Furti d'auto, è allarme a Bitonto. Caccia alla banda della Giulietta

In azione un trio di veri professionisti: sugli episodi indagano i Carabinieri

sabato 5 dicembre 2020 15.12
A cura di Nicola Miccione
La mano potrebbe essere la stessa dei ladri d'auto (mezzi rubati e ridotti ai minimi termini per farne pezzi e alimentare così il redditizio mercato della vendita dei ricambi, nda), che agiscono sul territorio comunale di Bitonto. Lo indicano la tecnica e il modello d'auto che sarebbe stata notata, un'Alfa Romeo Giulietta.

A dare la caccia alla vettura ci sono Polizia di Stato e Carabinieri. La banda di professionisti del furto, che ha collezionato una lunga serie di colpi in città, dalle indicazioni fin qui raccolte, è composta da tre persone, tutte a volto coperto. E tutte le volte che in città è avvenuto un furto d'auto, nella zona è stata segnalata la presenza della stessa vettura: un'Alfa Romeo Giulietta di colore scuro. Un'auto che ha sostituito la nota Opel Astra, che rischiava d'essere intercettata.

Ma da dove arrivano questi ladri? Bande simili, specializzate, provengono spesso dalla sesta provincia (Andria), ma anche dal sud-foggiano (Cerignola), grazie anche a basisti e contatti con il territorio bitontino. E una delle piste è che sia così anche in questo caso, come già scoperto nel corso di altre indagini svolte in passato da Polizia e Carabinieri. I ladri mirano in particolar modo a suv e crossover, evidentemente più profittevoli al momento dello smercio di parti usate.

Gli stratagemmi usati sono molti e anche tecnologici, «per esempio - spiegano vari siti web del settore - l'uso di una chiave con la quale forzare la portiera e accedere alle informazioni del transponder così da ricreare la chiave giusta; oppure attraverso il cosiddetto "relay attack": il ladro d'auto in tal modo non forza la portiera, ma deve solo captare il segnale della chiave elettrica». Dispositivi che consentono ai banditi di rubare un'auto a Bitonto in meno di un minuto.

La piaga dei furti d'auto è un fenomeno che colpisce Bitonto da tempo immemore, ma dopo mesi di flessione positiva, dovuta al lockdown e ai serrati controlli del territorio, è ora ripresa con grande vigore. I ladri si sono si adeguati alle richieste del mercato, rubando le auto con i ricambi più richiesti. Le auto, spiegano gli inquirenti, vengono infatti rubate in base alla precisa richiesta che arriva dei pezzi di ricambio. E i profitti generati da questo business sono in crescita.

Le auto vengono poi portate nell'agro di Bitonto (ma anche fra il nord barese e il sud foggiano), occultate nelle campagne e infine cannibalizzate. Un fenomeno in fermento che vede coinvolte organizzazioni criminali al cui interno opera una "squadra operativa" dedita al furto del mezzo, la "squadra dei tagliatori" che seziona le auto e una "piattaforma logistica" in grado di ripulire i pezzi fra i demolitori compiacenti, utilizzando documentazione soltanto apparentemente lecita.

Un fenomeno rivelato da Giancarlo Squeo durante la puntata di "Avamposti, dispacci dal confine". Nella docuserie che ha raccontato la quotidianità di Cerignola, «lo snodo principale del più grande mercato di autovetture rubate del Mediterraneo», il maresciallo molfettese in servizio sul Tavoliere delle Puglie ha spiegato che Cerignola, «un paese di 60.000 abitanti ha 50 demolizioni dichiarate. E per servirle - è stata la sua riflessione - almeno un'auto al giorno la devi portare?».

I ladri d'auto «viaggiano ad una velocità impressionante sulla strada statale 16 bis. A me è capitato - ha detto -, ma loro spingono oltre i 180 chilometri orari, la nostra Punto arriva a 160 chilometri orari». Un'auto rubata «viene portata a Cerignola e smembrata: in un'ora e mezza dall'auto riesci a smontare le componenti principali». Ma qual è il destino dei pezzi di ricambio? La merce viene rivenduta attraverso il web, con annunci su siti di e-commerce e sui social network.

«Provate a cercare, su un sito di annunci online, i ricambi d'auto - ha detto Squeo -. Questi annunci vi porteranno ad aziende che non esistono, in vie che esistono, con un civico di un appartamento di una persona che non c'entra niente e con un numero di telefono intestato ad uno straniero a cui ordini il pezzo di ricambio». I Carabinieri della locale Stazione ed i colleghi della Compagnia hanno già aumentato i controlli in città e continuano ad indagare sulla banda di malviventi.

Così scaltri ed esperti che, come hanno fatto in passato, potrebbero nuovamente aver cambiato auto per non essere intercettati dalle forze dell'ordine. In realtà sorprenderli in flagranza è sempre molto difficile. Anche perché per ogni arresto - in flagranza o meno -, c'è sempre qualcuno già pronto a subentrare.