Guerra in Ucraina: la testimonianza di Elena residente a Bitonto
Dolore e senso di appartenenza: «Soffro per la mia gente, ma sono molto orgogliosa del mio Paese»
mercoledì 2 marzo 2022
15.45
È accaduto l'impensabile. Il 24 febbraio 2022 la Russia ha invaso l'Ucraina, rivendicandolo come un intervento a favore delle popolazioni russofone del Donbass.
Eppure la storia ci aveva promesso che l'Europa del XXI secolo non avrebbe conosciuto la brutalità dei bombardamenti, le angoscianti sirene del coprifuoco, la disperazione dei caduti. Ma l'uomo è destinato a ripetersi, perché le ambizioni, i desideri che lo posseggono sono sempre gli stessi. Le guerre, in verità, non sono mai finite e le vicende afghane, siriane, irachene lo hanno dimostrato, eppure, questa guerra che si consuma alle porte dell'est, alle porte della "nostra" Europa", la sentiamo più vicina.
Elena – nome di fantasia (ndr) – ha 30 anni, vive a Bitonto e ha deciso di parlare con BitontoViva, e di raccontare il suo punto di vista, in questi giorni di sangue e terrore, mentre i suoi cari, rimasti a Dnipro e a Kiev, lottano tutti i giorni con le conseguenze di una guerra insensata.
«Mentre parlo con te la situazione a Dnipro è calma - ci ha detto -, ma ieri la mia famiglia ha sentito tre volte l'allarme. Mia madre ha 70 anni, si è nascosta tre volte in bagno, ha le gambe doloranti e non ha il tempo per raggiungere il rifugio antiaereo in tempo. Anche mia sorella si nasconde in bagno con la sua famiglia, vive in un nuovo edificio e durante la sua costruzione, nessuno avrebbe potuto pensare che ci sarebbe stata una Guerra e che sarebbero stati necessari rifugi antiaerei», ci ha spiegato.
«Ho molti amici e colleghi in tutta l'Ucraina (Kharkiv, Odessa, Mykolaiiv, Lviv, Poltava) la situazione più difficile è a Kiev. Una mia amica ha dovuto lasciare il suo appartamento con un figlio di due anni in braccio e una valigetta, sotto i colpi dei bombardamenti e le grida dei militari. Un'altra mia amica residente nella capitale, mamma di due bambini di 2 e 5 anni, mi ha detto che non poteva credere che i suoi figli stessero dormendo su scatole di cartone nel seminterrato della loro casa».
I colpi dei mortai non risparmiano nessuno ed Elena racconta commossa la situazione della città di Volnovacha, nella regione del Donec'k «L'esercito russo ha bombardato la città per due giorni di seguito, sono stati gravemente danneggiati condomini privati, infrastrutture e un ospedale, un proiettile russo ha colpito anche la clinica perinatale. La gente era costantemente negli scantinati. Non c'è elettricità e non c'è modo di ripristinarla. La città è circondata da soldati russi, le persone sono rimaste giorni senza pane e acqua. Sono tanti i metodi utilizzati dai russi, ormai vietati dal diritto internazionale».
I beni primari scarseggiano laddove si svolgono gli eventi militari «i lavoratori dell'industria alimentare non hanno l'opportunità di andare a lavorare e, di conseguenza, ci sono problemi con il pane. A Kiev, la gente sta finendo le scorte d'acqua. A causa del gran numero di feriti da entrambe le parti, sono necessari anche kit di pronto soccorso e medicinali. I profughi di Kiev sono partiti di fretta con una piccola valigia, hanno bisogno di vestiti, cibo, alloggio, mezzi di trasporto per attraversare il confine».
Mentre Elena parla, sul suo volto si manifestano tutte le preoccupazioni: «soffro per la mia famiglia, per i miei amici e per la mia gente. Allo stesso tempo provo orgoglio per il mio Paese e per la mia gente, perché non hanno paura di combattere con il paese con il 5° esercito più grande del mondo e il secondo arsenale nucleare più grande del mondo. Vorrei che l'Europa iniziasse a considerare l'Ucraina come un partner importante e ci aiutasse in tutti i modi possibili a vincere questa guerra. Ma la cosa più importante è far capire alle generazioni future che l'arroganza di una nazione forte non deve mai prevalere si valori quali la pace, la libertà e la democrazia che abbiamo sempre desiderato per la nostra nazione».
L'Ucraina è considerata importante per l'Unione Europea, strategica per gli Stati Uniti e vitale per la Russia, che ne ha fatto la sua ossessione. Putin considera l'Ucraina come una naturale estensione del territorio russo e in qualche modo vorrebbe riportare la nazione sotto la sua influenza, tornando al 1991, anno in cui l'ucraina ha ottenuto l'indipendenza. Le radici di questa crisi sono da rintracciare nel 2014 quando il presidente ucraino filorusso Viktor Yanukovych venne rimpiazzato tramite elezioni da Petro Poroschenko, filoccidentale. «I valori più importanti degli ucraini sono la libertà e la democrazia. L'Ucraina moderna è molto lontana dal concetto di Putin legato all'ex Unione Sovietica. L'Ucraina è una nazione di persone libere. Abbiamo pagato un caro prezzo per la nostra libertà nel 2014, con la Rivoluzione della dignità, quando la nazione ucraina ha estromesso dalla presidenza il dittatore V. Yanukovich, e non vogliamo perderla come i bielorussi o i russi. E la politica russa non ha mai voluto accettare questo evento, considerandoci inferiori a loro. Vogliamo proteggere la nostra cultura, la nostra identità, il nostro diritto di esistere come Nazione».
«Le terre che compongono il moderno territorio dell'Ucraina ospitano migliaia di misteri e storie di centinaia di popoli, stati e culture. Gli storici sono stati a lungo attratti dalla scelta di metafore per descrivere questa regione. È stata chiamata le porte dell'Europa, poiché molte persone, culture, gusti e religioni sono entrate in Europa attraverso le terre ucraine. È stata anche considerata la culla di molti popoli e culture perché ucraini, polacchi, ebrei, tartari, bielorussi, rom, bulgari, greci, armeni, tedeschi e rumeni hanno vissuto e lavorato insieme per secoli» racconta Elena mentre ricostruisce le vicende storiche del suo Paese.
«In tempi recenti, dalla fine del XVII secolo all'inizio del XX secolo, le terre ucraine facevano parte di due imperi: quello austro-ungarico e quello russo. A quel tempo, gli ucraini presero parte alle guerre napoleoniche, combatterono per i diritti politici e civili, costruirono potenti corporazioni e ferrovie, aprirono palestre e ospedali, contribuirono alla scienza e alla tecnologia e svilupparono lingua e cultura sulla stessa linea di altre nazioni europee che non avevano stati propri e facevano parte di imperi. Il 20° secolo è iniziato in modo burrascoso per l'Ucraina: milioni di persone sono state gettate nel caos della prima guerra mondiale, assistendo alla caduta degli imperi secolari, l'Ucraina tentò di costruire il proprio stato-nazione tra il 1917-1921. Insieme ai polacchi, gli ucraini riuscirono a proteggere l'Europa dal comunismo e a sconfiggere le truppe bolsceviche russe vicino a Varsavia. La Polonia ha resistito, mentre l'Ucraina è stata riconquistata dai suoi vicini. Fino al 1991, gli ucraini vivevano sotto il potere del regime totalitario come parte costitutiva dell'URSS comunista. È stato un momento difficile con terribili tragedie e sfide, ma che si è concluso con una spinta coraggiosa e indipendentistica. Abbiamo il diritto di esistere».
Per coloro che volessero aiutare i profughi ucraini:
Presidente dell'Associazione Italo Ucraina di Puglia e Basilicata Olena Vernygora: +393459177411
Ministero della Salute e della Croce Rossa per supportare gli ospedali:
IBAN: UA983510050000026004271658800
JOINT STOCK COMPANY "UKRBSIBBANK"
SWIFT code: KHABUA2K
BANCA INTERMEDIARIA: BNP PARIBAS SA
SWIFT- code: BNPAFRPP
Eppure la storia ci aveva promesso che l'Europa del XXI secolo non avrebbe conosciuto la brutalità dei bombardamenti, le angoscianti sirene del coprifuoco, la disperazione dei caduti. Ma l'uomo è destinato a ripetersi, perché le ambizioni, i desideri che lo posseggono sono sempre gli stessi. Le guerre, in verità, non sono mai finite e le vicende afghane, siriane, irachene lo hanno dimostrato, eppure, questa guerra che si consuma alle porte dell'est, alle porte della "nostra" Europa", la sentiamo più vicina.
Elena – nome di fantasia (ndr) – ha 30 anni, vive a Bitonto e ha deciso di parlare con BitontoViva, e di raccontare il suo punto di vista, in questi giorni di sangue e terrore, mentre i suoi cari, rimasti a Dnipro e a Kiev, lottano tutti i giorni con le conseguenze di una guerra insensata.
«Mentre parlo con te la situazione a Dnipro è calma - ci ha detto -, ma ieri la mia famiglia ha sentito tre volte l'allarme. Mia madre ha 70 anni, si è nascosta tre volte in bagno, ha le gambe doloranti e non ha il tempo per raggiungere il rifugio antiaereo in tempo. Anche mia sorella si nasconde in bagno con la sua famiglia, vive in un nuovo edificio e durante la sua costruzione, nessuno avrebbe potuto pensare che ci sarebbe stata una Guerra e che sarebbero stati necessari rifugi antiaerei», ci ha spiegato.
«Ho molti amici e colleghi in tutta l'Ucraina (Kharkiv, Odessa, Mykolaiiv, Lviv, Poltava) la situazione più difficile è a Kiev. Una mia amica ha dovuto lasciare il suo appartamento con un figlio di due anni in braccio e una valigetta, sotto i colpi dei bombardamenti e le grida dei militari. Un'altra mia amica residente nella capitale, mamma di due bambini di 2 e 5 anni, mi ha detto che non poteva credere che i suoi figli stessero dormendo su scatole di cartone nel seminterrato della loro casa».
I colpi dei mortai non risparmiano nessuno ed Elena racconta commossa la situazione della città di Volnovacha, nella regione del Donec'k «L'esercito russo ha bombardato la città per due giorni di seguito, sono stati gravemente danneggiati condomini privati, infrastrutture e un ospedale, un proiettile russo ha colpito anche la clinica perinatale. La gente era costantemente negli scantinati. Non c'è elettricità e non c'è modo di ripristinarla. La città è circondata da soldati russi, le persone sono rimaste giorni senza pane e acqua. Sono tanti i metodi utilizzati dai russi, ormai vietati dal diritto internazionale».
I beni primari scarseggiano laddove si svolgono gli eventi militari «i lavoratori dell'industria alimentare non hanno l'opportunità di andare a lavorare e, di conseguenza, ci sono problemi con il pane. A Kiev, la gente sta finendo le scorte d'acqua. A causa del gran numero di feriti da entrambe le parti, sono necessari anche kit di pronto soccorso e medicinali. I profughi di Kiev sono partiti di fretta con una piccola valigia, hanno bisogno di vestiti, cibo, alloggio, mezzi di trasporto per attraversare il confine».
Mentre Elena parla, sul suo volto si manifestano tutte le preoccupazioni: «soffro per la mia famiglia, per i miei amici e per la mia gente. Allo stesso tempo provo orgoglio per il mio Paese e per la mia gente, perché non hanno paura di combattere con il paese con il 5° esercito più grande del mondo e il secondo arsenale nucleare più grande del mondo. Vorrei che l'Europa iniziasse a considerare l'Ucraina come un partner importante e ci aiutasse in tutti i modi possibili a vincere questa guerra. Ma la cosa più importante è far capire alle generazioni future che l'arroganza di una nazione forte non deve mai prevalere si valori quali la pace, la libertà e la democrazia che abbiamo sempre desiderato per la nostra nazione».
L'Ucraina è considerata importante per l'Unione Europea, strategica per gli Stati Uniti e vitale per la Russia, che ne ha fatto la sua ossessione. Putin considera l'Ucraina come una naturale estensione del territorio russo e in qualche modo vorrebbe riportare la nazione sotto la sua influenza, tornando al 1991, anno in cui l'ucraina ha ottenuto l'indipendenza. Le radici di questa crisi sono da rintracciare nel 2014 quando il presidente ucraino filorusso Viktor Yanukovych venne rimpiazzato tramite elezioni da Petro Poroschenko, filoccidentale. «I valori più importanti degli ucraini sono la libertà e la democrazia. L'Ucraina moderna è molto lontana dal concetto di Putin legato all'ex Unione Sovietica. L'Ucraina è una nazione di persone libere. Abbiamo pagato un caro prezzo per la nostra libertà nel 2014, con la Rivoluzione della dignità, quando la nazione ucraina ha estromesso dalla presidenza il dittatore V. Yanukovich, e non vogliamo perderla come i bielorussi o i russi. E la politica russa non ha mai voluto accettare questo evento, considerandoci inferiori a loro. Vogliamo proteggere la nostra cultura, la nostra identità, il nostro diritto di esistere come Nazione».
«Le terre che compongono il moderno territorio dell'Ucraina ospitano migliaia di misteri e storie di centinaia di popoli, stati e culture. Gli storici sono stati a lungo attratti dalla scelta di metafore per descrivere questa regione. È stata chiamata le porte dell'Europa, poiché molte persone, culture, gusti e religioni sono entrate in Europa attraverso le terre ucraine. È stata anche considerata la culla di molti popoli e culture perché ucraini, polacchi, ebrei, tartari, bielorussi, rom, bulgari, greci, armeni, tedeschi e rumeni hanno vissuto e lavorato insieme per secoli» racconta Elena mentre ricostruisce le vicende storiche del suo Paese.
«In tempi recenti, dalla fine del XVII secolo all'inizio del XX secolo, le terre ucraine facevano parte di due imperi: quello austro-ungarico e quello russo. A quel tempo, gli ucraini presero parte alle guerre napoleoniche, combatterono per i diritti politici e civili, costruirono potenti corporazioni e ferrovie, aprirono palestre e ospedali, contribuirono alla scienza e alla tecnologia e svilupparono lingua e cultura sulla stessa linea di altre nazioni europee che non avevano stati propri e facevano parte di imperi. Il 20° secolo è iniziato in modo burrascoso per l'Ucraina: milioni di persone sono state gettate nel caos della prima guerra mondiale, assistendo alla caduta degli imperi secolari, l'Ucraina tentò di costruire il proprio stato-nazione tra il 1917-1921. Insieme ai polacchi, gli ucraini riuscirono a proteggere l'Europa dal comunismo e a sconfiggere le truppe bolsceviche russe vicino a Varsavia. La Polonia ha resistito, mentre l'Ucraina è stata riconquistata dai suoi vicini. Fino al 1991, gli ucraini vivevano sotto il potere del regime totalitario come parte costitutiva dell'URSS comunista. È stato un momento difficile con terribili tragedie e sfide, ma che si è concluso con una spinta coraggiosa e indipendentistica. Abbiamo il diritto di esistere».
Per coloro che volessero aiutare i profughi ucraini:
Presidente dell'Associazione Italo Ucraina di Puglia e Basilicata Olena Vernygora: +393459177411
Ministero della Salute e della Croce Rossa per supportare gli ospedali:
IBAN: UA983510050000026004271658800
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