Bollette non pagate allo stadio, Olimpia Bitonto: «Accusati ingiustamente»
«Mai convocati dal Comune per formalizzare il contratto». E sulle utenze: «Gran parte delle spese dell'Us Bitonto, non nostre»
domenica 14 marzo 2021
8.53
Sembra tutt'altro che definita la situazione sulla questione delle bollette allo Stadio Città degli Ulivi di Bitonto, affidato in gestione all'Olimpia Bitonto, ma pagate dal Comune, nonostante gli accordi prevedevano fossero a carico del gestore. Un conto da quasi 70mila euro che, secondo Palazzo Gentile, dovrebbe rimborsare la società sportiva, dal suo canto, invece convinta di essere nel giusto.
«La scuola calcio – è la versione dell'Olimpia sulla faccenda - impegnata da oltre quarant'anni nella città di Bitonto, è risultata vincitrice di un bando di gara pubblico e ha, pertanto, gestito l'impianto comunale di via Megra per circa due anni, a partire dall'ottobre 2018. Il Capitolato speciale d'oneri del bando in questione, all'art. 6, prevedeva che "il concessionario si obbliga a provvedere, a cure e spese proprie, alla voltura (entro 30 giorni dalla sottoscrizione del contratto) ed al pagamento delle bollette […]". A tal proposito, emerge un problema rilevante: dall'ottobre 2018, e sino al momento in cui l'Olimpia Bitonto ha risolto i propri rapporti con il Comune di Bitonto, nonostante avesse preventivamente consegnato tutta la documentazione necessaria per la definitiva stipula del contratto, la società non è mai stata convocata a formalizzare il rapporto concessorio. Di conseguenza, tale circostanza ha determinato – per l'Olimpia Bitonto – l'impossibilità oggettiva di poter procedere con la voltura delle utenze in questione».
Senza un contratto formalizzato non potevamo volturare e pagare, dice insomma la società. Che per due anni però, pur senza contratto, ha agito da gestore dell'impianto, provvedendo, come la stessa società afferma, «all'espletamento della manutenzione ordinaria del manto erboso e della struttura, nonché allo svolgimento dell'attività finalizzata alla custodia dell'impianto, per tutta la durata del periodo di gestione».
Per i responsabili dell'Olimpia, però, i diretti interessati delle spese, sarebbero da ricercare altrove: «Durante tutto questo periodo, l'U.S. Bitonto Calcio ha utilizzato, regolarmente e gratuitamente, l'intero impianto al fine di svolgere le sedute di allenamento e giocare tutte le gare casalinghe del campionato nazionale di Serie D. I giovani atleti della scuola calcio dell'Olimpia Bitonto, invece, hanno usufruito del campo comunale solo ed esclusivamente in sporadiche occasioni: nello specifico, si possono annoverare cinque gare interne del campionato regionale "Juniores" e un solo campo estivo con la partecipazione di bambini/e del territorio. V'è da precisare che il campo estivo, peraltro, si è svolto interamente di mattina con un irrisorio spreco di energia».
Anche sull'effettiva quantificazione del debito, secondo l'Olimpia, il calcolo sarebbe «inverosimile».
«L'intimata spesa – scrivono ancora dalla società - al netto delle considerazioni precedenti, non può essere addebitata all'Olimpia Bitonto, la quale non ha prodotto, se non in minima parte, quei consumi. Senza contare che la ridetta circostanza, secondo i calcoli effettuati da esperti del settore a cui l'Olimpia Bitonto si è rivolta, sarebbe persino errata: difatti, il consumo totale relativo all'impianto sarebbe di gran lunga inferiore».
«L'U.S.D. Olimpia Bitonto – è l'esortazione conclusiva - invita, dunque, a non stravolgere il reale accadimento dei fatti, come spesso avvenuto nel corso di questi mesi, e a non accusare ingiustamente la società senza aver preventivamente preso contezza della documentazione integrale degli atti. Infine, la scrivente associazione intende non esprimersi oltre su questa circostanza, così da permettere alle sedi competenti di svolgere serenamente il proprio lavoro e di risolvere, una volta per tutte, la vicenda».
«La scuola calcio – è la versione dell'Olimpia sulla faccenda - impegnata da oltre quarant'anni nella città di Bitonto, è risultata vincitrice di un bando di gara pubblico e ha, pertanto, gestito l'impianto comunale di via Megra per circa due anni, a partire dall'ottobre 2018. Il Capitolato speciale d'oneri del bando in questione, all'art. 6, prevedeva che "il concessionario si obbliga a provvedere, a cure e spese proprie, alla voltura (entro 30 giorni dalla sottoscrizione del contratto) ed al pagamento delle bollette […]". A tal proposito, emerge un problema rilevante: dall'ottobre 2018, e sino al momento in cui l'Olimpia Bitonto ha risolto i propri rapporti con il Comune di Bitonto, nonostante avesse preventivamente consegnato tutta la documentazione necessaria per la definitiva stipula del contratto, la società non è mai stata convocata a formalizzare il rapporto concessorio. Di conseguenza, tale circostanza ha determinato – per l'Olimpia Bitonto – l'impossibilità oggettiva di poter procedere con la voltura delle utenze in questione».
Senza un contratto formalizzato non potevamo volturare e pagare, dice insomma la società. Che per due anni però, pur senza contratto, ha agito da gestore dell'impianto, provvedendo, come la stessa società afferma, «all'espletamento della manutenzione ordinaria del manto erboso e della struttura, nonché allo svolgimento dell'attività finalizzata alla custodia dell'impianto, per tutta la durata del periodo di gestione».
Per i responsabili dell'Olimpia, però, i diretti interessati delle spese, sarebbero da ricercare altrove: «Durante tutto questo periodo, l'U.S. Bitonto Calcio ha utilizzato, regolarmente e gratuitamente, l'intero impianto al fine di svolgere le sedute di allenamento e giocare tutte le gare casalinghe del campionato nazionale di Serie D. I giovani atleti della scuola calcio dell'Olimpia Bitonto, invece, hanno usufruito del campo comunale solo ed esclusivamente in sporadiche occasioni: nello specifico, si possono annoverare cinque gare interne del campionato regionale "Juniores" e un solo campo estivo con la partecipazione di bambini/e del territorio. V'è da precisare che il campo estivo, peraltro, si è svolto interamente di mattina con un irrisorio spreco di energia».
Anche sull'effettiva quantificazione del debito, secondo l'Olimpia, il calcolo sarebbe «inverosimile».
«L'intimata spesa – scrivono ancora dalla società - al netto delle considerazioni precedenti, non può essere addebitata all'Olimpia Bitonto, la quale non ha prodotto, se non in minima parte, quei consumi. Senza contare che la ridetta circostanza, secondo i calcoli effettuati da esperti del settore a cui l'Olimpia Bitonto si è rivolta, sarebbe persino errata: difatti, il consumo totale relativo all'impianto sarebbe di gran lunga inferiore».
«L'U.S.D. Olimpia Bitonto – è l'esortazione conclusiva - invita, dunque, a non stravolgere il reale accadimento dei fatti, come spesso avvenuto nel corso di questi mesi, e a non accusare ingiustamente la società senza aver preventivamente preso contezza della documentazione integrale degli atti. Infine, la scrivente associazione intende non esprimersi oltre su questa circostanza, così da permettere alle sedi competenti di svolgere serenamente il proprio lavoro e di risolvere, una volta per tutte, la vicenda».