Genitori in carcere, tre fratellini di Bitonto restano soli: scatta la solidarietà
Il 16enne accudisce i più piccoli di 8 e 12 anni. Hanno ricevuto viveri e buoni spesa dal Comune. L'appello dell'avvocato Somma
giovedì 16 aprile 2020
17.20
I genitori e il fratello maggiorenne sono in carcere e loro tre, tre fratelli di 8, 12 e 16 anni, sono soli in casa dallo scorso 27 marzo, seguiti dai Servizi Sociali del Comune di Bitonto, accuditi dalla zia che abita a pochi metri di distanza e aiutati anche dall'avvocato di famiglia.
Per loro - in emergenza Coronavirus - si è attivata una rete di solidarietà: gli assistenti sociali gli portano spesa e viveri, mentre il giorno di Pasqua sono arrivate anche le uova di cioccolato. Il legale, Damiano Somma, ha depositato al Tribunale di Sorveglianza per la donna e al giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari per il figlio, due istanze per ottenere la revoca della misura cautelare in carcere, chiedendo gli arresti domiciliari.
Il padre è in carcere da diversi mesi. La madre lo è dal 25 marzo e il figlio 19enne dal 27 marzo. «La situazione dei figli rimasti a casa - evidenzia l'avvocato - si è ulteriormente aggravata in considerazione della applicazione di misura cautelare nei confronti dell'unico fratello maggiorenne che in qualche modo, in assenza dei propri genitori, badava ai tre fratelli minori, in questo momento rimasti senza alcuna guida».
Dopo l'arresto del padre, recluso nel penitenziario di Lecce a settembre 2019 per reati di droga e maltrattamenti, alla donna è stata notificata l'esecuzione di una condanna definitiva a 8 anni e 3 mesi di reclusione per droga, armi e rapina nel febbraio 2019. I giudici, però, le avevano concesso i domiciliari, perché madre di figli di età inferiore ai 10 anni. Aveva anche il permesso di svolgere attività lavorativa, nella mensa dei poveri della Fondazione Santi Medici di Bitonto.
Un'attività «non solo aveva consentito alla stessa una iniziale autosufficienza economica, ma soprattutto l'avvio di un serio riscatto sociale», spiega il difensore. Nel gennaio scorso, a seguito di una lite condominiale che le è costata le accuse di minacce, lesioni e danneggiamento, alla donna è stata aggravata la misura e dal 25 marzo è in carcere a Trani. Due giorni dopo anche al figlio 19enne, nei confronti del quale pende un processo per droga, è tornato in carcere a Bari.
Il Comune di Bitonto si è subito adoperato per dare sostegno ai tre ragazzi minorenni, non potendoli ospitare nei centri diurni della città, chiusi per l'emergenza Coronavirus, come sono chiuse le scuole, fornendo loro cibo e assistenza.
Per loro - in emergenza Coronavirus - si è attivata una rete di solidarietà: gli assistenti sociali gli portano spesa e viveri, mentre il giorno di Pasqua sono arrivate anche le uova di cioccolato. Il legale, Damiano Somma, ha depositato al Tribunale di Sorveglianza per la donna e al giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari per il figlio, due istanze per ottenere la revoca della misura cautelare in carcere, chiedendo gli arresti domiciliari.
Il padre è in carcere da diversi mesi. La madre lo è dal 25 marzo e il figlio 19enne dal 27 marzo. «La situazione dei figli rimasti a casa - evidenzia l'avvocato - si è ulteriormente aggravata in considerazione della applicazione di misura cautelare nei confronti dell'unico fratello maggiorenne che in qualche modo, in assenza dei propri genitori, badava ai tre fratelli minori, in questo momento rimasti senza alcuna guida».
Dopo l'arresto del padre, recluso nel penitenziario di Lecce a settembre 2019 per reati di droga e maltrattamenti, alla donna è stata notificata l'esecuzione di una condanna definitiva a 8 anni e 3 mesi di reclusione per droga, armi e rapina nel febbraio 2019. I giudici, però, le avevano concesso i domiciliari, perché madre di figli di età inferiore ai 10 anni. Aveva anche il permesso di svolgere attività lavorativa, nella mensa dei poveri della Fondazione Santi Medici di Bitonto.
Un'attività «non solo aveva consentito alla stessa una iniziale autosufficienza economica, ma soprattutto l'avvio di un serio riscatto sociale», spiega il difensore. Nel gennaio scorso, a seguito di una lite condominiale che le è costata le accuse di minacce, lesioni e danneggiamento, alla donna è stata aggravata la misura e dal 25 marzo è in carcere a Trani. Due giorni dopo anche al figlio 19enne, nei confronti del quale pende un processo per droga, è tornato in carcere a Bari.
Il Comune di Bitonto si è subito adoperato per dare sostegno ai tre ragazzi minorenni, non potendoli ospitare nei centri diurni della città, chiusi per l'emergenza Coronavirus, come sono chiuse le scuole, fornendo loro cibo e assistenza.