Chi rappresentano ora gli assessori della giunta Abbaticchio?
Dopo i numerosi ingressi in maggioranza e l'irruzione in consiglio di Italia in Comune attese novità anche in giunta
lunedì 18 febbraio 2019
10.16
Cambiano gli equilibri nella maggioranza del governo cittadino a Bitonto, dove nel giro di una settimana, con un tourbillon di note e comunicati, si modifica la geografia della coalizione a sostegno del sindaco Michele Abbaticchio.
L'annuncio del sostegno alla maggioranza da parte dei due consiglieri comunali del PD aveva prodotto la netta la sensazione di un tappo saltato, che era in ogni caso solo l'inizio di un vero e proprio esodo verso la coalizione Abbaticchio. Non a caso BitontoViva aveva chiaramente parlato di una "maggioranza bulgara" a sostegno del primo cittadino e della sua amministrazione.
L'annuncio nel fine settimana di Michelangelo Rucci e Cataldo Ciminiello ha confermato sensazioni e rumors, facendo diminuire di due unità gli oppositori in consiglio adesso ridotti a Carmela Rossiello (Forza Italia), insieme alla triade di Iniziativa Democratica - Daucelli, Sannicandro e Bonasia - e al socialista Scauro.
Una reazione in grande stile quella di Abbaticchio, un evidente grande atto di forza in risposta alla nascita del gruppo di Sud al Centro che, dopo aver vissuto per qualche giorno da gruppo di maggioranza relativa, si è visto clamorosamente ridimensionato dai ben 8 consiglieri (più il sindaco 9) che adesso Italia in Comune può contare. A Ciminiello e Rucci, che avevano fatto esordire il partito del sindaco in consiglio, sono arrivati ufficialmente stamattina anche gli esponenti di Tra la Gente, Emanuele Abbantantuono e Maria Grazia Gesualdo. Che sono stati raggiunti anche da Pasquale Castellano, Giuseppe Maiorano, Veronica Visotti e Lisa Nuzzo. Un plotone di maggioranza cui si aggiungono gli esponenti del Partito Democratico, Francesco Brandi, Antonella Vaccaro e Gaetano Bonasia, insieme Massimo Lacetera (La Puglia in Più) e il duo di Riformisti Cattolici e Popolari, Fabio Fiore ed Emanuele Avellis.
Ben 20 consiglieri di maggioranza (sindaco incluso) contro i 5 di minoranza che rendono del tutto ininfluente un'eventuale rottura della compagine di governo con i 5 di Sud al Centro, nel caso decidessero di passare all'opposizione.
Questi cambiamenti nello schieramento della maggioranza, però, determinano alcune questioni politiche non di poco conto nei rapporti di forza della giunta che supporta Abbaticchio.
Tra i 7 assessori, infatti, alcuni rappresentano movimenti non più presenti in consiglio comunale e soprattutto alcuni gruppi o partiti non hanno alcun esponente in giunta, almeno fino a quando dichiarazioni ufficiali non aiutino a ridisegnare la geografia anche nella compagine amministrativa.
Rosa Calò, per esempio, è vice sindaco in quota Città Democratica che però si è estinta dal consiglio comunale con il passaggio di Francesco Brandi tra le fila del PD. La logica delle cose vorrebbe che anche la Calò sia passata nel PD, ma, in assenza di comunicazioni, rimane un assessore che non rappresenta alcun partito in consiglio.
Gli assessori Gaetano De Palma, Rocco Mangini e Marianna Legista, per motivi diversi, restano del tutto indifferenti alle vicende di questi giorni: i primi due sono infatti espressione di liste civiche legate sin dall'inizio ad Abbaticchio ed in predicato di confluire in federazione ad Italia in Comune, mentre la terza è stata nominata in quota Riformisti Cattolici e Popolari che mantiene in consiglio la sua identità e la sua rappresentanza. Posizione simile a quella di Domenico Nacci, rappresentato in consiglio da Lacetera per La Puglia in più.
Angela Saracino e Domenico Incantalupo, subentrati in corsa e appartenenti a gruppi politici recentemente passati in Italia in Comune, vanno a ingrossare le fila degli assessori in carica al partito del sindaco.
Potrebbe essere proprio questa sproporzione a creare qualche problema di gestione in maggioranza al primo cittadino. Considerando che Mangini è un fedelissimo del sindaco - e quindi intoccabile - gli altri assessori in quota Italia in Comune potrebbero rischiare la poltrona davanti a eventuali richieste di Sud al Centro o anche del PD se si sentissero non sufficientemente rappresentati rispetto al loro peso in consiglio comunale.
Finora il sindaco ha escluso rimpasti della compagine amministrativa, affermando di non voler accettare alcun diktat da parte delle forze in consiglio comunale per giochi sulle poltrone.
In questa situazione, in pratica, si pongono le basi per il confronto interno alla maggioranza su chi dovrà prendere le redini di Palazzo Gentile in vista delle possibili dimissioni del primo cittadino, che potrebbe essere presto impegnato nella competizione elettorale per le Europee. Un tempo propizio per il posizionamento politico indispensabile per lanciare, da posizioni di forza, la campagna elettorale per le amministrative del comune di Bitonto.
L'annuncio del sostegno alla maggioranza da parte dei due consiglieri comunali del PD aveva prodotto la netta la sensazione di un tappo saltato, che era in ogni caso solo l'inizio di un vero e proprio esodo verso la coalizione Abbaticchio. Non a caso BitontoViva aveva chiaramente parlato di una "maggioranza bulgara" a sostegno del primo cittadino e della sua amministrazione.
L'annuncio nel fine settimana di Michelangelo Rucci e Cataldo Ciminiello ha confermato sensazioni e rumors, facendo diminuire di due unità gli oppositori in consiglio adesso ridotti a Carmela Rossiello (Forza Italia), insieme alla triade di Iniziativa Democratica - Daucelli, Sannicandro e Bonasia - e al socialista Scauro.
Una reazione in grande stile quella di Abbaticchio, un evidente grande atto di forza in risposta alla nascita del gruppo di Sud al Centro che, dopo aver vissuto per qualche giorno da gruppo di maggioranza relativa, si è visto clamorosamente ridimensionato dai ben 8 consiglieri (più il sindaco 9) che adesso Italia in Comune può contare. A Ciminiello e Rucci, che avevano fatto esordire il partito del sindaco in consiglio, sono arrivati ufficialmente stamattina anche gli esponenti di Tra la Gente, Emanuele Abbantantuono e Maria Grazia Gesualdo. Che sono stati raggiunti anche da Pasquale Castellano, Giuseppe Maiorano, Veronica Visotti e Lisa Nuzzo. Un plotone di maggioranza cui si aggiungono gli esponenti del Partito Democratico, Francesco Brandi, Antonella Vaccaro e Gaetano Bonasia, insieme Massimo Lacetera (La Puglia in Più) e il duo di Riformisti Cattolici e Popolari, Fabio Fiore ed Emanuele Avellis.
Ben 20 consiglieri di maggioranza (sindaco incluso) contro i 5 di minoranza che rendono del tutto ininfluente un'eventuale rottura della compagine di governo con i 5 di Sud al Centro, nel caso decidessero di passare all'opposizione.
Questi cambiamenti nello schieramento della maggioranza, però, determinano alcune questioni politiche non di poco conto nei rapporti di forza della giunta che supporta Abbaticchio.
Tra i 7 assessori, infatti, alcuni rappresentano movimenti non più presenti in consiglio comunale e soprattutto alcuni gruppi o partiti non hanno alcun esponente in giunta, almeno fino a quando dichiarazioni ufficiali non aiutino a ridisegnare la geografia anche nella compagine amministrativa.
Rosa Calò, per esempio, è vice sindaco in quota Città Democratica che però si è estinta dal consiglio comunale con il passaggio di Francesco Brandi tra le fila del PD. La logica delle cose vorrebbe che anche la Calò sia passata nel PD, ma, in assenza di comunicazioni, rimane un assessore che non rappresenta alcun partito in consiglio.
Gli assessori Gaetano De Palma, Rocco Mangini e Marianna Legista, per motivi diversi, restano del tutto indifferenti alle vicende di questi giorni: i primi due sono infatti espressione di liste civiche legate sin dall'inizio ad Abbaticchio ed in predicato di confluire in federazione ad Italia in Comune, mentre la terza è stata nominata in quota Riformisti Cattolici e Popolari che mantiene in consiglio la sua identità e la sua rappresentanza. Posizione simile a quella di Domenico Nacci, rappresentato in consiglio da Lacetera per La Puglia in più.
Angela Saracino e Domenico Incantalupo, subentrati in corsa e appartenenti a gruppi politici recentemente passati in Italia in Comune, vanno a ingrossare le fila degli assessori in carica al partito del sindaco.
Potrebbe essere proprio questa sproporzione a creare qualche problema di gestione in maggioranza al primo cittadino. Considerando che Mangini è un fedelissimo del sindaco - e quindi intoccabile - gli altri assessori in quota Italia in Comune potrebbero rischiare la poltrona davanti a eventuali richieste di Sud al Centro o anche del PD se si sentissero non sufficientemente rappresentati rispetto al loro peso in consiglio comunale.
Finora il sindaco ha escluso rimpasti della compagine amministrativa, affermando di non voler accettare alcun diktat da parte delle forze in consiglio comunale per giochi sulle poltrone.
In questa situazione, in pratica, si pongono le basi per il confronto interno alla maggioranza su chi dovrà prendere le redini di Palazzo Gentile in vista delle possibili dimissioni del primo cittadino, che potrebbe essere presto impegnato nella competizione elettorale per le Europee. Un tempo propizio per il posizionamento politico indispensabile per lanciare, da posizioni di forza, la campagna elettorale per le amministrative del comune di Bitonto.