Esplosione Beirut: di Bitonto il militare rimasto ferito
Roberto Caldarulo risiede con la sua famiglia a Palombaio
mercoledì 5 agosto 2020
0.42
È il 40enne Roberto Caldarulo, Caporal maggiore dell'Esercito residente a Bitonto, il militare italiano rimasto ferito a Beirut nella catastrofica esplosione che ha sconvolto il mondo e devastato un'intera città.
Le sue condizioni non sono fortunatamente gravi, tanto che è stato lui stesso ad allertare i familiari dell'accaduto e a tranquillizzarli. Caldarulo, che risiede con la sua famiglia nella frazione di Palombaio, vanta una lunga esperienza all'estero, mettendosi in mostra per la sua preparazione anche in altri scenari "caldi", come il Kosovo e la Turchia.
In servizio dall'agosto del 2013, era stato assegnato ai servizi logistici di trasporto per le missioni all'estero per il cosiddetto Battaglione Gestione Transito.
Nella capitale libanese il bilancio è tragico: ci sono già 70 morti e oltre 3500 feriti, mentre un'enorme nube tossica sovrasta la città.
Secondo una prima ricostruzione la deflagrazione si sarebbe sprigionata da una nave carica di fuochi pirotecnici in transito nel porto che si sarebbe poi propagata fino a un grande deposito di nitrato di ammonio, sprigionando una potenza simile a un ordigno nucleare.
Le sue condizioni non sono fortunatamente gravi, tanto che è stato lui stesso ad allertare i familiari dell'accaduto e a tranquillizzarli. Caldarulo, che risiede con la sua famiglia nella frazione di Palombaio, vanta una lunga esperienza all'estero, mettendosi in mostra per la sua preparazione anche in altri scenari "caldi", come il Kosovo e la Turchia.
In servizio dall'agosto del 2013, era stato assegnato ai servizi logistici di trasporto per le missioni all'estero per il cosiddetto Battaglione Gestione Transito.
Nella capitale libanese il bilancio è tragico: ci sono già 70 morti e oltre 3500 feriti, mentre un'enorme nube tossica sovrasta la città.
Secondo una prima ricostruzione la deflagrazione si sarebbe sprigionata da una nave carica di fuochi pirotecnici in transito nel porto che si sarebbe poi propagata fino a un grande deposito di nitrato di ammonio, sprigionando una potenza simile a un ordigno nucleare.