Cartello contro gli "zingari" in via Ammiraglio Vacca

Sinistra Italiana denuncia l'episodio e chiama in causa Padoan

venerdì 12 maggio 2017 7.16
Non contiene minacce come i manifesti affissi a Cuneo nei confronti dei migranti, ma proprio nei giorni in cui tre sorelle di etnia Rom sono morte in un rogo a Roma, lascia riflettere. Il cartello esposto su un muro in via Ammiraglio Vacca, a Bitonto, non invita certo alla tolleranza. A segnalarne la presenza e a postarlo sui social è stata la sezione locale di Sinistra Italiana. "Gli zingari" vengono ritenuti responsabili dei rifiuti abbandonati nei pressi dei cassonetti.
Il partito prende spunto dall'episodio per scrivere una lettera aperta ai ministri riuniti a Bari per il G7 finanziario e in particolare a Padoan sulla questione rom: "Il ministro dell'economia italiano Padoan che in questi giorni fa gli onori di casa, a Bari per il G7 finanziario, è bravo a criticare gli altri.
È a suo agio quando insieme a tutto il governo punta il dito contro le presunte violazioni dei diritti umani di alcuni paesi o a criticare il Trump di turno perché nella società americana ci sono molte diseguaglianze. É meno bravo quando è qualcun altro a puntare il dito sul suo vergognoso problema interno: le condizioni di trattamento degli oltre 40000 rom non stanziali nel nostro paese.
In base a tutti gli indicatori sociali, dal reddito alla speranza di vita, dall'alfabetizzazione alla salute, i rom stanno peggio di qualunque altro gruppo etnico in Italia. Non sono solo poveri ma anche perseguitati.
L'Italia, come ogni paese UE ha uno strumento per cambiare le cose: l'istruzione.
Molti bambini rom in Italia non vanno a scuola o ci vanno saltuariamente.
Considerato che di solito le famiglie rom sono numerose, migliorare l'istruzione è una questione da risolvere subito nell'interesse dello stesso nostro Paese, oltre che una questione di principio.
Non sarà facile.
Un bambino che non ha mai usato i servizi igienici o non ha mai visto un libro viene facilmente emarginato.
Molti genitori rom sono obbligati a pensare che i propri figli servano per guadagnare, non per imparare.
I libri costano, e i bambini a scuola bisogna portarceli. Ma l'esperienza in Romania suggerisce che si può fare.
Un primo passo è spazzare via la discriminazione che sopravvive nelle nostre cittá.
Buoni alimentari, sussidi per scarpe e uniformi e assegni per l'infanzia condizionati alla frequenza scolastica: tutto aiuta.
Misure simili costano poco.
E non meno importante è individuare delle aree dove i ROM possano stazionare con servizi minimi garantiti: acqua, luce, servizi igienici, accessibilità scuolabus.
Ogni città compreso il nostro Comune dovrebbe avere il coraggio di garantirli senza vergognarsi a seconda delle convenienze elettorali.
O non servirà a nulla indignarci davanti al prossimo evento delittuoso dove poveri zingarelli ci rimetteranno la vita, salvo poi girare la testa da un'altra parte quando li troviamo agli angoli delle strade o elargendo qualche spicciolo pensando di aver fatto il nostro dovere di buoni cristiani.
Più dei soldi servono inventiva ed una reale volontà di integrare i nostri fratelli meno fortunati."