Gli rubano l'auto e la ritrova cannibalizzata: «Bitonto con me ha chiuso»
Lo risposta del sindaco Abbaticcio: «Riversare sulla città la rabbia dell'accaduto non serve a nulla»
sabato 3 ottobre 2020
8.59
Aveva comprato da poco la sua nuova autovettura e aveva deciso di lasciarla in una zona centrale della città per evitare "soprese". Ma non aveva fatto i conti con la criminalità locale che gliel'ha rubata e smontata in pochi in giorni, facendogli ritrovare solo il telaio della vettura ormai privata di tutti i pezzi di ricambio.
È quanto accaduto in via Mazzini a Bitonto nelle scorse settimane e che ha scatenato la reazione d'impeto della vittima del furto che ha deciso di scrivere al sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, per raccontargli l'episodio.
«Bitonto non è un paese sicuro - ha scritto il giovane - non è un paese che permette alle persone di esprimere la propria personalità, non è un paese che può rappresentare professionisti e gente per bene, non può offrire possibilità di crescita socio-professionale! Resterà sempre il solito stupido paese criminale di una provincia del sud Italia! Mi vergogno a tutti gli effetti di essere bitontino. Poi non si chieda il motivo per cui la gente come me se ne vuole andare! Bitonto con me ha chiuso!».
La risposta del primo cittadino non si è fatta attendere: «Avevo 25 anni quando nel giro di due notti due sono saltate in aria le due auto di famiglia sotto casa. In pieno centro. Non ho mai pensato sia stata colpa del Sindaco di allora. Sapevo anche che questo accade nella stragrande maggioranza dei comuni pugliesi, ma la rabbia che si riversa verso la città di turno ed il desiderio di pubblicizzarla invitando tutti ad abbandonarla non riesco a vederla con la stessa percentuale. Sapevo e so che la sicurezza è materia di responsabilità del prefetto e del questore, da cui dipende la distribuzione delle forze dell'ordine che, nelle ore notturne, si occupano in esclusiva del territorio».
«Potrei risponderti raccontando tutti i furti sventati - prosegue Abbaticchio - lo scarso numero di denunce che determinano anche la corresponsabilità di scarse forze dell'ordine attribuiteci. Ma credo che in questa sede non serva a nulla».
È quanto accaduto in via Mazzini a Bitonto nelle scorse settimane e che ha scatenato la reazione d'impeto della vittima del furto che ha deciso di scrivere al sindaco di Bitonto, Michele Abbaticchio, per raccontargli l'episodio.
«Bitonto non è un paese sicuro - ha scritto il giovane - non è un paese che permette alle persone di esprimere la propria personalità, non è un paese che può rappresentare professionisti e gente per bene, non può offrire possibilità di crescita socio-professionale! Resterà sempre il solito stupido paese criminale di una provincia del sud Italia! Mi vergogno a tutti gli effetti di essere bitontino. Poi non si chieda il motivo per cui la gente come me se ne vuole andare! Bitonto con me ha chiuso!».
La risposta del primo cittadino non si è fatta attendere: «Avevo 25 anni quando nel giro di due notti due sono saltate in aria le due auto di famiglia sotto casa. In pieno centro. Non ho mai pensato sia stata colpa del Sindaco di allora. Sapevo anche che questo accade nella stragrande maggioranza dei comuni pugliesi, ma la rabbia che si riversa verso la città di turno ed il desiderio di pubblicizzarla invitando tutti ad abbandonarla non riesco a vederla con la stessa percentuale. Sapevo e so che la sicurezza è materia di responsabilità del prefetto e del questore, da cui dipende la distribuzione delle forze dell'ordine che, nelle ore notturne, si occupano in esclusiva del territorio».
«Potrei risponderti raccontando tutti i furti sventati - prosegue Abbaticchio - lo scarso numero di denunce che determinano anche la corresponsabilità di scarse forze dell'ordine attribuiteci. Ma credo che in questa sede non serva a nulla».