Di Maio: «La Bat si presta alla presenza della criminalità bitontina»
Il procuratore di Trani ha sottolineato lo «spessore criminale» del sodalizio smantellato dai Carabinieri
martedì 29 maggio 2018
19.28
Vasta operazione anticrimine dei Carabinieri in diverse province della Puglia contro 9 soggetti appartenenti ad un'associazione a delinquere dedita a rapine, ricettazione e riciclaggio.
Dalle prime luci dell'alba, ad Andria, Bari, Bitonto e Cerignola, militari del Comando Provinciale di Bari, unitamente a quello di Foggia, supportato dal 6° Elinucleo e dal Nucleo Cinofili di Modugno, sono stati definiti dagli inquirenti della procura di Trani, che ha coordinato le indagini che hanno portato a 9 arresti, due delle ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite in carcere. In manette sono finiti, tra gli altri, un 43enne di Bitonto.
I provvedimenti sono stati adottati in base alle conclusioni di un'indagine, avviata nel marzo 2017 dalla Compagnia di Andria, che ha permesso di documentare le responsabilità dei componenti dell'associazione a delinquere nella commissione di numerosi furti e rapine. I presunti componenti della organizzazione criminale dedita agli assalti ai tir, furti, e riciclaggio erano armati militarmente e organizzati dal punto di vista imprenditoriale.
Le indagini sono cominciate a marzo del 2017, quando i carabinieri di Andria compirono un blitz in un capannone alla periferia della città. In quella occasione vi furono diversi arresti per ricettazione. Nel capannone, infatti, vi era un ingente quantitativo di tabacchi lavorati esteri e nazionali, per un valore di circa 1.000.000 di euro. La merce, è poi emerso dalle indagini, era stata rapinata a Mola di Bari quella stessa mattina.
Il procuratore di Trani, Antonino Di Maio, ha sottolineato lo «spessore criminale» del sodalizio, che aveva la base ad Andria, col supporto di componenti del foggiano e del barese. «Questo - ha spiegato il procuratore di Trani - dimostra che questo territorio si presta fisiologicamente alla presenza comprimente a nord della mafia e della criminalità foggiana garganica e a sud di quella barese e bitontina».
«Queste realtà criminali - ha concluso - minano e compromettono la possibilità di sviluppo in questa zona». Di «provincia di cerniera» ha parlato anche il colonnello dei Carabinieri Vincenzo Molinese, il quale ha sottolineato, insieme al pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Alessandro Pesce, la capacità organizzativa della consorteria criminale.
Erano bene armati e compivano assalti in stile militare, usando vetture veloci, elettro utensili per scardinare le porte dei tir e dei portavalori e jammer per inibire le comunicazioni e impedire la richiesta di soccorsi. Il sodalizio aveva anche una organizzazione di tipo imprenditoriale, con la capacità di stoccare e smerciare i beni rapinati, in tutto 50.000 pezzi, per lo più verso il mercato campano.
Non solo tabacchi, ma anche cosmetici, prodotti alimentari, materiale edilizio, per un valore di 3.000.000 di euro. Intanto le indagini proseguono, hanno spiegato gli inquirenti, i quali ritengono di avere arrestato i presunti componenti del nucleo centrale del sodalizio ma che l'organizzazione sia molto più ramificata.
Dalle prime luci dell'alba, ad Andria, Bari, Bitonto e Cerignola, militari del Comando Provinciale di Bari, unitamente a quello di Foggia, supportato dal 6° Elinucleo e dal Nucleo Cinofili di Modugno, sono stati definiti dagli inquirenti della procura di Trani, che ha coordinato le indagini che hanno portato a 9 arresti, due delle ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite in carcere. In manette sono finiti, tra gli altri, un 43enne di Bitonto.
I provvedimenti sono stati adottati in base alle conclusioni di un'indagine, avviata nel marzo 2017 dalla Compagnia di Andria, che ha permesso di documentare le responsabilità dei componenti dell'associazione a delinquere nella commissione di numerosi furti e rapine. I presunti componenti della organizzazione criminale dedita agli assalti ai tir, furti, e riciclaggio erano armati militarmente e organizzati dal punto di vista imprenditoriale.
Le indagini sono cominciate a marzo del 2017, quando i carabinieri di Andria compirono un blitz in un capannone alla periferia della città. In quella occasione vi furono diversi arresti per ricettazione. Nel capannone, infatti, vi era un ingente quantitativo di tabacchi lavorati esteri e nazionali, per un valore di circa 1.000.000 di euro. La merce, è poi emerso dalle indagini, era stata rapinata a Mola di Bari quella stessa mattina.
Il procuratore di Trani, Antonino Di Maio, ha sottolineato lo «spessore criminale» del sodalizio, che aveva la base ad Andria, col supporto di componenti del foggiano e del barese. «Questo - ha spiegato il procuratore di Trani - dimostra che questo territorio si presta fisiologicamente alla presenza comprimente a nord della mafia e della criminalità foggiana garganica e a sud di quella barese e bitontina».
«Queste realtà criminali - ha concluso - minano e compromettono la possibilità di sviluppo in questa zona». Di «provincia di cerniera» ha parlato anche il colonnello dei Carabinieri Vincenzo Molinese, il quale ha sottolineato, insieme al pubblico ministero che ha coordinato le indagini, Alessandro Pesce, la capacità organizzativa della consorteria criminale.
Erano bene armati e compivano assalti in stile militare, usando vetture veloci, elettro utensili per scardinare le porte dei tir e dei portavalori e jammer per inibire le comunicazioni e impedire la richiesta di soccorsi. Il sodalizio aveva anche una organizzazione di tipo imprenditoriale, con la capacità di stoccare e smerciare i beni rapinati, in tutto 50.000 pezzi, per lo più verso il mercato campano.
Non solo tabacchi, ma anche cosmetici, prodotti alimentari, materiale edilizio, per un valore di 3.000.000 di euro. Intanto le indagini proseguono, hanno spiegato gli inquirenti, i quali ritengono di avere arrestato i presunti componenti del nucleo centrale del sodalizio ma che l'organizzazione sia molto più ramificata.