Confiscati beni per un milione di euro ad un 51enne di Bitonto
Si tratta di immobili, auto, quote societarie e conti correnti. Il provvedimento è eseguito dalla Direzione Investigativa Antimafia
venerdì 3 giugno 2022
13.13
Beni per oltre un milione di euro sono stati confiscati dalla Direzione Investigativa Antimafia. Il personale della Dia ha eseguito la confisca definitiva di immobili, auto e conti, riconducibili ad un 51enne di Bitonto, Emanuele Sicolo, che conferma la misura di prevenzione patrimoniale emessa dal Tribunale di Bari nel 2019.
L'esecuzione del provvedimento, che segue una sentenza della Corte Suprema di Cassazione – Sezione Quinta Penale avente ad oggetto la confisca definitiva dei beni, rappresenta la conclusione della complessa attività investigativa svolta dalla Dia, «finalizzata - spiegano gli investigatori - alla ricostruzione del profilo di pericolosità sociale del "proposto" e all'individuazione degli asset patrimoniali e finanziari riconducibili al medesimo ed ai componenti del suo nucleo familiare».
Il destinatario, dopo le indagini, «è stato riconosciuto come un soggetto connotato da pericolosità sociale in ragione dei suoi numerosissimi precedenti per reati violenti o effettuati per motivi di profitto, nonché per una condanna per associazione mafiosa». A carico dell'uomo è stata valutata «la sussistenza di indizi su cui fondare un giudizio prognostico sfavorevole circa la pericolosità in ragione della propensione a delinquere apparsa strutturata e costante in un arco temporale».
Le indagini, dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, avrebbero permesso di accertare «l'ampia sproporzione tra il patrimonio e la capacità reddituale del proposto e dei suoi familiari». Il provvedimento di confisca ha interessato unità immobiliari, vetture, quote societarie di compendi aziendali e conti correnti.
L'esecuzione del provvedimento, che segue una sentenza della Corte Suprema di Cassazione – Sezione Quinta Penale avente ad oggetto la confisca definitiva dei beni, rappresenta la conclusione della complessa attività investigativa svolta dalla Dia, «finalizzata - spiegano gli investigatori - alla ricostruzione del profilo di pericolosità sociale del "proposto" e all'individuazione degli asset patrimoniali e finanziari riconducibili al medesimo ed ai componenti del suo nucleo familiare».
Il destinatario, dopo le indagini, «è stato riconosciuto come un soggetto connotato da pericolosità sociale in ragione dei suoi numerosissimi precedenti per reati violenti o effettuati per motivi di profitto, nonché per una condanna per associazione mafiosa». A carico dell'uomo è stata valutata «la sussistenza di indizi su cui fondare un giudizio prognostico sfavorevole circa la pericolosità in ragione della propensione a delinquere apparsa strutturata e costante in un arco temporale».
Le indagini, dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, avrebbero permesso di accertare «l'ampia sproporzione tra il patrimonio e la capacità reddituale del proposto e dei suoi familiari». Il provvedimento di confisca ha interessato unità immobiliari, vetture, quote societarie di compendi aziendali e conti correnti.