Blitz dell'onorevole Bernini al canile comunale

La presidente della cooperativa: "Nessun maltrattamento"

sabato 27 maggio 2017 20.18
A cura di Mauro Denigris
Il blitz è scattato nel primo pomeriggio. E come ogni azione del genere ha creato un po' di tensione, al punto tale che è stato necessario l'intervento di una pattuglia dei carabinieri per permettere all'onorevole pentastellato Paolo Bernini, in compagnia del candidato sindaco Dino Ciminiello e di alcuni attivisti tra cui Nicola Piperis, Isa Mongello, Davide Sgaramella e Vito D'Attoma, di svolgere tranquillamente il sopralluogo programmato nel vecchio mattatoio comunale di Bitonto che da anni ospita in realtà il canile. Una azione a sorpresa, per verificare se le tante segnalazioni giunte ai 5 Stelle fossero fondate o meno. Contrattempi che certo non hanno impedito al pur giovane portavoce, ormai noto per le sue battaglie contro i canili lager, di andare fino in fondo.
Bernini, insieme al suo assistente, ha prima verificato le condizioni esterne della vecchia struttura, poi, accompagnato dalla stessa presidente della cooperativa che l'ha in gestione, dai carabinieri del nucleo Forestale e dai veterinari della Asl, (a noi è stato permesso fermarci poco oltre l'ingresso) ha controllato la situazione all'interno, soffermandosi sia nella zona del canile sanitario (da dieci posti) sia nella restante parte. E qui, a suo dire, sarebbero state riscontrate anomalie: "Nella struttura sono presenti tantissimi cani - ha dichiarato all'uscita- molti dei quali affetti da patologie infettive a detta dei gestori, messi insieme ai cani sani. Non erano presenti le schede sanitarie davanti ai box. Molti box sono piccoli e sovraffollati. Inoltre un'intera area che parrebbe sotto sequestro, era colma di box chiusi con cani all'interno, e le grate erano in materiale arrugginito. Non ho inoltre visto aree di sgambamento. A fronte dei soldi pubblici impiegati, una situazione del genere è a mio avviso inaccettabile".
La presidente della cooperativa sociale Tasha, Francesca Demundo, che ha in gestione la struttura, però controbatte: "Sappiamo anche noi che la struttura è da rifare. Una parte è sotto sequestro sanitario perché gli spazi non rispettano i criteri previsti da una delibera regionale. Per questo da anni abbiamo chiesto e presentato un progetto per un nuovo rifugio. Ora l'iter è in una fase avanzata (si attende il bando per la realizzazione per un importo di quasi 1,9 milioni di euro, ndr) e abbiamo proposto un project financing per la gestione. Per il resto abbiamo realizzato un canile sanitario da dieci posti costantemente controllato dai veterinari della Asl. E dal verbale dei carabinieri non risultano cani maltrattati o denutriti. Sono sterilizzati e microchippati. C'è solo un cane che non sta bene, probabilmente ha un tumore al cervello e lunedì verrà sottoposto a tac°.
Per la gestione attuale Tasha riceve circa 175mila euro, iva compresa, all'anno per circa 400 cani, più altri 8-9.000 euro per il canile sanitario. "Si tratta di 2,14 euro ad animale per il canile sanitario e di 1,09 per l'altro - precisa la presidente - Molto meno rispetto alle strutture vicine".
Versioni contrapposte, insomma. E che probabilmente scateneranno polemiche che andranno oltre la questione canile in senso stretto. Di più se ne saprà quando l'indagine avviata dai carabinieri sarà chiusa dopo la verifica anche di tutta la documentazione acquisita durante il controllo.
DSC JPG
DSC JPG
DSC JPG
DSC JPG
DSC JPG
DSC JPG
DSC JPG
canile
canile