Entro un anno a Bitonto i nuovi alloggi popolari
Ieri la prima gettata. Polemico Natilla: «Solo una sceneggiata»
mercoledì 15 luglio 2020
8.11
È stata sancita dalla prima, simbolica, gettata di cemento armato la ripartenza dei lavori di realizzazione di 14 nuovi alloggi di edilizia residenziale popolare nella zona 167 di Bitonto, che si concluderanno, come assicurano dal Comune, nel giro di 12 mesi. Il momento si è celebrato ieri, davanti all'amministratore unico di Arca Puglia Centrale, Giuseppe Zichella, e al sindaco Michele Abbaticchio.
«L'intervento – spiegano da Palazzo Gentile - finanziato con 2,6 milioni di fondi regionali, parte dei 7,9 milioni del Programma Integrato di Riqualificazione delle Periferie (P.I.R.P.) del Comune di Bitonto approvato dalla Regione Puglia nel 2009, va a completare il Comprensorio "B" della zona 167 nella parte terminale di via Nenni alla confluenza con largo Rodari»
Dopo lo stop, due anni fa, del cantiere a causa dell'abbandono da parte della ditta barese che stava eseguendo i lavori, ora tutto sembra pronto per portare a termine l'opera. Che, una volta conclusa, consegnerà ai soggetti individuati dalle relative graduatorie, un «fabbricato, progettato adottando principi di bioclimatica e di bioarchitettura, che caratterizzano gli interventi di edilizia sostenibile con conseguente risparmio delle risorse naturali e contenimento delle risorse energetiche, si svilupperà su un piano interrato, un piano terra e sette piani superiori (due gli appartamenti per ogni piano)», come spiegano ancora da Palazzo Gentile. Al piano interrato saranno ospitati un'autorimessa con 14 posti auto, 14 cantinole e un locale condominiale. Uno degli alloggi, in linea con le prescrizioni normative in materia, sarà "accessibile" e destinato a portatori di handicap.
«L'intervento – conclude la nota - sarà, poi, completato con la sistemazione a parcheggio auto dell'area attualmente incolta e recintata da un muro tra via Pietro Nenni e largo Gianni. Rodari, in modo da soddisfare anche le esigenze legate alla presenza in zona di alcuni edifici scolastici».
Sulla questione si è espresso anche il consigliere comunale di Bitonto Riformista, Francesco Natilla, secondo cui si tratterebbe solo di «una sceneggiata».
«Le risorse regionali – riferisce Natilla - ammontavano a 4 miliardi di euro, con cui si è recuperata del tutto la villa La Contessa (1milione 400mila euro) e si prevedeva di costruire due palazzine (2milioni 600mila euro) per 28 alloggi complessivi, ma l'inerzia e i ritardi dell'Amministrazione Abbaticchio hanno dimezzato la quantità di alloggi che sarà possibile realizzare».
Secondo il consigliere d'opposizione, i costi dei materiali e della manodopera si sarebbero raddoppiati a causa del troppo tempo passato. «Con gli stessi fondi – dice Natilla - si potrà edificare un unico corpo di fabbrica, solo per 14 dei 28 appartamenti previsti originariamente, con lo stesso finanziamento di 2 milioni 600mila euro. Il cemento posato oggi costa il doppio di quanto sarebbe costato se il primo cittadino l'avesse gettato anni fa. Per questo, invece di prendere in giro i concittadini con effetti speciali, il Sindaco dovrebbe chiedere scusa alle 14 famiglie assegnatarie che non potranno vedere soddisfatta la legittima richiesta di una casa decorosa. C'è poco da festeggiare, perciò e tanto da rimpiangere».
«L'intervento – spiegano da Palazzo Gentile - finanziato con 2,6 milioni di fondi regionali, parte dei 7,9 milioni del Programma Integrato di Riqualificazione delle Periferie (P.I.R.P.) del Comune di Bitonto approvato dalla Regione Puglia nel 2009, va a completare il Comprensorio "B" della zona 167 nella parte terminale di via Nenni alla confluenza con largo Rodari»
Dopo lo stop, due anni fa, del cantiere a causa dell'abbandono da parte della ditta barese che stava eseguendo i lavori, ora tutto sembra pronto per portare a termine l'opera. Che, una volta conclusa, consegnerà ai soggetti individuati dalle relative graduatorie, un «fabbricato, progettato adottando principi di bioclimatica e di bioarchitettura, che caratterizzano gli interventi di edilizia sostenibile con conseguente risparmio delle risorse naturali e contenimento delle risorse energetiche, si svilupperà su un piano interrato, un piano terra e sette piani superiori (due gli appartamenti per ogni piano)», come spiegano ancora da Palazzo Gentile. Al piano interrato saranno ospitati un'autorimessa con 14 posti auto, 14 cantinole e un locale condominiale. Uno degli alloggi, in linea con le prescrizioni normative in materia, sarà "accessibile" e destinato a portatori di handicap.
«L'intervento – conclude la nota - sarà, poi, completato con la sistemazione a parcheggio auto dell'area attualmente incolta e recintata da un muro tra via Pietro Nenni e largo Gianni. Rodari, in modo da soddisfare anche le esigenze legate alla presenza in zona di alcuni edifici scolastici».
Sulla questione si è espresso anche il consigliere comunale di Bitonto Riformista, Francesco Natilla, secondo cui si tratterebbe solo di «una sceneggiata».
«Le risorse regionali – riferisce Natilla - ammontavano a 4 miliardi di euro, con cui si è recuperata del tutto la villa La Contessa (1milione 400mila euro) e si prevedeva di costruire due palazzine (2milioni 600mila euro) per 28 alloggi complessivi, ma l'inerzia e i ritardi dell'Amministrazione Abbaticchio hanno dimezzato la quantità di alloggi che sarà possibile realizzare».
Secondo il consigliere d'opposizione, i costi dei materiali e della manodopera si sarebbero raddoppiati a causa del troppo tempo passato. «Con gli stessi fondi – dice Natilla - si potrà edificare un unico corpo di fabbrica, solo per 14 dei 28 appartamenti previsti originariamente, con lo stesso finanziamento di 2 milioni 600mila euro. Il cemento posato oggi costa il doppio di quanto sarebbe costato se il primo cittadino l'avesse gettato anni fa. Per questo, invece di prendere in giro i concittadini con effetti speciali, il Sindaco dovrebbe chiedere scusa alle 14 famiglie assegnatarie che non potranno vedere soddisfatta la legittima richiesta di una casa decorosa. C'è poco da festeggiare, perciò e tanto da rimpiangere».