Estetista ferita per errore. Le immagini del raid del 14 marzo scorso
Obiettivo dell'agguato, avvenuto nei vicoli del centro storico, era un esponente del clan Cipriano
mercoledì 26 settembre 2018
16.54
Nuovi arresti, come già anticipato da BitontoViva.it, nei confronti della criminalità bitontina, seguiti alla faida tra le famiglie Conte e Cipriano, che hanno portato all'omicidio dell'83enne Anna Rosa Tarantino.
I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari e della Compagnia di Molfetta, infatti, hanno arrestato il 48enne Domenico Conte - ritenuto a capo dell'omonimo sodalizio criminale, già in carcere ad Agrigento - e il 23enne Danilo Gentile, in esecuzione di due provvedimenti di custodia cautelare in carcere, emessi dal giudice per le indagini preliminari di Bari, su richiesta della competente Direzione Distrettuale Antimafia.
I due pregiudicati sono accusati, a vario titolo, di lesioni personali aggravate, detenzione e porto abusivo illegale di armi, spari in luogo pubblico, reati commessi in concorso tra loro, con l'aggravante di aver agito per favorire il sodalizio mafioso di appartenenza.
I due destinatari del provvedimento sarebbero i responsabili del raid punitivo effettuato il 14 marzo scorso tra i vicoli del centro storico (in foto), che aveva come bersaglio un esponente di un clan rivale. Un'azione messa in piedi per rispondere al ferimento di due affiliati della famiglia Conte (Giuseppe Antuofermo e Luca Caldarola), avvenuto il 23 febbraio scorso.
Segnatamente i due indagati, dopo averne studiato le abitudini quotidiane, si posizionarono sul tetto di un'abitazione di piazza di Porta Robustina, prospiciente la residenza della vittima designata, armati di una pistola calibro 357 magnum. Non appena scorto il rivale, esplosero 5 colpi all'indirizzo dello stesso, mancando il bersaglio, ma attingendo alla gamba destra di striscio l'innocente estetista 29enne Angela Caldarola, che occasionalmente si trovava a passare di lì.
La donna riportò 4 giorni di prognosi per la ferita subita. Le indagini esperite, consentirono di rinvenire sul tetto dell'abitazione i 5 bossoli esplosi dagli indagati, così come di ricostruire nel dettaglio gli eventi di quella serata.
I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Bari e della Compagnia di Molfetta, infatti, hanno arrestato il 48enne Domenico Conte - ritenuto a capo dell'omonimo sodalizio criminale, già in carcere ad Agrigento - e il 23enne Danilo Gentile, in esecuzione di due provvedimenti di custodia cautelare in carcere, emessi dal giudice per le indagini preliminari di Bari, su richiesta della competente Direzione Distrettuale Antimafia.
I due pregiudicati sono accusati, a vario titolo, di lesioni personali aggravate, detenzione e porto abusivo illegale di armi, spari in luogo pubblico, reati commessi in concorso tra loro, con l'aggravante di aver agito per favorire il sodalizio mafioso di appartenenza.
I due destinatari del provvedimento sarebbero i responsabili del raid punitivo effettuato il 14 marzo scorso tra i vicoli del centro storico (in foto), che aveva come bersaglio un esponente di un clan rivale. Un'azione messa in piedi per rispondere al ferimento di due affiliati della famiglia Conte (Giuseppe Antuofermo e Luca Caldarola), avvenuto il 23 febbraio scorso.
Segnatamente i due indagati, dopo averne studiato le abitudini quotidiane, si posizionarono sul tetto di un'abitazione di piazza di Porta Robustina, prospiciente la residenza della vittima designata, armati di una pistola calibro 357 magnum. Non appena scorto il rivale, esplosero 5 colpi all'indirizzo dello stesso, mancando il bersaglio, ma attingendo alla gamba destra di striscio l'innocente estetista 29enne Angela Caldarola, che occasionalmente si trovava a passare di lì.
La donna riportò 4 giorni di prognosi per la ferita subita. Le indagini esperite, consentirono di rinvenire sul tetto dell'abitazione i 5 bossoli esplosi dagli indagati, così come di ricostruire nel dettaglio gli eventi di quella serata.