, Antonio Monda, secondo cui la pellicola, che sarà presentata nella sezione "Rifilessi" e che vede il ritorno di Base dopo il successo del "Il Banchiere Anarchico", è «tra quelle da non perdere».
Per il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio si tratta di «una bellissima notizia, perchè grazie al Festival internazionale del Cinema di Roma le immagini della nostra Bitonto saranno presto proiettate sui grandi e piccoli schermi RAI».

Un'altra grandiosa notizia per la città è il prestigioso successo di un talento tutto bitontino, Saverio Cappiello. Il giovane regista ha infatti vinto il Premio del Pubblico a Milano Film Festival grazie al suo cortometraggio "Mia sorella".
«Un enorme grazie va al quartiere San Pio – ha detto Cappiello commentando a caldo la notizia - all'Accademia del Cinema e agli straordinari interpreti Vanessa, Cosimo e Francesca per questo premio! Un film che mi rende estremamente orgoglioso e mi dà l'occasione di poter ringraziare le persone che m'hanno affiancato e supportano il cinema che amo. In particolare grazie anche ai tutor e scrittori, al maestro di camera, Niccolò, e gli altri compagni di viaggio, Mark e Ilaria e, ovviamente, alla Elenfant Film che ha creduto sin da subito in questo progetto».

«Inserendosi nel ritrito filone dei film-di-periferia, ma senza mai peccare di banalità – scrivono gli esperti sul film di Cappiello - Mia sorella è il dialogo, rigorosamente in dialetto, tra Cosimo e Vanni, rispettivamente fratello e sorella. Legata al fratello ai limiti della morbosità, Vanni entra in crisi quando vede la loro esclusiva relazione minacciata dall'intromissione della nuova ragazza di Cosimo. In un contesto in cui i problemi si risolvono con le mani, il film è capace di raccontarci la tenerezza di un rapporto fraterno senza mostrarci nulla di tenero, con una fotografia sporca e una regia spontanea che si nutre di primi piani e macchina a mano, tra la luce dei lampioni di un parcheggio desolato e quella al neon di una lurida».