Città Democratica torna nel PD. Attivisti pronti «a tematiche più ampie di quella amministrativa»
Critica Forza Italia: «Più che una coalizione, un'ammucchiata»
sabato 9 febbraio 2019
12.41
«Deframmentare e ricompattare era il nostro intento, e spero proprio che di questo si sia accorto più di qualcuno». Cambio di rotta da parte degli attivisti di Città Democratica che dopo aver lasciato il Partito Democratico circa 12 anni fa, adesso rientrano a casa base, fondendosi con quelli che per oltre due lustri sono stati avversari politici dichiarati.
«Negli ultimi cinque anni – spiegano in una nota stampa - dopo aver assistito alla sofisticazione del nome del civismo, sempre più spesso abusato per adombrare semplici gruppuscoli di interessi autoreferenziali, ci siamo adoperati in maniera sempre più decisa nel porre le basi per un progetto politico di ampio respiro e con metodologia costituente, capace di rilanciare la forma Partito con metodi e contenuti nuovi».
«Le realtà civiche – si legge ancora nel comunicato - nate per soddisfare una crisi identitaria e di partecipazione, avrebbero il dovere d'essere contigue all'azione del partito, tentando di contaminarlo, di rinnovarlo, di aiutarlo ad uscire dal pantano. Se non tentano questa profezia, alla lunga le civiche fanno peggio dei partiti».
Per gli attivisti di Città Democratica, insomma, una "civica" sarebbe «tale solo se concentra la propria azione a livello locale». Gli orizzonti, al momento, però, sembrano essere cambiati. «Ora ci sentiamo pronti a cimentarci su tematiche più ampie di quella amministrativa», spiegano da Città Democratica. Ecco perchè «in seguito ad una collaborazione con il Partito Democratico e ad una ricerca di intese cominciate dall'estate del 2017 che hanno dato buoni frutti, Città Democratica ritiene sia giunto il momento di dare un segnale ancora più concreto e netto, in vista del Congresso del Partito Democratico in programma per il 17 febbraio prossimo, unendosi al gruppo consigliare del PD nella massima assise cittadina».
Per gli attivisti dell'associazione politico/culturale, dunque, adesso «è necessario che la responsabilità e la capacità di proposta dimostrate nella solida azione di governo di questi anni vengano declinate anche ad un livello schiettamente politico: anche là occorre portare la propria azione rinnovatrice e non limitarsi a protestare semplicemente la propria innocenza». L'obiettivo dichiarato sarà quello di fare fronte comune contro «i germi dell'antipolitica, costituitisi pericolosissimi fronti nazionalisti e sovranisti», perchè «nei tempi che stiamo attraversando determinare la politica nazionale è diventato un dovere a cui chi ama la Repubblica non può sottrarsi».
Duro, anche sull'ingresso in maggioranza del Partito Democratico attraverso questa operazione, il commento della sezione locale di Forza Italia, unico partito, in pratica, a essere rimasto all'opposizione insieme a Iniziativa Democratica. «Più che una coalizione – scrivono in una nota stampa i forzisti - quella che sostiene Abbaticchio è ormai una vera e propria ammucchiata. Anche il Partito Democratico, dopo un'aspra campagna elettorale in cui si era presentato come antagonista di chi aveva mal amministrato Bitonto, e dopo un'opposizione sempre più fiacca in Consiglio comunale, cede le armi (di cartone) ed entra in maggioranza». Per gli attivisti azzurri si tratterebbe di un «voltafaccia nei confronti degli elettori che hanno votato il Partito Democratico perché alternativo ed estraneo alla coalizione marmellata del sindaco, che pur di non perdere la poltrona ha fatto entrare di tutto nelle sue liste».
«Ma con che coraggio quelli del Pd passano dalla parte di chi hanno criticato e combattuto fino a ieri, e dal quale sono stati calpestati senza ritegno? - è la domanda del consigliere comunale di Forza Italia Carmela Rossiello - e non vengano a dirci che lo stato di degrado in cui versa Bitonto è conseguenza delle politiche nazionali, perché ha un nome e cognome: Michele Abbaticchio».
«Un altro pesce ha abboccato all'amo – conclude la nota - cosa ci sarà dietro questo cambio di casacca? Lo scopriremo presto. Evviva la coerenza!».
«Negli ultimi cinque anni – spiegano in una nota stampa - dopo aver assistito alla sofisticazione del nome del civismo, sempre più spesso abusato per adombrare semplici gruppuscoli di interessi autoreferenziali, ci siamo adoperati in maniera sempre più decisa nel porre le basi per un progetto politico di ampio respiro e con metodologia costituente, capace di rilanciare la forma Partito con metodi e contenuti nuovi».
«Le realtà civiche – si legge ancora nel comunicato - nate per soddisfare una crisi identitaria e di partecipazione, avrebbero il dovere d'essere contigue all'azione del partito, tentando di contaminarlo, di rinnovarlo, di aiutarlo ad uscire dal pantano. Se non tentano questa profezia, alla lunga le civiche fanno peggio dei partiti».
Per gli attivisti di Città Democratica, insomma, una "civica" sarebbe «tale solo se concentra la propria azione a livello locale». Gli orizzonti, al momento, però, sembrano essere cambiati. «Ora ci sentiamo pronti a cimentarci su tematiche più ampie di quella amministrativa», spiegano da Città Democratica. Ecco perchè «in seguito ad una collaborazione con il Partito Democratico e ad una ricerca di intese cominciate dall'estate del 2017 che hanno dato buoni frutti, Città Democratica ritiene sia giunto il momento di dare un segnale ancora più concreto e netto, in vista del Congresso del Partito Democratico in programma per il 17 febbraio prossimo, unendosi al gruppo consigliare del PD nella massima assise cittadina».
Per gli attivisti dell'associazione politico/culturale, dunque, adesso «è necessario che la responsabilità e la capacità di proposta dimostrate nella solida azione di governo di questi anni vengano declinate anche ad un livello schiettamente politico: anche là occorre portare la propria azione rinnovatrice e non limitarsi a protestare semplicemente la propria innocenza». L'obiettivo dichiarato sarà quello di fare fronte comune contro «i germi dell'antipolitica, costituitisi pericolosissimi fronti nazionalisti e sovranisti», perchè «nei tempi che stiamo attraversando determinare la politica nazionale è diventato un dovere a cui chi ama la Repubblica non può sottrarsi».
Duro, anche sull'ingresso in maggioranza del Partito Democratico attraverso questa operazione, il commento della sezione locale di Forza Italia, unico partito, in pratica, a essere rimasto all'opposizione insieme a Iniziativa Democratica. «Più che una coalizione – scrivono in una nota stampa i forzisti - quella che sostiene Abbaticchio è ormai una vera e propria ammucchiata. Anche il Partito Democratico, dopo un'aspra campagna elettorale in cui si era presentato come antagonista di chi aveva mal amministrato Bitonto, e dopo un'opposizione sempre più fiacca in Consiglio comunale, cede le armi (di cartone) ed entra in maggioranza». Per gli attivisti azzurri si tratterebbe di un «voltafaccia nei confronti degli elettori che hanno votato il Partito Democratico perché alternativo ed estraneo alla coalizione marmellata del sindaco, che pur di non perdere la poltrona ha fatto entrare di tutto nelle sue liste».
«Ma con che coraggio quelli del Pd passano dalla parte di chi hanno criticato e combattuto fino a ieri, e dal quale sono stati calpestati senza ritegno? - è la domanda del consigliere comunale di Forza Italia Carmela Rossiello - e non vengano a dirci che lo stato di degrado in cui versa Bitonto è conseguenza delle politiche nazionali, perché ha un nome e cognome: Michele Abbaticchio».
«Un altro pesce ha abboccato all'amo – conclude la nota - cosa ci sarà dietro questo cambio di casacca? Lo scopriremo presto. Evviva la coerenza!».