Coldiretti denuncia: «L'afa non ferma i predoni»
Campi senz'acqua per furti di cavi e impianti elettrici dei pozzi artesiani
domenica 13 agosto 2017
12.10
Le alte temperature non fermano i predoni delle campagne che stanno aggiungendo il danno alla beffa a carico degli agricoltori, denuncia Coldiretti Bari, impegnati quotidianamente a contrastare la siccità, aumentando vertiginosamente i costi per l'irrigazione.
Si stanno moltiplicando le denunce, soprattutto nelle zone di Grumo, Palo, Bitonto, di furti di cavi e interi quadri elettrici dei pozzi artesiani, indispensabili all'emungimento di acqua.
Per questo continua ad aumentare il timore delle famiglie per il rischio criminalità, secondo i dati Istat, e il problema è avvertito in misura significativa nelle campagne, dove, ricorda Coldiretti Bari, risulta elevata l'intensità dell'associazionismo criminale nelle province di Barletta Andria Trani (40,9) e Bari (40,9), depredate, oltre che dai gruppi organizzati di nazionalità italiana, dalla criminalità straniera principalmente di origine albanese, romena, russa e nordafricana.
«I furti sono praticamente quotidiani – denuncia il delegato confederale di Bari, Angelo Corsetti – tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne, mentre altri si sono affidati a istituti di vigilanza. Oltre alla perdita di reddito, a rischio è la stessa incolumità dei nostri agricoltori che non è certamente un problema trascurabile.
Considerata la gravità del fenomeno, chiederemo alle Prefetture sul territorio un intervento per il pattugliamento delle aree più sensibili, perché - dice - bisogna prepararsi adeguatamente alla campagna di raccolta di mandorle e olive, prodotti che fanno gola a gruppi criminali italiani e stranieri».
Secondo l'analisi dell'Osservatorio sulla criminalità dell'agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso da Coldiretti sui risultati conseguiti dalle forze di polizia, l'intero comparto agroalimentare è caratterizzato da fenomeni criminali legati a furti, estorsioni e alla contraffazione di prodotti alimentari ed agricoli e dei relativi marchi garantiti.
I danni al sistema sociale ed economico sono molteplici, dal pericolo per la salute dei consumatori finali, all'alterazione del regolare andamento del mercato agroalimentare.
Per questo Coldiretti Bari, ringraziando le forze dell'ordine per l'opera incessante svolta quotidianamente, chiede una stretta sui controlli per assicurare maggiore sicurezza agli agricoltori e agli operai nelle campagne delle province di Bari e Bat.
«I furti di olive, mandorle, rame e mezzi agricoli, fenomeni estorsivi con il taglio dei ceppi di uva – aggiunge il direttore di Coldiretti Bari, Marino Pilati – sono stati all'ordine del giorno anche nei primi sette mesi del 2017. Il fronte dell'illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all'attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimentari.
I reati contro il patrimonio, quali furto di mezzi agricoli (15%), abigeato (11%), furto di prodotti agricoli (13%), racket (9%), usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, rappresentano la porta d'ingresso principale della malavita organizzata e spicciola nella vita dell'imprenditore e nella regolare conduzione aziendale.
Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredati, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati lasciando, le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali».
Capitolo a parte merita il mercato parallelo di prodotti agricoli, conclude Coldiretti Bari, provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio made in Puglia, a danno dell'imprenditoria agricola pugliesi e dei consumatori.
Si stanno moltiplicando le denunce, soprattutto nelle zone di Grumo, Palo, Bitonto, di furti di cavi e interi quadri elettrici dei pozzi artesiani, indispensabili all'emungimento di acqua.
Per questo continua ad aumentare il timore delle famiglie per il rischio criminalità, secondo i dati Istat, e il problema è avvertito in misura significativa nelle campagne, dove, ricorda Coldiretti Bari, risulta elevata l'intensità dell'associazionismo criminale nelle province di Barletta Andria Trani (40,9) e Bari (40,9), depredate, oltre che dai gruppi organizzati di nazionalità italiana, dalla criminalità straniera principalmente di origine albanese, romena, russa e nordafricana.
«I furti sono praticamente quotidiani – denuncia il delegato confederale di Bari, Angelo Corsetti – tanto da aver spinto alcuni agricoltori ad organizzarsi con ronde notturne e diurne, mentre altri si sono affidati a istituti di vigilanza. Oltre alla perdita di reddito, a rischio è la stessa incolumità dei nostri agricoltori che non è certamente un problema trascurabile.
Considerata la gravità del fenomeno, chiederemo alle Prefetture sul territorio un intervento per il pattugliamento delle aree più sensibili, perché - dice - bisogna prepararsi adeguatamente alla campagna di raccolta di mandorle e olive, prodotti che fanno gola a gruppi criminali italiani e stranieri».
Secondo l'analisi dell'Osservatorio sulla criminalità dell'agricoltura e sul sistema agroalimentare promosso da Coldiretti sui risultati conseguiti dalle forze di polizia, l'intero comparto agroalimentare è caratterizzato da fenomeni criminali legati a furti, estorsioni e alla contraffazione di prodotti alimentari ed agricoli e dei relativi marchi garantiti.
I danni al sistema sociale ed economico sono molteplici, dal pericolo per la salute dei consumatori finali, all'alterazione del regolare andamento del mercato agroalimentare.
Per questo Coldiretti Bari, ringraziando le forze dell'ordine per l'opera incessante svolta quotidianamente, chiede una stretta sui controlli per assicurare maggiore sicurezza agli agricoltori e agli operai nelle campagne delle province di Bari e Bat.
«I furti di olive, mandorle, rame e mezzi agricoli, fenomeni estorsivi con il taglio dei ceppi di uva – aggiunge il direttore di Coldiretti Bari, Marino Pilati – sono stati all'ordine del giorno anche nei primi sette mesi del 2017. Il fronte dell'illegalità è sempre più ampio e riguarda la proprietà fondiaria, le infrastrutture di servizio all'attività agricola e, non da ultime, le produzioni agricole ed agroalimentari.
I reati contro il patrimonio, quali furto di mezzi agricoli (15%), abigeato (11%), furto di prodotti agricoli (13%), racket (9%), usura, danneggiamento, pascolo abusivo, estorsione, rappresentano la porta d'ingresso principale della malavita organizzata e spicciola nella vita dell'imprenditore e nella regolare conduzione aziendale.
Masserie, pozzi e strutture letteralmente depredati, chilometri e chilometri di fili di rame, letteralmente volatilizzati lasciando, le imprese senza energia elettrica e possibilità di proseguire nelle quotidiane attività imprenditoriali».
Capitolo a parte merita il mercato parallelo di prodotti agricoli, conclude Coldiretti Bari, provenienti da migliaia di chilometri di distanza, spesso sofisticati, spacciati per prodotti di qualità, quando di qualità non sono, per cui viene illegalmente utilizzato il marchio made in Puglia, a danno dell'imprenditoria agricola pugliesi e dei consumatori.