Contanti, conti e Rolex: sequestro da 18 milioni all'imprenditore Giordano
Le indagini hanno dimostrato che gli investimenti effettuati negli anni dal 59enne erano proventi di attività illecite
venerdì 6 ottobre 2023
18.39
Coinvolto nella maxi operazione "Levante" e di professione imprenditore, ma la sproporzione tra il flusso di denaro che transitava dai suoi conti correnti e i redditi dichiarati l'hanno incastrato. Sigilli a beni del valore totale superiore a 18 milioni di euro nei confronti di Francesco Giordano e, in futuro, una possibile confisca.
Il 59enne, figura chiave del blitz del 15 ottobre scorso che portò a 75 misure cautelari sul presunto riciclaggio, anche oltre confine, di denaro derivante da attività illecite, di evasione fiscale e di frode nelle forniture di carburante, è finito nuovamente nei guai: gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Bari, all'alba di oggi, hanno eseguito un decreto di sequestro anticipato, emesso dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo, ai sensi del codice antimafia.
Sotto chiave sono finiti numerosi beni, tra disponibilità finanziarie e somme in contanti già sottoposte a sequestro nel corso di alcune perquisizioni avvenute nel 2017, nel 2018 e nel 2022 - per un totale di oltre 4,5 milioni di euro -, e saldi di rapporti bancari. E poi vari beni di valore (sette orologi, tra cui un Rolex Daytona da 38mila euro ed un GMT Master da 30mila euro), per un valore complessivo superiore a 18 milioni di euro, 7 dei quali materialmente raggiunti dal provvedimento.
Le indagini patrimoniali hanno permesso agli inquirenti di dimostrare «l'evidente sproporzione tra il tenore di vita del nucleo familiare di Giordano e gli acquisti di beni mobili e immobili negli anni, rispetto ai redditi dichiarati dal medesimo e dai familiari conviventi e tale sproporzione - è scritto nel decreto della terza sezione penale presieduta dalla giudice Giulia Romanazzi - rende fondata la convinzione che detti beni costituiscano il frutto o il reimpiego delle varie attività delittuose».
L'ordinanza, richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, rappresenta un altro duro colpo inferto all'impero patrimoniale di Giordano, già condannato in via definitiva per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e al trasferimento fraudolento di valori: l'uomo, recluso nel carcere di Vigevano e ritenuto connotato da «pericolosità qualificata» e «generica», è stato condannato in primo grado a 13 anni e 6 mesi (blitz "Levante"), oltre al sequestro in udienza penale.
Per gli inquirenti Giordano sarebbe stato «al centro di una organizzazione di mezzi e persone» che negli anni, attraverso una fitta rete di società e di prestanome, sarebbe riuscito a «conseguire un risparmio di spesa per circa 31 milioni di euro, che "drenava" soltanto in parte, così oscurandone la provenienza delittuosa».
Il 59enne, figura chiave del blitz del 15 ottobre scorso che portò a 75 misure cautelari sul presunto riciclaggio, anche oltre confine, di denaro derivante da attività illecite, di evasione fiscale e di frode nelle forniture di carburante, è finito nuovamente nei guai: gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia di Bari, all'alba di oggi, hanno eseguito un decreto di sequestro anticipato, emesso dalla sezione Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo, ai sensi del codice antimafia.
Sotto chiave sono finiti numerosi beni, tra disponibilità finanziarie e somme in contanti già sottoposte a sequestro nel corso di alcune perquisizioni avvenute nel 2017, nel 2018 e nel 2022 - per un totale di oltre 4,5 milioni di euro -, e saldi di rapporti bancari. E poi vari beni di valore (sette orologi, tra cui un Rolex Daytona da 38mila euro ed un GMT Master da 30mila euro), per un valore complessivo superiore a 18 milioni di euro, 7 dei quali materialmente raggiunti dal provvedimento.
Le indagini patrimoniali hanno permesso agli inquirenti di dimostrare «l'evidente sproporzione tra il tenore di vita del nucleo familiare di Giordano e gli acquisti di beni mobili e immobili negli anni, rispetto ai redditi dichiarati dal medesimo e dai familiari conviventi e tale sproporzione - è scritto nel decreto della terza sezione penale presieduta dalla giudice Giulia Romanazzi - rende fondata la convinzione che detti beni costituiscano il frutto o il reimpiego delle varie attività delittuose».
L'ordinanza, richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, rappresenta un altro duro colpo inferto all'impero patrimoniale di Giordano, già condannato in via definitiva per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e al trasferimento fraudolento di valori: l'uomo, recluso nel carcere di Vigevano e ritenuto connotato da «pericolosità qualificata» e «generica», è stato condannato in primo grado a 13 anni e 6 mesi (blitz "Levante"), oltre al sequestro in udienza penale.
Per gli inquirenti Giordano sarebbe stato «al centro di una organizzazione di mezzi e persone» che negli anni, attraverso una fitta rete di società e di prestanome, sarebbe riuscito a «conseguire un risparmio di spesa per circa 31 milioni di euro, che "drenava" soltanto in parte, così oscurandone la provenienza delittuosa».