Chi era Vito Procacci, il primario di Bitonto. Oggi i funerali in Cattedrale

65 anni, fratello dell'onorevole Giovanni, era considerato dal mondo professionale sanitario un vero punto di riferimento

venerdì 23 agosto 2024 9.19
A cura di Nicola Miccione
Si svolgeranno questo pomeriggio, alle ore 16.00 nella Cattedrale di Bitonto, i funerali di Vito Procacci, direttore del pronto soccorso del Policlinico di Bari, morto per un malore improvviso mentre faceva il bagno a mezzanotte nelle acque antistanti la spiaggia della Purità di Gallipoli.

Fratello dell'onorevole Giovanni, era considerato dal mondo professionale sanitario regionale un vero e proprio punto di riferimento «per le generazioni di medici della emergenza urgenza della nostra regione e non solo - hanno scritto i colleghi sui social -. Raramente ho conosciuto persone così disponibili e dai tratti così distintivi del medico di pronto soccorso, quello cioè che non conosce orari di servizio perché il servizio è sempre anzi è la tua stessa vita».

Primario del pronto soccorso del Policlinico di Bari, in passato aveva ricoperto lo stesso ruolo al Riuniti di Foggia (dove ha lasciato un ottimo ricordo). Bitontino di nascita, poi era rientrato nella sua provincia, con la direzione generale del pronto soccorso del Policlinico del capoluogo pugliese. Salì agli onori della cronaca poco dopo il periodo Covid-19, quando fu multato per non aver rispettato gli orari di lavoro.

In quel periodo, infatti, si vide raggiungere da una sanzione amministrativa per gli straordinari durante l'emergenza sanitaria della pandemia da Covid-19 in cui, senza risparmiarsi, aveva trascorso intere giornate di lavoro nell'unità operativa di Emergenza Urgenza che dirigeva, senza concedersi nemmeno un minuto di riposo al fine di salvare vite umane.

Fu chiamato a pagare circa 21mila euro, ma il dispiacere per quella sanzione lo aveva spinto a scrivere al Capo dello Stato, Sergio Mattarella e alla ministra del Lavoro, Marina Calderone, che non solo avevano fatto sospendere il provvedimento ma avevano inviato pubbliche scuse al medico pugliese.

Importante, anche sui social, il lavoro durante la pandemia per convincere la cittadinanza a restare a casa. E oggi viene ricordato così: con quella foto con la scritta «Io resto a casa».