Damascelli su ponte fantasma sp 231: «Uno scandalo tutto italiano»
L'ex consigliere regionale torna su un'annosa vicenda ed attacca Comune di Bitonto e Città Metropolitana
mercoledì 13 aprile 2022
«Uno scandalo tutto italiano: lavori cominciati nove anni fa e bloccati da circa quattro. È questa la triste storia del ponte fantasma sulla strada provinciale 231 in direzione Terlizzi, ad intersezione con la Poligonale di Bitonto».
Così ha tuonato l'ex consigliere regionale Domenico Damascelli.
Il sovrappasso avrebbe dovuto scavalcare l'ex statale 98 e la ferrovia, diventando un'opera strategica: «Sarebbe stata - ha evidenziato l'uomo che in tanti indicano quale candidato sindaco della destra a Bitonto - risolutiva per la viabilità, evitando il passaggio di mezzi pesanti in città, e indispensabile per le attività artigianali e agricole», negli anni, purtroppo, si è trasformato in una discarica a cielo aperto, piena di rifiuti che inquinano le campagne e invadono la careggiata: «Il cantiere, inaugurato ad ottobre 2013, si sarebbe dovuto chiudere entro sei mesi. Invece, dopo una serie di proroghe, da luglio 2018, tutto è ancora fermo», ha dichiarato l'ex consigliere.
A giugno 2019, Damascelli ha denunciato il caso e ha promosso un incontro in Regione, in V commissione Trasporti, invitando rappresentanti dell'amministrazione comunale di Bitonto, del Comitato Zona Artigianale e dei funzionari e tecnici della Città Metropolitana, per chiedere risposte chiare e certe sullo stallo dei lavori dell'opera pubblica: «Con stupore riscontravo da un lato che l'assessore comunale che partecipò all'incontro non sapeva nulla sullo stato dell'arte, nonostante il sindaco di Bitonto sia anche vicesindaco metropolitano; dall'altro che tutto era ancora in altissimo mare, sia a causa di una serie di situazioni legate ad una delle ditte coinvolte in stato di liquidazione, sia all'immobilismo di Comune e Città metropolitana».
In merito a questo, l'ex provincia aveva annunciato di aver chiesto all'Anac (Autorità nazionale anticorruzione) «un parere per la sostituzione dell'azienda in stato di fallimento, per poter procedere nei lavori. Ma non se n'è saputo più nulla. Dopo oltre un anno, ad ottobre 2020, il dirigente della Città Metropolitana e il sindaco di Bitonto hanno comunicato una nuova versione dei fatti, facendo riferimento addirittura ad una riprogettazione, un rifinanziamento e, quindi, ad un nuovo appalto. Cosa c'entra il fallimento di un'azienda con la riprogettazione di un'opera pubblica che era già finanziata e appaltata? Ci è stato nascosto qualcosa? E se dovessero essere stati rilevati degli errori progettuali, perché è stato dato avvio ai lavori? È passato un altro anno e mezzo dalle ultime comunicazioni dell'ottobre 2020, ma la situazione del cantiere del ponte di via Terlizzi resta incredibilmente identica a quattro anni fa. Ciò che è stato fatto e tutti i soldi investiti rischiano di diventare uno sperpero di denaro pubblico, considerando che la struttura incompleta potrebbe deteriorarsi e diventare obsoleta – ha concluso Damascelli -. Vogliamo che ai cittadini sia detta la verità e si dica una volta per tutte quando ricominceranno i lavori e quando si concluderanno dopo nove lunghi anni di attesa, disinteresse e prese in giro. Chiediamo un cronoprogramma dettagliato e trasparente delle attività necessarie per la realizzazione del ponte che ancora non c'è».
Così ha tuonato l'ex consigliere regionale Domenico Damascelli.
Il sovrappasso avrebbe dovuto scavalcare l'ex statale 98 e la ferrovia, diventando un'opera strategica: «Sarebbe stata - ha evidenziato l'uomo che in tanti indicano quale candidato sindaco della destra a Bitonto - risolutiva per la viabilità, evitando il passaggio di mezzi pesanti in città, e indispensabile per le attività artigianali e agricole», negli anni, purtroppo, si è trasformato in una discarica a cielo aperto, piena di rifiuti che inquinano le campagne e invadono la careggiata: «Il cantiere, inaugurato ad ottobre 2013, si sarebbe dovuto chiudere entro sei mesi. Invece, dopo una serie di proroghe, da luglio 2018, tutto è ancora fermo», ha dichiarato l'ex consigliere.
A giugno 2019, Damascelli ha denunciato il caso e ha promosso un incontro in Regione, in V commissione Trasporti, invitando rappresentanti dell'amministrazione comunale di Bitonto, del Comitato Zona Artigianale e dei funzionari e tecnici della Città Metropolitana, per chiedere risposte chiare e certe sullo stallo dei lavori dell'opera pubblica: «Con stupore riscontravo da un lato che l'assessore comunale che partecipò all'incontro non sapeva nulla sullo stato dell'arte, nonostante il sindaco di Bitonto sia anche vicesindaco metropolitano; dall'altro che tutto era ancora in altissimo mare, sia a causa di una serie di situazioni legate ad una delle ditte coinvolte in stato di liquidazione, sia all'immobilismo di Comune e Città metropolitana».
In merito a questo, l'ex provincia aveva annunciato di aver chiesto all'Anac (Autorità nazionale anticorruzione) «un parere per la sostituzione dell'azienda in stato di fallimento, per poter procedere nei lavori. Ma non se n'è saputo più nulla. Dopo oltre un anno, ad ottobre 2020, il dirigente della Città Metropolitana e il sindaco di Bitonto hanno comunicato una nuova versione dei fatti, facendo riferimento addirittura ad una riprogettazione, un rifinanziamento e, quindi, ad un nuovo appalto. Cosa c'entra il fallimento di un'azienda con la riprogettazione di un'opera pubblica che era già finanziata e appaltata? Ci è stato nascosto qualcosa? E se dovessero essere stati rilevati degli errori progettuali, perché è stato dato avvio ai lavori? È passato un altro anno e mezzo dalle ultime comunicazioni dell'ottobre 2020, ma la situazione del cantiere del ponte di via Terlizzi resta incredibilmente identica a quattro anni fa. Ciò che è stato fatto e tutti i soldi investiti rischiano di diventare uno sperpero di denaro pubblico, considerando che la struttura incompleta potrebbe deteriorarsi e diventare obsoleta – ha concluso Damascelli -. Vogliamo che ai cittadini sia detta la verità e si dica una volta per tutte quando ricominceranno i lavori e quando si concluderanno dopo nove lunghi anni di attesa, disinteresse e prese in giro. Chiediamo un cronoprogramma dettagliato e trasparente delle attività necessarie per la realizzazione del ponte che ancora non c'è».