Col cane senza museruola nel negozio dei neonati: viene allontanata e pubblica un video diffamatorio
I titolari dell'azienda bitontina: «Sconfortante. Serve più rispetto»
lunedì 4 dicembre 2017
9.06
Ha preteso di continuare ad aggirarsi nel negozio di neonati in cui era entrata con un cane di grossa taglia e, quando le è stato chiesto di usare la museruola o di darsi il cambio col compagno all'uscita per la custodia dell'animale, ha iniziato a inveire contro il personale pubblicando anche un video diffamatorio. È accaduto negli scorsi giorni nel centro commerciale di Bari - Santa Caterina, scenario di una diffamazione ai danni di una nota azienda bitontina di giocattoli e prodotti per l'infanzia e le gestanti.
«Domenica scorsa – hanno spiegato i titolari della ditta per fare chiarezza sulla vicenda - è accaduto che con il negozio pieno di bambini, madri in gravidanza, neonati nei passeggini, giungesse una coppia con un cane di grossa taglia al guinzaglio senza museruola che iniziava ad aggirarsi tra i vari reparti. Una donna incinta, in quel momento presente nella zona alimentari, riferiva al responsabile del negozio di avere paura dei cani, chiedendo di essere scortata all'uscita, nel mentre il cane, aggirandosi tra gli scaffali, prendeva ad annusare alcuni peluche presenti nel reparto giocattoli. Tanto determinava il responsabile ad intervenire, invitando la coppia a dotare il cane di museruola o di darsi il cambio nella custodia del cane nei pressi dell'uscita, al fine di evitare ulteriori incresciosi disagi. Ciò comportava una violenta reazione da parte dei due ed in particolare della donna nei confronti del responsabile appellato in maniera volgare e fatto oggetto di minacce».
Come se non bastasse, la donna, appena uscita dal negozio, ha effettuato un video diffamatorio in cui racconta di essere stata cacciata dall'esercizio commerciale a causa del cane e invita gli altri utenti a boicottare l'attività, senza risparmiare offese e minacce di vario tipo. In pochi minuti centinaia di migliaia di condivisioni e commenti hanno trasformato il video in un contenuto "virale", che si è diffuso in particolare fra l'utenza "animalista" dei social network. «Hanno minato fortemente la credibilità della nostra azienda, del personale e di tutti noi – spiegano ancora i titolari - oltre che delle nostre famiglie. Abbiamo dato incarico al nostro legale di fiducia di intraprendere le opportune azioni giudiziarie in danno degli autori degli odiosi comportamenti posti in essere, non per mero atto vendicativo, ma per rendere possibile una seria riflessione sulla potenza mediatica dei Social Network, con l'intento di divulgare un messaggio di rispetto nei confronti di chi da sempre ha speso la propria esistenza, concentrandosi nel lavoro con dedizione e amore verso la propria clientela».
Insomma, un esempio evidente di come il sacrosanto diritto ad amare e prendersi cura di un animale domestico possa talvolta essere imbracciato come un'arma da guerra ideologica da puntare verso i presunti "nemici" degli animali e fare più danni, agli stessi amici a quattro zampe, dei maltrattamenti.
«Domenica scorsa – hanno spiegato i titolari della ditta per fare chiarezza sulla vicenda - è accaduto che con il negozio pieno di bambini, madri in gravidanza, neonati nei passeggini, giungesse una coppia con un cane di grossa taglia al guinzaglio senza museruola che iniziava ad aggirarsi tra i vari reparti. Una donna incinta, in quel momento presente nella zona alimentari, riferiva al responsabile del negozio di avere paura dei cani, chiedendo di essere scortata all'uscita, nel mentre il cane, aggirandosi tra gli scaffali, prendeva ad annusare alcuni peluche presenti nel reparto giocattoli. Tanto determinava il responsabile ad intervenire, invitando la coppia a dotare il cane di museruola o di darsi il cambio nella custodia del cane nei pressi dell'uscita, al fine di evitare ulteriori incresciosi disagi. Ciò comportava una violenta reazione da parte dei due ed in particolare della donna nei confronti del responsabile appellato in maniera volgare e fatto oggetto di minacce».
Come se non bastasse, la donna, appena uscita dal negozio, ha effettuato un video diffamatorio in cui racconta di essere stata cacciata dall'esercizio commerciale a causa del cane e invita gli altri utenti a boicottare l'attività, senza risparmiare offese e minacce di vario tipo. In pochi minuti centinaia di migliaia di condivisioni e commenti hanno trasformato il video in un contenuto "virale", che si è diffuso in particolare fra l'utenza "animalista" dei social network. «Hanno minato fortemente la credibilità della nostra azienda, del personale e di tutti noi – spiegano ancora i titolari - oltre che delle nostre famiglie. Abbiamo dato incarico al nostro legale di fiducia di intraprendere le opportune azioni giudiziarie in danno degli autori degli odiosi comportamenti posti in essere, non per mero atto vendicativo, ma per rendere possibile una seria riflessione sulla potenza mediatica dei Social Network, con l'intento di divulgare un messaggio di rispetto nei confronti di chi da sempre ha speso la propria esistenza, concentrandosi nel lavoro con dedizione e amore verso la propria clientela».
Insomma, un esempio evidente di come il sacrosanto diritto ad amare e prendersi cura di un animale domestico possa talvolta essere imbracciato come un'arma da guerra ideologica da puntare verso i presunti "nemici" degli animali e fare più danni, agli stessi amici a quattro zampe, dei maltrattamenti.