Decessi Covid nella Rssa di Bitonto: «Condividiamo il dolore per la perdita»
La direzione di Villa Giovanni XXIII alle prese con l'emergenza: «Sempre la dovuta informazione a ogni famigliare di riferimento»
lunedì 15 febbraio 2021
9.50
Giorni difficili per la Residenza Socio Sanitaria Assistenziale per anziani di Bitonto, Villa Giovanni XXIII, alle prese con un cluster Covid che ha contagiato circa 110 persone, fra ospiti e operatori, facendo già anche 10 vittime.
«Ad un mese dall'inizio dell'emergenza Coronavirus nella Casa – spiegano i responsabili della struttura - continuiamo a garantire ai nostri ospiti tutta l'assistenza loro necessaria, sotto il coordinamento ed il controllo costanti del Distretto Sociosanitario, su delega della Direzione Generale e del Dipartimento di Prevenzione dell'ASL di Bari e in collaborazione con i Medici di Medicina Generale, cui spetta il governo clinico degli ammalati».
«Nella prossima settimana – hanno però tenuto a sottolineare dalla Fondazione - il Dipartimento di Prevenzione effettuerà un ulteriore screening generalizzato per verificare l'evoluzione della situazione, su cui la Direzione Sanitaria della Fondazione darà, come sempre, le dovute informazioni a ciascun famigliare di riferimento».
Un argomento che ha esposto la Rssa alle accuse di alcuni utenti dei social, ma sul quale, in verità, il direttore Nicola Castro aveva già risposto nelle scorse settimane, proprio su BitontoViva, spiegando come, «nelle condizioni di deficit di personale dovuto alle defezioni per il contagio e per evitare di sottrarre tempo e risorse alla cura degli anziani», fosse «impossibile rispondere giornalmente a tutti i famigliari degli ospiti» ma, in accordo con loro, si fosse deciso di «individuare un solo referente per ogni ospite che è stato puntualmente informato in caso di variazione delle condizioni di salute del proprio congiunto».
«Proseguiamo nell'applicazione rigorosa delle indicazioni normative e dei protocolli operativi – aggiungono dalla Fondazione - fornendo costantemente agli Organi preposti al controllo e alla vigilanza la relativa rendicontazione. Tutti i dipendenti della Fondazione, nonostante le enormi difficoltà che la gestione emergenziale comporta, stanno profondendo con encomiabile generosità il massimo sforzo per mantenere inalterati i nostri livelli assistenziali; a tal fine, sin da subito, la Fondazione ha assicurato un reclutamento straordinario di unità lavorative, per sostituire il personale in isolamento e quarantena».
«La Fondazione – conclude la nota - condivide con le famiglie il dolore per la perdita di alcuni nostri ospiti, la sofferenza dei nostri operatori e dei loro cari, la preoccupazione della comunità cittadina. Confidando che presto si possa superare questa emergenza, e che si possa tornare tutti a vivere momenti più sereni, ringraziamo quanti numerosi continuano a sostenerci e ad incoraggiarci, affidandoci, come sempre, alla protezione di San Giovanni XXIII».
«Ad un mese dall'inizio dell'emergenza Coronavirus nella Casa – spiegano i responsabili della struttura - continuiamo a garantire ai nostri ospiti tutta l'assistenza loro necessaria, sotto il coordinamento ed il controllo costanti del Distretto Sociosanitario, su delega della Direzione Generale e del Dipartimento di Prevenzione dell'ASL di Bari e in collaborazione con i Medici di Medicina Generale, cui spetta il governo clinico degli ammalati».
«Nella prossima settimana – hanno però tenuto a sottolineare dalla Fondazione - il Dipartimento di Prevenzione effettuerà un ulteriore screening generalizzato per verificare l'evoluzione della situazione, su cui la Direzione Sanitaria della Fondazione darà, come sempre, le dovute informazioni a ciascun famigliare di riferimento».
Un argomento che ha esposto la Rssa alle accuse di alcuni utenti dei social, ma sul quale, in verità, il direttore Nicola Castro aveva già risposto nelle scorse settimane, proprio su BitontoViva, spiegando come, «nelle condizioni di deficit di personale dovuto alle defezioni per il contagio e per evitare di sottrarre tempo e risorse alla cura degli anziani», fosse «impossibile rispondere giornalmente a tutti i famigliari degli ospiti» ma, in accordo con loro, si fosse deciso di «individuare un solo referente per ogni ospite che è stato puntualmente informato in caso di variazione delle condizioni di salute del proprio congiunto».
«Proseguiamo nell'applicazione rigorosa delle indicazioni normative e dei protocolli operativi – aggiungono dalla Fondazione - fornendo costantemente agli Organi preposti al controllo e alla vigilanza la relativa rendicontazione. Tutti i dipendenti della Fondazione, nonostante le enormi difficoltà che la gestione emergenziale comporta, stanno profondendo con encomiabile generosità il massimo sforzo per mantenere inalterati i nostri livelli assistenziali; a tal fine, sin da subito, la Fondazione ha assicurato un reclutamento straordinario di unità lavorative, per sostituire il personale in isolamento e quarantena».
«La Fondazione – conclude la nota - condivide con le famiglie il dolore per la perdita di alcuni nostri ospiti, la sofferenza dei nostri operatori e dei loro cari, la preoccupazione della comunità cittadina. Confidando che presto si possa superare questa emergenza, e che si possa tornare tutti a vivere momenti più sereni, ringraziamo quanti numerosi continuano a sostenerci e ad incoraggiarci, affidandoci, come sempre, alla protezione di San Giovanni XXIII».