Crisi aziendale e strategie di ripresa. Lo studio di Delfino
Investimenti ed innovazioni secondo il giovane economista di un'azienda di Bitonto
giovedì 7 maggio 2020
9.06
La crisi nella quale siamo immersi ha avuto, tra le altre conseguenze, quella del moltiplicarsi delle difficoltà di molte imprese. La diffusione della crisi, la fase 2 e il futuro dell'economia sono alla base di uno studio di Gaetano Delfino, giovane economista di un'azienda di Bitonto.
«Lo studio economico svolto - racconta - s'è basato sui miei numerosi viaggi presso le sedi italiane (Milano, Roma, Torino, Napoli) dell'azienda per la quale lavoro, monitorando le scelte della mia équipe amministrativa sul territorio. Ho verificato le differenze economiche, strutturali e logistiche dei nostri clienti in tutta Italia, fattori utili per prevedere nuove strategie in questi mesi "targati" Covid-19.
Terminata la fase dedicata al mio lavoro aziendale, ho provato ad esaminare le possibilità di ripresa immediata, la percezione di spending revenge nel nostro popolo, ed il tipo di contrazione economica che ci attende. Nel 2020 si era prevista una crescita economica dello 0,5% sulla base del risultato ottenuto nel 2019. Nel Mezzogiorno si concentra il 45,7% del settore primario, trainato dall'agricoltura (da notare che il 10% di tale manodopera è straniera).
A livello italiano però, sino al 2019, tale settore (primario) non superava il 3% del prodotto interno lordo. In questo momento storico potrebbe esser fonte di ottimi investimenti ed opportunità lavorative, in vista anche della possibile nazionalizzazione di molti prodotti. È una filiera che non si è mai fermata, anzi ha accelerato durante il lock down. Il dato preoccupante è la grande percentuale, 74%, di settore terziario presente nel tessuto economico del nostro bellissimo stivale.
Commercio, alberghi, trasporti, attività immobiliari, ristorazione, servizi di comunicazione, intrattenimento e vari altri servizi sono i settori che probabilmente subiranno una forte contrazione negativa e che avranno bisogno di grande sostegno, specialmente dagli esperti e dalle task force locali.
Ho invitato, nelle ultime due settimane, miei ex colleghi, dell'Università tedesca Hochschule Anhalt ad effettuare con me uno studio più esteso a livello europeo, con i possibili scenari presentabili. Abbiamo compreso come l'economia più solida nel post lockdown e nella fase di convivenza con il virus, è quella tedesca. La spiegazione principale è la fisionomia della sua economia interna, senza lasciar spazio ad idee populiste o complottismi vari.
Più del 30% dell'economia di Berlino è guidata dal settore secondario, industria automobilistica per eccellenza, seguito da un 60% di terziario, che a differenza di quello italiano, francese e spagnolo, non ha mai subito blocchi così lunghi, tempisticamente parlando. Gli istituti di credito sono più forti e le banche vivono momenti diversi, con un potere d'acquisto dei cittadini molto più elevato rispetto a quello dei paesi del mediterraneo.
Inoltre il terziario tedesco è soprattutto di "appoggio" al secondario, ben diverso dal nostro, per esempio, traino di un'economia. In Italia, potremmo seguire la fattispecie tedesca e la loro condizione dei settori economici esclusivamente al nord, dove il settore secondario spesso è affiancato dal lavoro del terziario.
Il centro sud vive di piccole e medie imprese, fatte di pochi dipendenti, che si auto-sostengono mensilmente in un contesto completamente diverso, con scarsa presenza di attività industriale pura, tralasciando un potere di acquisto basso che subirà, probabilmente, l'ennesima flessione negativa.
È importante che economisti, enti territoriali, imprenditori, si riuniscano in reti d'impresa e task force, per sviluppare, seguendo tutte le normative anti Covid- 19, nuovi piani di ripresa. È fondamentale che tutto ciò parta dal basso, dal comune più piccolo, per estendersi sempre più, studiando la nuova "domanda" dei consumatori, che attualmente è già in corso di evoluzione, affermando nuove tipologie di offerte sul mercato.
Ci sono tanti giovani competenti nel nostro territorio, qualificati, che possono esser volano e risorse indispensabili per l'evoluzione del nostro futuro, specialmente in questo periodo. A molti però manca l'opportunità. Diamoci tutti assieme una possibilità».
«Lo studio economico svolto - racconta - s'è basato sui miei numerosi viaggi presso le sedi italiane (Milano, Roma, Torino, Napoli) dell'azienda per la quale lavoro, monitorando le scelte della mia équipe amministrativa sul territorio. Ho verificato le differenze economiche, strutturali e logistiche dei nostri clienti in tutta Italia, fattori utili per prevedere nuove strategie in questi mesi "targati" Covid-19.
Terminata la fase dedicata al mio lavoro aziendale, ho provato ad esaminare le possibilità di ripresa immediata, la percezione di spending revenge nel nostro popolo, ed il tipo di contrazione economica che ci attende. Nel 2020 si era prevista una crescita economica dello 0,5% sulla base del risultato ottenuto nel 2019. Nel Mezzogiorno si concentra il 45,7% del settore primario, trainato dall'agricoltura (da notare che il 10% di tale manodopera è straniera).
A livello italiano però, sino al 2019, tale settore (primario) non superava il 3% del prodotto interno lordo. In questo momento storico potrebbe esser fonte di ottimi investimenti ed opportunità lavorative, in vista anche della possibile nazionalizzazione di molti prodotti. È una filiera che non si è mai fermata, anzi ha accelerato durante il lock down. Il dato preoccupante è la grande percentuale, 74%, di settore terziario presente nel tessuto economico del nostro bellissimo stivale.
Commercio, alberghi, trasporti, attività immobiliari, ristorazione, servizi di comunicazione, intrattenimento e vari altri servizi sono i settori che probabilmente subiranno una forte contrazione negativa e che avranno bisogno di grande sostegno, specialmente dagli esperti e dalle task force locali.
Ho invitato, nelle ultime due settimane, miei ex colleghi, dell'Università tedesca Hochschule Anhalt ad effettuare con me uno studio più esteso a livello europeo, con i possibili scenari presentabili. Abbiamo compreso come l'economia più solida nel post lockdown e nella fase di convivenza con il virus, è quella tedesca. La spiegazione principale è la fisionomia della sua economia interna, senza lasciar spazio ad idee populiste o complottismi vari.
Più del 30% dell'economia di Berlino è guidata dal settore secondario, industria automobilistica per eccellenza, seguito da un 60% di terziario, che a differenza di quello italiano, francese e spagnolo, non ha mai subito blocchi così lunghi, tempisticamente parlando. Gli istituti di credito sono più forti e le banche vivono momenti diversi, con un potere d'acquisto dei cittadini molto più elevato rispetto a quello dei paesi del mediterraneo.
Inoltre il terziario tedesco è soprattutto di "appoggio" al secondario, ben diverso dal nostro, per esempio, traino di un'economia. In Italia, potremmo seguire la fattispecie tedesca e la loro condizione dei settori economici esclusivamente al nord, dove il settore secondario spesso è affiancato dal lavoro del terziario.
Il centro sud vive di piccole e medie imprese, fatte di pochi dipendenti, che si auto-sostengono mensilmente in un contesto completamente diverso, con scarsa presenza di attività industriale pura, tralasciando un potere di acquisto basso che subirà, probabilmente, l'ennesima flessione negativa.
È importante che economisti, enti territoriali, imprenditori, si riuniscano in reti d'impresa e task force, per sviluppare, seguendo tutte le normative anti Covid- 19, nuovi piani di ripresa. È fondamentale che tutto ciò parta dal basso, dal comune più piccolo, per estendersi sempre più, studiando la nuova "domanda" dei consumatori, che attualmente è già in corso di evoluzione, affermando nuove tipologie di offerte sul mercato.
Ci sono tanti giovani competenti nel nostro territorio, qualificati, che possono esser volano e risorse indispensabili per l'evoluzione del nostro futuro, specialmente in questo periodo. A molti però manca l'opportunità. Diamoci tutti assieme una possibilità».