Col decreto Salvini per i migranti fuori dai centri d’accoglienza pagheranno i Comuni
Gli amministratori di Italia in Comune contro il vicepremier: «Aumenteranno clandestini e delinquenza»
venerdì 2 novembre 2018
10.10
Saranno i comuni italiani a pagare il conto del decreto Salvini che prevede, fra le altre cose, il taglio ai fondi europei destinati all'accoglienza dei migranti che finiranno per le strade delle città italiane senza controllo. La denuncia arriva dai 60 amministratori locali, sindaci, assessori e consiglieri di Italia in Comune Puglia che hanno fatto fronte comune per dire 'no' al provvedimento sull'immigrazione, come avvenuto già in altri comuni del Nord.
«Il decreto del Ministero dell'Interno – spiegano da Italia in Comune - prevede, infatti, 23 mila migranti in meno nel circuito dell'accoglienza, la revoca di circa 1500 permessi di protezione umanitaria e la chiusura di decine di Cas e Sprar. Tuttavia, le stime ANCI sono raccapriccianti per i Comuni: 280 milioni di euro di costi amministrativi che ricadrebbero su Servizi sociali e sanitari delle singole città».
I costi, però, potrebbero essere solo l'ultimo dei problemi. «Il sistema elaborato da Salvini è fallimentare – ha detto il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio - con le chiusure di CAS e Sprar, si tolgono vite umane dal circuito 'sano' dell'accoglienza per immetterle in strada. Non occorre essere degli esperti per comprendere come gli effetti del provvedimento sarebbero addirittura opposti a quelli prefissati, ovvero aumento di clandestinità, casi di emarginazione sociale e, quindi, anche di delinquenza. A voler essere sospettosi, verrebbe addirittura da pensare che questo incremento generalizzato di insicurezza e panico che si diffonderebbe nelle città sia una trovata utile per futuri fini elettorali».
«Ci spieghi Salvini come dovrebbe condurre questo provvedimento a una maggiore sicurezza nelle città – è la domanda del sindaco di Acquaviva delle Fonti, Carlucci - se l'attuale Governo non ha stipulato nemmeno un accordo con i Paesi di provenienza dei migranti per il loro rimpatrio. Se questi soggetti vengono sbattuti fuori dai centri di accoglienza e non vengono rimpatriati, dove finiranno, se non sulle nostre strade? Per non parlare, poi, dell'aspetto più prettamente 'umano' della questione, che siamo certi non sarà stato preso in considerazione dal Ministro, ovvero l'abbandono in strada di giovanissimi che vengono tristemente condannati a un futuro di precarietà, stenti e espedienti».
Gli amministratori del partito di Pizzarotti hanno deciso di presentare un ordine del giorno in cui chiederanno al Governo di sospendere gli effetti del decreto legge e di rivalutare, magari a seguito di confronto con i territori, le ricadute concrete dell'atto sia in termini economici che sociali e di sicurezza, e alla Regione Puglia di condividere i loro intenti.
«Il decreto del Ministero dell'Interno – spiegano da Italia in Comune - prevede, infatti, 23 mila migranti in meno nel circuito dell'accoglienza, la revoca di circa 1500 permessi di protezione umanitaria e la chiusura di decine di Cas e Sprar. Tuttavia, le stime ANCI sono raccapriccianti per i Comuni: 280 milioni di euro di costi amministrativi che ricadrebbero su Servizi sociali e sanitari delle singole città».
I costi, però, potrebbero essere solo l'ultimo dei problemi. «Il sistema elaborato da Salvini è fallimentare – ha detto il sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio - con le chiusure di CAS e Sprar, si tolgono vite umane dal circuito 'sano' dell'accoglienza per immetterle in strada. Non occorre essere degli esperti per comprendere come gli effetti del provvedimento sarebbero addirittura opposti a quelli prefissati, ovvero aumento di clandestinità, casi di emarginazione sociale e, quindi, anche di delinquenza. A voler essere sospettosi, verrebbe addirittura da pensare che questo incremento generalizzato di insicurezza e panico che si diffonderebbe nelle città sia una trovata utile per futuri fini elettorali».
«Ci spieghi Salvini come dovrebbe condurre questo provvedimento a una maggiore sicurezza nelle città – è la domanda del sindaco di Acquaviva delle Fonti, Carlucci - se l'attuale Governo non ha stipulato nemmeno un accordo con i Paesi di provenienza dei migranti per il loro rimpatrio. Se questi soggetti vengono sbattuti fuori dai centri di accoglienza e non vengono rimpatriati, dove finiranno, se non sulle nostre strade? Per non parlare, poi, dell'aspetto più prettamente 'umano' della questione, che siamo certi non sarà stato preso in considerazione dal Ministro, ovvero l'abbandono in strada di giovanissimi che vengono tristemente condannati a un futuro di precarietà, stenti e espedienti».
Gli amministratori del partito di Pizzarotti hanno deciso di presentare un ordine del giorno in cui chiederanno al Governo di sospendere gli effetti del decreto legge e di rivalutare, magari a seguito di confronto con i territori, le ricadute concrete dell'atto sia in termini economici che sociali e di sicurezza, e alla Regione Puglia di condividere i loro intenti.