Ecco chi a Bitonto spiava i conti di Giorgia Meloni
Emerso il nome del funzionario licenziato da Intesa Sanpaolo
venerdì 11 ottobre 2024
8.44
Il reato che si configurerebbe nei suoi confronti è accesso abusivo ai sistemi informatici e tentato procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato. Sembrerebbe essere lui il funzionario infedele che ha compiuto oltre seimila accessi per controllare conti di diverse personalità, vertici militari, finanche di componenti dell'antimafia.
Vincenzo Coviello è bitontino, ha 52 anni ed è indicato come il responsabile della seconda bufera giudiziaria su presunti dossieraggi, tra gli altri, a carico di Giorgia Meloni, di sua sorella Arianna, dell'ex della premier, Andrea Giambruno, del ministro Daniela Santanché e di altri esponenti di Governo.
La Polizia Giudiziaria, su incarico della Procura della Repubblica di Bari nella giornata di giovedì 10 ottobre ha perquisito la sua abitazione. Gli inquirenti hanno cercato nella casa dell'ex dipendente di Banca Intesa Sanpaolo, licenziato dopo denuncia l'8 agosto scorso, indizi di colpevolezza, sequestrando smartphone, tablet, hard disk e dispositivi informatici che saranno oggetto di ulteriori verifiche di esperti forensi.
Coviello si è difeso dicendo di essere «un maniaco del controllo» e che, secondo quanto riportano diversi quotidiani, «senza divulgare informazioni a terzi» e che gli accessi sarebbero terminati nell'ottobre 2023. Ma secondo l'inchiesta scattata dopo il procedimento disciplinare, al funzionario sono contestati accessi a conti non autorizzati sino all'aprile di quest'anno.
Ennesimo intrigo in cui la domanda resta immutata: perché lo ha fatto e soprattutto chi glielo avrebbe chiesto?
Vincenzo Coviello è bitontino, ha 52 anni ed è indicato come il responsabile della seconda bufera giudiziaria su presunti dossieraggi, tra gli altri, a carico di Giorgia Meloni, di sua sorella Arianna, dell'ex della premier, Andrea Giambruno, del ministro Daniela Santanché e di altri esponenti di Governo.
La Polizia Giudiziaria, su incarico della Procura della Repubblica di Bari nella giornata di giovedì 10 ottobre ha perquisito la sua abitazione. Gli inquirenti hanno cercato nella casa dell'ex dipendente di Banca Intesa Sanpaolo, licenziato dopo denuncia l'8 agosto scorso, indizi di colpevolezza, sequestrando smartphone, tablet, hard disk e dispositivi informatici che saranno oggetto di ulteriori verifiche di esperti forensi.
Coviello si è difeso dicendo di essere «un maniaco del controllo» e che, secondo quanto riportano diversi quotidiani, «senza divulgare informazioni a terzi» e che gli accessi sarebbero terminati nell'ottobre 2023. Ma secondo l'inchiesta scattata dopo il procedimento disciplinare, al funzionario sono contestati accessi a conti non autorizzati sino all'aprile di quest'anno.
Ennesimo intrigo in cui la domanda resta immutata: perché lo ha fatto e soprattutto chi glielo avrebbe chiesto?