Giunta regionale, confermate le indiscrezioni
Emiliano tiene il posto ai 5 Stelle, chance per la dem Ciliento in caso di rifiuto dei pentastellati. Dure critiche da Fitto: «Avvio imbarazzante»
venerdì 20 novembre 2020
Tutto come previsto. Nessuna sorpresa in merito alla composizione dell'esecutivo e all'assegnazione delle competenze; nessuna novità rispetto alla possibilità di un ingresso del Movimento 5 Stelle nella compagine di maggioranza e in Giunta; nessuno sconto da parte dell'opposizione di centrodestra, la cui lettura dei fatti è fortemente critica.
Michele Emiliano ha nominato nove assessori: sette uomini e due donne. Una terza, confida il presidente della Regione Puglia, potrebbe essere espressa dal gruppo consiliare pentastellato (il nome che circola è quello della foggiana Rosa Barone). In fondo, è la ragione per cui l'ex Sindaco di Bari ha deciso di avocare a sé, per il momento, la delicata delega al welfare offerta a quelli che spera di poter presto ritenere vecchi avversari e nuovi partner di governo.
Confermate tutte le indiscrezioni: Piemontese vicepresidente e assessore al bilancio, Leo alla scuola e alla formazione professionale, Delli Noci allo sviluppo economico, Bray alla cultura, Maraschio all'ambiente, Maurodinoia ai trasporti, Stea al personale oltre ai già nominati Lopalco (alla sanità) e Pentassuglia (all'agricoltura).
«Com'è noto, otto su dieci assessori devono essere scelti tra i consiglieri eletti. Il presidente ha facoltà di nominare solo due esterni. La scelta è stata quella di nominare Anna Grazia Maraschio, avvocato con pluriennale esperienza nel campo penale, in particolare dei reati contro la PA ed in materia ambientale. Componente del consiglio dell'ordine degli avvocati di Lecce per un lungo periodo nel corso del quale ha ricoperto anche la carica di vicepresidente. Consigliera di parità della Regione Puglia dal 2018. E Massimo Bray, una delle principali personalità del panorama culturale italiano che porterà la sua esperienza e sensibilità in un settore per noi di fondamentale rilievo. Già ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Bray è direttore generale dell'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani. A lui intendo affidare anche il coordinamento dei progetti inerenti il Next Generation europeo» ha aggiunto.
Sulla stessa lunghezza onda il consigliere regionale Ignazio Zullo: «Siamo fortemente preoccupati per la delega assessorile al welfare che il presidente Michele Emiliano ha tenuto per sé. Nella passata legislatura tenne quelle alla sanità e quella all'agricoltura, i due settori che hanno subito più danni negli ultimi anni… Ora non vorremmo la stessa sorte per un assessorato che dovrebbero migliorare l'esistenza di chi vive il proprio quotidiano con un handicap, ovvero uno svantaggio rispetto agli altri» ha dichiarato l'esponente di Fratelli d'Italia.
«Oggi ci tocca vivere una stagione in cui il Covid ha reso più fragili i fragili e più poveri e i poveri e un assessorato che si occupa di tutto questo è chiamato a dare risposte immediate, mentre a distanza di due mesi dalle elezioni e con un ritardo inaudito oggi ci ritroviamo con una Giunta dove manca proprio l'assessore che dovrebbe lavorare più degli altri: ma è evidente che per il presidente Michele Emiliano tutto questo è secondario. Per Emiliano è più importante che la Puglia diventi un "laboratorio" per cui i disabili, i disadattati, i poveri sono elementi marginali nell'alchimia delle strategie politiche tese a creare un asse Bari-Roma in vista di ben altre elezioni».
L'ex leghista Andrea Caroppo, eletto con La Puglia domani e in procinto di passare nel partito di Giorgia Meloni secondo i meglio informati, ha sottolineato «l'eccessivo spacchettamento delle deleghe sulle attività produttive. All'assessore Delli Noci sono andate sviluppo economico, competitività, commercio estero, ricerca industriale e innovazione; all'assessore Bray tutela e sviluppo delle imprese culturali e turistiche; all'assessore Pentassuglia l'industria agroalimentare; all'assessore Maraschio il rischio industriale. È evidente che così non funziona e non può funzionare» ha dichiarato, definendo quanto accaduto «anacronistico e inopportuno».
«Tuttavia, abbiamo il dovere di sottolineare che all'interno del nuovo esecutivo non trova cittadinanza il progetto della lista Senso Civico–Un nuovo Ulivo per la Puglia e di esperienze interne come Articolo Uno, nonostante l'apporto politico di questi ultimi anni e il contributo decisivo in campagna elettorale per far vincere il centrosinistra. Sinceramente non si comprende la volontà di escludere un pezzo importante della coalizione di centrosinistra pugliese, impoverendo di fatto la compagine di governo regionale di idee, competenze, radicamento territoriale e passione politica. Sfugge la motivazione per cui il Presidente Emiliano abbia deciso di produrre una ferita nello schieramento progressista, ma soprattutto dovrà spiegarlo ai 70mila cittadini pugliesi privi di alcuna rappresentanza nonostante il superamento dello sbarramento del 4 per cento».
Michele Emiliano ha nominato nove assessori: sette uomini e due donne. Una terza, confida il presidente della Regione Puglia, potrebbe essere espressa dal gruppo consiliare pentastellato (il nome che circola è quello della foggiana Rosa Barone). In fondo, è la ragione per cui l'ex Sindaco di Bari ha deciso di avocare a sé, per il momento, la delicata delega al welfare offerta a quelli che spera di poter presto ritenere vecchi avversari e nuovi partner di governo.
Confermate tutte le indiscrezioni: Piemontese vicepresidente e assessore al bilancio, Leo alla scuola e alla formazione professionale, Delli Noci allo sviluppo economico, Bray alla cultura, Maraschio all'ambiente, Maurodinoia ai trasporti, Stea al personale oltre ai già nominati Lopalco (alla sanità) e Pentassuglia (all'agricoltura).
Capone verso la presidenza del consiglio regionale
«La nuova Giunta tiene conto in maniera equilibrata delle varie componenti della maggioranza in consiglio regionale, puntando a valorizzare competenza ed esperienza in relazione alle deleghe assegnate» ha spiegato Emiliano, che continuerà a occuparsi in prima persona di Protezione Civile. «Siamo impegnati con le forze politiche per far sì che l'assemblea legislativa sia guidata per la prima volta da una donna» ha sottolineato, rassicurando perciò Loredana Capone sull'elezione a presidente del consiglio regionale.«Com'è noto, otto su dieci assessori devono essere scelti tra i consiglieri eletti. Il presidente ha facoltà di nominare solo due esterni. La scelta è stata quella di nominare Anna Grazia Maraschio, avvocato con pluriennale esperienza nel campo penale, in particolare dei reati contro la PA ed in materia ambientale. Componente del consiglio dell'ordine degli avvocati di Lecce per un lungo periodo nel corso del quale ha ricoperto anche la carica di vicepresidente. Consigliera di parità della Regione Puglia dal 2018. E Massimo Bray, una delle principali personalità del panorama culturale italiano che porterà la sua esperienza e sensibilità in un settore per noi di fondamentale rilievo. Già ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Bray è direttore generale dell'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani. A lui intendo affidare anche il coordinamento dei progetti inerenti il Next Generation europeo» ha aggiunto.
L'incognita 5 Stelle e le chances di Debora Ciliento
Sulla decima casella il presidente ha puntualizzato: «Intendo aspettare l'esito del dibattito interno al Movimento 5 Stelle per capire se sarà possibile avviare un percorso comune con questa forza politica a cominciare dal welfare, che rappresenta un terreno con molte convergenze di programma. In ogni caso, questa delega sarà attribuita a una consigliera regionale». Un passaggio politico tutt'altro che trascurabile, in quanto questa eventualità rimetterebbe in gioco anche la dem Debora Ciliento, di certo non un pesce fuor d'acqua considerate le sue spiccate competenze in materia di sociale e welfare. E una caratterizzazione geografica che potrebbe favorirla, visto che finora la Bat non esprime alcun assessore. Silenzio tattico piuttosto prevedibile, intanto, dal Movimento 5 Stelle.Le critiche di Fitto, Zullo e Caroppo dall'opposizione
«Un avvio di legislatura regionale imbarazzante». Raffaele Fitto, candidato alla presidenza per il centrodestra, è andato giù pesante: «Giorni e giorni persi in trattative politiche, giochi di palazzo, e mercato delle poltrone (ancora aperto coi 5 stelle). Tutto questo mentre è in scena uno scaricabarile fra Conte ed Emiliano sul colore rosso o arancione a chiazze rosse della Puglia e soprattutto mentre i pugliesi vivono uno dei momenti più drammatici della loro storia e la nostra sanità va a rotoli» ha affermato l'europarlamentare salentino.Sulla stessa lunghezza onda il consigliere regionale Ignazio Zullo: «Siamo fortemente preoccupati per la delega assessorile al welfare che il presidente Michele Emiliano ha tenuto per sé. Nella passata legislatura tenne quelle alla sanità e quella all'agricoltura, i due settori che hanno subito più danni negli ultimi anni… Ora non vorremmo la stessa sorte per un assessorato che dovrebbero migliorare l'esistenza di chi vive il proprio quotidiano con un handicap, ovvero uno svantaggio rispetto agli altri» ha dichiarato l'esponente di Fratelli d'Italia.
«Oggi ci tocca vivere una stagione in cui il Covid ha reso più fragili i fragili e più poveri e i poveri e un assessorato che si occupa di tutto questo è chiamato a dare risposte immediate, mentre a distanza di due mesi dalle elezioni e con un ritardo inaudito oggi ci ritroviamo con una Giunta dove manca proprio l'assessore che dovrebbe lavorare più degli altri: ma è evidente che per il presidente Michele Emiliano tutto questo è secondario. Per Emiliano è più importante che la Puglia diventi un "laboratorio" per cui i disabili, i disadattati, i poveri sono elementi marginali nell'alchimia delle strategie politiche tese a creare un asse Bari-Roma in vista di ben altre elezioni».
L'ex leghista Andrea Caroppo, eletto con La Puglia domani e in procinto di passare nel partito di Giorgia Meloni secondo i meglio informati, ha sottolineato «l'eccessivo spacchettamento delle deleghe sulle attività produttive. All'assessore Delli Noci sono andate sviluppo economico, competitività, commercio estero, ricerca industriale e innovazione; all'assessore Bray tutela e sviluppo delle imprese culturali e turistiche; all'assessore Pentassuglia l'industria agroalimentare; all'assessore Maraschio il rischio industriale. È evidente che così non funziona e non può funzionare» ha dichiarato, definendo quanto accaduto «anacronistico e inopportuno».
Senso Civico non ci sta: «Emiliano produce una ferita nello schieramento progressista»
C'è chi non l'ha presa bene nel centrosinistra. È il caso di Senso civico-Articolo uno, il movimento che ha presentato la lista in cui è stato candidato fra gli altri il notaio andriese Sabino Zinni, consigliere regionale uscente non riconfermato. «Finalmente nasce la nuova giunta Emiliano in Puglia. Facciamo i migliori auguri a tutti i nuovi assessori scelti. Siamo certi che lavoreranno con impegno per continuare una stagione di riforme e cambiamento» è quanto riportato in una nota.«Tuttavia, abbiamo il dovere di sottolineare che all'interno del nuovo esecutivo non trova cittadinanza il progetto della lista Senso Civico–Un nuovo Ulivo per la Puglia e di esperienze interne come Articolo Uno, nonostante l'apporto politico di questi ultimi anni e il contributo decisivo in campagna elettorale per far vincere il centrosinistra. Sinceramente non si comprende la volontà di escludere un pezzo importante della coalizione di centrosinistra pugliese, impoverendo di fatto la compagine di governo regionale di idee, competenze, radicamento territoriale e passione politica. Sfugge la motivazione per cui il Presidente Emiliano abbia deciso di produrre una ferita nello schieramento progressista, ma soprattutto dovrà spiegarlo ai 70mila cittadini pugliesi privi di alcuna rappresentanza nonostante il superamento dello sbarramento del 4 per cento».