Furti di olive, i sindaci di Terlizzi, Bitonto e Ruvo scrivono al Prefetto

Chiesto un tavolo con i vertici delle forze dell'ordine

venerdì 22 settembre 2023
A cura di Gianluca Battista
È partita in queste settimane l'intensa campagna olivicola a Terlizzi ed in tutto l'agro del Nord Barese. Una campagna che si protrarrà fino a gennaio e che pone ciclicamente alcuni problemi sul piatto del confronto politico.
Tanti i produttori, gli agricoltori ed i semplici hobbisti proprietari terrieri che lamentano continui furti di cavi, rame, attrezzi, finanche di tubature, valvole ed ogni genere di suppellettili. Inoltre sono già stati registrati, non solo nei fondi terlizzesi, decine di reati predatori, con furti di quintali di olive e non solo.

Il sindaco di Terlizzi, Michelangelo de Chirico, ha quindi scritto al Prefetto Antonia Bellomo, anche a nome dei sindaci di Ruvo di Puglia, Pasquale Chieco, e Bitonto, Francesco Paolo Ricci, rimarcando come l'allarme sia dato «dall'attuale prezzo elevato dell'olio extravergine di oliva e conseguente presunto valore crescente delle produzioni olivicole. Il previsto aumento dei prezzi - spiega la nota inviata al Palazzo del Governo a Bari - da un lato comporta in previsione una proficua ricaduta economica per il territorio e gli imprenditori agricoli, dall'altro prevedibili fenomeni di furto di frutti pendenti e rapine. Le recenti vicende di cronaca: furti di mandorle e mezzi agricoli, alberi di ulivi sfregiati, che stanno infondendo un clima di pericolosa incertezza tra gli operatori del settore agricolo, che più volte hanno denunciato uno scenario di illegalità, necessitano un'azione di contrasto tesa a ristabilire un clima di sicurezza».

I tre primi cittadini chiedono quindi «di convocare, con opportuna urgenza, un incontro volto a programmare idonee iniziative di concertazione delle forze dell'ordine che, in forma sinergica, possano predisporre un piano di prevenzione finalizzato a tutelare la viabilità rurale su cui si concentreranno i flussi di mezzi agricoli per il trasporto delle olive. Gli stessi - conclude De Chirico anche a nome di Chieco e Ricci - potrebbero essere oggetto dell'attenzione criminosa di soggetti privi di scrupoli con pericolose conseguenze anche per l'incolumità delle persone che operano nel settore».