Bitonto, Crack Divania: confermato sequestro a due professionisti coinvolti
Avrebbero incassato indebitamente una parcella sul fallimento dell'azienda bitontina
lunedì 30 ottobre 2017
10.27
Il commercialista barese Alfredo D'Innella e l'avvocato romano Umberto Morera hanno indebitamente incassato da Unicredit una parcella nell'ambito del procedimento sul fallimento della società Divania con sede a Bitonto. È questa la decisione del Tribunale del Riesame di Bari che ha confermato il sequestro preventivo di beni del valore complessivo di oltre 395mila euro eseguito il 20 settembre scorso nei confronti di due professionisti che in quel processo erano stati nominati periti dal Tribunale di Bari. Rigettato quindi dai giudici del Riesame il ricorso presentato dai difensori che chiedevano il dissequestro delle somme.
D'altra parte, le indagini della Guardia di Finanza di Bari, coordinate dal pm Claudio Pinto, parlano chiaro. I due periti erano stati incaricati di redigere la consulenza tecnica sui debiti dell'azienda bitontina Divania e in particolare sulla sottoscrizione di derivati per 220 milioni di euro fra il 2000 e il 2005 su disposizione del Tribunale di Bari nel giugno 2008 e depositata nell'aprile 2010. Una perizia che ha stabilito che i debiti della società barese non erano stati causati solo dai derivati sottoscritti con Unicredit. Peccato però che a pagare le due perizie - 205mila euro per l'avvocato romano e più di 189mila euro al commercialista barese, sia stata unicamente e interamente Unicredit, che si è fatta carico anche della quota parte del 50 percento spettante a Divania, senza preventiva autorizzazione alla liquidazione da parte del giudice civile e ben oltre le tariffe previste. Adesso l'accusa per i due professionisti è di induzione indebita a dare o promettere utilità.
D'altra parte, le indagini della Guardia di Finanza di Bari, coordinate dal pm Claudio Pinto, parlano chiaro. I due periti erano stati incaricati di redigere la consulenza tecnica sui debiti dell'azienda bitontina Divania e in particolare sulla sottoscrizione di derivati per 220 milioni di euro fra il 2000 e il 2005 su disposizione del Tribunale di Bari nel giugno 2008 e depositata nell'aprile 2010. Una perizia che ha stabilito che i debiti della società barese non erano stati causati solo dai derivati sottoscritti con Unicredit. Peccato però che a pagare le due perizie - 205mila euro per l'avvocato romano e più di 189mila euro al commercialista barese, sia stata unicamente e interamente Unicredit, che si è fatta carico anche della quota parte del 50 percento spettante a Divania, senza preventiva autorizzazione alla liquidazione da parte del giudice civile e ben oltre le tariffe previste. Adesso l'accusa per i due professionisti è di induzione indebita a dare o promettere utilità.