Guerra fra clan a Bitonto, 9 condanne definitive: dai 20 ai 2 anni di carcere
Carabinieri e Polizia hanno eseguito 9 ordini di carcerazione per la faida del 2015 e l'omicidio dell'anziana Tarantino
sabato 26 febbraio 2022
10.00
Condanne definitive (dai 20 ai 2 anni di carcere) per nove persone di Bitonto, nei cui confronti i Carabinieri e la Polizia di Stato hanno eseguito altrettanti ordini di carcerazione dopo la sentenza della Corte d'Appello di Bari. Quattro riguardano la faida del 2015, cinque le fasi processuali connesse all'omicidio Tarantino.
Gli uomini e le donne della Questura di Bari e del Comando Provinciale dei Carabinieri di Bari, nei giorni scorsi, hanno eseguito 9 provvedimenti di esecuzione di pene concorrenti con contestuali ordini di carcerazione, emessi dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Bari - Ufficio Esecuzioni Penali, a carico di altrettante persone colpite da sentenze definitive di condanna, per vari reati commessi durante il periodo in cui la città di Bitonto è stata protagonista di cruenti scontri tra clan rivali che, da anni, si contendono il controllo del territorio per lo spaccio di sostanze stupefacenti.
Quattro dei provvedimenti attengono ai primi contrasti sviluppatisi all'interno della criminalità bitontina nel corso dell'estate e dell'autunno 2015, allorquando si registrarono in città varie sparatorie, tendenti ad eliminare i vertici dell'opposta organizzazione. Si era da poco concretizzata la scissione all'interno del gruppo Conte con il conseguenziale passaggio di taluni elementi nelle fila dell'avverso gruppo Dicataldo.
Il botta e risposta tra i due gruppi criminali ebbe il suo culmine nella serata del 18 ottobre 2015, quando dei killer armati tentarono di assassinare Vito Antonio Tarullo (futuro collaboratore di giustizia), rintracciato a pochi metri dal Luna Park allestito per la festa patronale dei Santi Medici, esplodendo nei suoi confronti numerosi colpi d'arma da fuoco, scatenando il panico tra i presenti.
Ulteriori cinque provvedimenti, promanano invece dalla conclusione delle fasi processuali connesse e poi stralciate dall'originario procedimento penale inerente all'omicidio di Anna Rosa Tarantino, vittima innocente di mafia, colpita mortalmente dai proiettili vaganti il 30 dicembre 2017.
Il fatto di sangue e il ferimento di un 20enne del posto, si collocavano in un contesto più ampio di "guerra" tra i due clan, nel quale, nell'arco di poche settimane, si sono verificati numerosi fatti-reato, con azioni e ritorsioni da ambo le parti, che hanno visto impegnati, congiuntamente, in uno sforzo corale di prevenzione e repressione, i Carabinieri del Nucleo Investigativo e i poliziotti della Squadra Mobile di Bari, coordinati dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia.
In particolare, i provvedimenti documentano diversi reati registrati in quelle ore frenetiche, espressioni delle tipiche modalità del "botta e risposta", attraverso i quali i clan Conte e Cipriano cercavano di aprirsi una breccia per la conquista e la gestione delle attività illecite sul territorio di Bitonto, con riferimento principale al traffico di stupefacenti.
I due gruppi si resero protagonisti di detenzione di armi, numerose esplosioni di colpi d'arma da fuoco, minacce e di un ulteriore tentato omicidio nei confronti degli esponenti rivali, tutti reati scoperti nell'immediatezza dall'azione congiunta di Polizia di Stato e Carabinieri.
Le pene inflitte ai 9 responsabili, oscillano dai 20 anni per il tentato omicidio e la detenzione di armi, ai 2 anni per le minacce, tutti episodi aggravati dal metodo mafioso.
Gli uomini e le donne della Questura di Bari e del Comando Provinciale dei Carabinieri di Bari, nei giorni scorsi, hanno eseguito 9 provvedimenti di esecuzione di pene concorrenti con contestuali ordini di carcerazione, emessi dalla Procura Generale presso la Corte di Appello di Bari - Ufficio Esecuzioni Penali, a carico di altrettante persone colpite da sentenze definitive di condanna, per vari reati commessi durante il periodo in cui la città di Bitonto è stata protagonista di cruenti scontri tra clan rivali che, da anni, si contendono il controllo del territorio per lo spaccio di sostanze stupefacenti.
Quattro dei provvedimenti attengono ai primi contrasti sviluppatisi all'interno della criminalità bitontina nel corso dell'estate e dell'autunno 2015, allorquando si registrarono in città varie sparatorie, tendenti ad eliminare i vertici dell'opposta organizzazione. Si era da poco concretizzata la scissione all'interno del gruppo Conte con il conseguenziale passaggio di taluni elementi nelle fila dell'avverso gruppo Dicataldo.
Il botta e risposta tra i due gruppi criminali ebbe il suo culmine nella serata del 18 ottobre 2015, quando dei killer armati tentarono di assassinare Vito Antonio Tarullo (futuro collaboratore di giustizia), rintracciato a pochi metri dal Luna Park allestito per la festa patronale dei Santi Medici, esplodendo nei suoi confronti numerosi colpi d'arma da fuoco, scatenando il panico tra i presenti.
Ulteriori cinque provvedimenti, promanano invece dalla conclusione delle fasi processuali connesse e poi stralciate dall'originario procedimento penale inerente all'omicidio di Anna Rosa Tarantino, vittima innocente di mafia, colpita mortalmente dai proiettili vaganti il 30 dicembre 2017.
Il fatto di sangue e il ferimento di un 20enne del posto, si collocavano in un contesto più ampio di "guerra" tra i due clan, nel quale, nell'arco di poche settimane, si sono verificati numerosi fatti-reato, con azioni e ritorsioni da ambo le parti, che hanno visto impegnati, congiuntamente, in uno sforzo corale di prevenzione e repressione, i Carabinieri del Nucleo Investigativo e i poliziotti della Squadra Mobile di Bari, coordinati dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia.
In particolare, i provvedimenti documentano diversi reati registrati in quelle ore frenetiche, espressioni delle tipiche modalità del "botta e risposta", attraverso i quali i clan Conte e Cipriano cercavano di aprirsi una breccia per la conquista e la gestione delle attività illecite sul territorio di Bitonto, con riferimento principale al traffico di stupefacenti.
I due gruppi si resero protagonisti di detenzione di armi, numerose esplosioni di colpi d'arma da fuoco, minacce e di un ulteriore tentato omicidio nei confronti degli esponenti rivali, tutti reati scoperti nell'immediatezza dall'azione congiunta di Polizia di Stato e Carabinieri.
Le pene inflitte ai 9 responsabili, oscillano dai 20 anni per il tentato omicidio e la detenzione di armi, ai 2 anni per le minacce, tutti episodi aggravati dal metodo mafioso.
Gli arrestati
- Antuofermo Giuseppe, condannato a 7 anni di reclusione;
- Colasuonno Francesco, condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione;
- Dicataldo Salvatore, condannato a 7 anni di reclusione;
- D'Elia Alessandro, condannato a 4 anni di reclusione;
- Liso Cosimo, condannato a 20 anni di reclusione;
- Mena Rocco, condannato a 4 anni di reclusione;
- Rizzo Michele, condannato a 2 anni di reclusione;
- Ruggiero Benito, condannato a 6 anni e 10 mesi di reclusione;
- Scaringella Vittorio Christian, condannato a 4 anni di reclusione.