Botte a madre e sorella per estorcere denaro: in cella un 43enne
L'uomo è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Stato: dovrà rispondere di estorsione e maltrattamenti
venerdì 16 marzo 2018
11.48
Non una, ma più segnalazioni nel tempo, un allarmante quadro di molestie, reiterate fin dal 2012. Si sono accavallate fino a formare un quadro di potenziale pericolo, tale da far ritenere necessario procedere con un arresto.
Così, nei giorni scorsi, la Polizia di Stato ha dato esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un 43enne. Maltrattamenti in famiglia ed estorsione sono le pesanti accuse formulate a suo carico.
In quell'abitazione di Bitonto, oramai, il clima doveva essere diventato irrespirabile, la tensione palpabile. Più volte, infatti, l'uomo, noto per l'abuso di bevande alcoliche e per l'assunzione di sostanze stupefacenti, si sarebbe scagliato contro i suoi congiunti, con i quali convive, per ottenere somme di denaro. Richieste e ricatti che hanno riguardato la madre e la sorella dell'uomo.
L'uomo è indagato per aver provocato, nel corso di più episodi, sia lesioni fisiche, sia continue prostrazioni morali alla madre ed alla sorella, con cui convive. Il 36enne, infatti, sarebbe anche arrivato a costringerle, con continue offese, minacce, schiaffi, calci e ulteriori violenze fisiche anche con l'utilizzo di un bastone, a corrispondergli somme di denaro fino a 3.000 euro.
In particolare, dalle attività investigative espletate dai poliziotti del Commissariato di Bitonto, è emerso un continuo ed allarmante quadro di molestie, reiterate fin dal 2012, realizzate dall'uomo a carico della propria madre; il 43enne è stato infatti indagato per averla maltrattata mediante continue vessazioni fisiche e morali: numerose le minacce, nonché le percosse, finalizzate a costringere la donna a fornirgli somme di denaro per acquistare stupefacenti.
Nei giorni scorsi gli agenti del locale Commissariato di P.S. lo hanno arrestato con le accuse di maltrattamenti in famiglia ed estorsione. Il provvedimento è stato eseguito presso la casa circondariale di Trani ove il soggetto era già ristretto per analoghe condotte.
Così, nei giorni scorsi, la Polizia di Stato ha dato esecuzione alla misura cautelare della custodia in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Bari su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un 43enne. Maltrattamenti in famiglia ed estorsione sono le pesanti accuse formulate a suo carico.
In quell'abitazione di Bitonto, oramai, il clima doveva essere diventato irrespirabile, la tensione palpabile. Più volte, infatti, l'uomo, noto per l'abuso di bevande alcoliche e per l'assunzione di sostanze stupefacenti, si sarebbe scagliato contro i suoi congiunti, con i quali convive, per ottenere somme di denaro. Richieste e ricatti che hanno riguardato la madre e la sorella dell'uomo.
L'uomo è indagato per aver provocato, nel corso di più episodi, sia lesioni fisiche, sia continue prostrazioni morali alla madre ed alla sorella, con cui convive. Il 36enne, infatti, sarebbe anche arrivato a costringerle, con continue offese, minacce, schiaffi, calci e ulteriori violenze fisiche anche con l'utilizzo di un bastone, a corrispondergli somme di denaro fino a 3.000 euro.
In particolare, dalle attività investigative espletate dai poliziotti del Commissariato di Bitonto, è emerso un continuo ed allarmante quadro di molestie, reiterate fin dal 2012, realizzate dall'uomo a carico della propria madre; il 43enne è stato infatti indagato per averla maltrattata mediante continue vessazioni fisiche e morali: numerose le minacce, nonché le percosse, finalizzate a costringere la donna a fornirgli somme di denaro per acquistare stupefacenti.
Nei giorni scorsi gli agenti del locale Commissariato di P.S. lo hanno arrestato con le accuse di maltrattamenti in famiglia ed estorsione. Il provvedimento è stato eseguito presso la casa circondariale di Trani ove il soggetto era già ristretto per analoghe condotte.