Diffamazione al sindaco di Bitonto: rinviato a giudizio l’ex consigliere Natilla

A marzo la prima udienza. Sotto accusa un commento su Facebook

martedì 30 ottobre 2018 11.38
Dovrà rispondere del reato di diffamazione l'ex consigliere comunale di Bitonto, Franco Natilla, rinviato a giudizio dalla Procura della Repubblica di Bari nel procedimento che lo vede coinvolto dopo la denuncia del sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, a causa di un commento apparso su facebook alcuni mesi fa.

Natilla sarà, quindi, secondo quanto scritto nel decreto di citazione in giudizio dal Pubblico Ministero incaricato, Grazia Errede, «imputato del reato di cui all'art. 545 c.p. perché, dialogando con più persone, offendeva la reputazione di Abbaticchio Michele, sindaco pt. del Comune di Bitonto, allocando sul proprio profilo del social network facebook un post dal seguente contenuto "A proposito dei Fantastici 4 assunti dal sindaco Abbaticchio, poco a poco tutta la verità sta venendo fuori. È dato sapere che tra i 4 non solo è stato prescelto un iscritto a Città Democratica, un altro è cugino di un consigliere comunale della lista Progetto Comune che sostiene il primo cittadino. Se questa, per dirla come il sindaco, è buona politica."». In questo modo, secondo il magistrato, Natilla avrebbe insinuato «nell'opinione pubblica che gli incarichi di collaboratore di governo (affidati a quattro professionisti) fossero frutto di gratuiti favoritismi da parte del Sindaco, ed ancora affermando "il colloquio è stato condotto dal sindaco in persona", contrariamente al vero poiché i colloqui con i candidati erano stati tenuti dal responsabile dell'Unità Organizzativa autonoma Ufficio di Piano del Comune di Bitonto».

Adesso l'ex consigliere dovrà comparire, il prossimo 1° marzo, davanti alla I Sezione del Tribunale di Bari - sede di Modugno per rispondere dei reati di cui è accusato. Rischia, secondo quanto previsto dall'art. 545 del codice di procedura penale, la pena della «reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a duemilasessantacinque euro», con l'eventuale aggravante, qualora l'offesa venga accertata, di averla rivolta «a un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, o ad una sua rappresentanza, o ad una Autorità costituita in collegio».