Bitonto ospite al VII raduno nazionale di 'Città del Sollievo'
A rappresentare il Comune, a Tricase, il sindaco Francesco Paolo Ricci e l'assessora Silvia Altamura
lunedì 19 settembre 2022
Si è svolto lo scorso weekend, 16 17 e 18 settembre, il VII raduno nazionale Città del Sollievo, a Tricase, promosso dalla Fondazione Gigi Ghirotti. L'edizione di quest'anno è stata incentrata sul tema de "Il sollievo come arte della cura" con interventi di medici, studiosi e teologi, con l'obiettivo di costruire una rete solidale tra le città che ospitano centri di cure palliative. Tra i Comuni invitati, anche Bitonto, rappresentato dal sindaco Francesco Paolo Ricci, presente all'apertura dei lavori con i saluti istituzionali nella giornata di venerdì 16, e l'assessora ai Servizi Sociali Silvia Altamura, come delegata della città al briefing, nell'incontro tenutosi sabato 17 settembre. Presente anche la Fondazione Opera Santi Medici Cosma e Damiano, che dal 2007 è responsabile, fra gli altri progetti sotto la sua egida, anche dell'Hospice Aurelio Marena.
Sono 32 le città che al momento possono fregiarsi del titolo di Città del Sollievo e il raduno si è posto l'obiettivo di diffondere la cultura della stesso, come opportunità offerta agli ammalati di alleviare il dolore fisico e psicologico al fine di restituire loro la dignità nel momento più difficile della loro vita. Essenziale, in quest'ottica, la costruzione di una rete solidale tra le città che ospitano questi centri specializzati in questa tipologia di cure, per poter sviluppare una progettualità efficace e lungimirante capace di far dialogare le diverse istituzioni.
«Sono stata invitata a questo evento prestigioso per parlare di come una città possa mettere in campo tutte le strategie per dare sollievo e prendersi cura delle persone che vivono situazioni di estrema fragilità e dolore - ha affermato durante il suo intervento l'assessora Silvia Altamura -riflettevo in questi giorni sul significato della parola "cura". Ho provato a cercare spiegazioni e interpretazioni diverse, finché ho letto una frase di Luigina Mortari che mi ha illuminato, dice: "Avere cura è cercare un ritmo buono per camminare nel tempo insieme". Camminare insieme, accompagnare, il dolore come un'esperienza di condivisione, un'esperienza sociale. Il ruolo dell'Hospice, in particolare, in questi anni ha contribuito a dare all'esperienza del dolore e dell'accompagnamento dei pazienti non eleggibili a cure ospedaliere una nuova dignità, offrendo spazi di accoglienza e supporto a pazienti e famiglie sia durante i percorsi di assistenza, che in prossimità dell'evento morte. Tuttavia, molto ancora possiamo fare. E molto di quello che possiamo fare riguarda, prima ancora degli interventi e dei servizi, un cambio di prospettiva. Questa Amministrazione ha la fortuna di inserirsi in un contesto già ricco di servizi di assistenza e supporto (cito alcuni: assistenza domiciliare per anziani e disabili, assistenza specialistica, home care, taxi sociale, strutture semi-residenziali e residenziali, hospice) e sicuramente si sta già impegnando per garantirne continuità e potenziamento. Sarebbe utile promuovere la diffusione di punti di supporto psicologico per accogliere le persone che vivono un momento di fragilità e necessitano di un percorso di accompagnamento, anche anche attraverso occasioni di condivisione e mutuo-aiuto».
Sono 32 le città che al momento possono fregiarsi del titolo di Città del Sollievo e il raduno si è posto l'obiettivo di diffondere la cultura della stesso, come opportunità offerta agli ammalati di alleviare il dolore fisico e psicologico al fine di restituire loro la dignità nel momento più difficile della loro vita. Essenziale, in quest'ottica, la costruzione di una rete solidale tra le città che ospitano questi centri specializzati in questa tipologia di cure, per poter sviluppare una progettualità efficace e lungimirante capace di far dialogare le diverse istituzioni.
«Sono stata invitata a questo evento prestigioso per parlare di come una città possa mettere in campo tutte le strategie per dare sollievo e prendersi cura delle persone che vivono situazioni di estrema fragilità e dolore - ha affermato durante il suo intervento l'assessora Silvia Altamura -riflettevo in questi giorni sul significato della parola "cura". Ho provato a cercare spiegazioni e interpretazioni diverse, finché ho letto una frase di Luigina Mortari che mi ha illuminato, dice: "Avere cura è cercare un ritmo buono per camminare nel tempo insieme". Camminare insieme, accompagnare, il dolore come un'esperienza di condivisione, un'esperienza sociale. Il ruolo dell'Hospice, in particolare, in questi anni ha contribuito a dare all'esperienza del dolore e dell'accompagnamento dei pazienti non eleggibili a cure ospedaliere una nuova dignità, offrendo spazi di accoglienza e supporto a pazienti e famiglie sia durante i percorsi di assistenza, che in prossimità dell'evento morte. Tuttavia, molto ancora possiamo fare. E molto di quello che possiamo fare riguarda, prima ancora degli interventi e dei servizi, un cambio di prospettiva. Questa Amministrazione ha la fortuna di inserirsi in un contesto già ricco di servizi di assistenza e supporto (cito alcuni: assistenza domiciliare per anziani e disabili, assistenza specialistica, home care, taxi sociale, strutture semi-residenziali e residenziali, hospice) e sicuramente si sta già impegnando per garantirne continuità e potenziamento. Sarebbe utile promuovere la diffusione di punti di supporto psicologico per accogliere le persone che vivono un momento di fragilità e necessitano di un percorso di accompagnamento, anche anche attraverso occasioni di condivisione e mutuo-aiuto».