I funerali di Anna Rosa Tarantino. Il vescovo: «Assassini, pentitevi!»
L'appello di monsignor Alberto D'Urso ai sicari perché «possano comprendere la gravità del loro comportamento»
martedì 2 gennaio 2018
22.25
«Mai ci arrenderemo davanti alla follia della violenza che stronca la gioia della vita e che qui ha immolato una vittima innocente». Lo ha detto monsignor Alberto D'Urso nell'omelia durante i funerali, a Bitonto, della 84enne Anna Rosa Tarantino, uccisa per errore durante un agguato.
Nella preghiera dei fedeli, dopo l'omelia, dalla Cattedrale di Bitonto è stato lanciato anche un appello agli assassini, perché «possano comprendere la gravità del loro comportamento, pentirsi e dimostrarlo con gesti concreti».
«Dopo quanto è successo - ha detto monsignor D'Urso - non possiamo starcene in pace. È necessario reagire promuovendo l'economia della pace contro l'economia inumana delle cosche, che offende la libertà di chi lavora onestamente come aveva fatto nella sua vita Anna Rosa».
«La violenza non deve farla da padrona, non può essere strumento di giustizia. La comunità di Bitonto - ha proseguito - è stata umiliata da questa tragica esperienza, ma ora le coscienze devono essere scosse, a partire da chi ha responsabilità istituzionali e sociali».
Monsignor D'Urso ha lanciato quindi un appello «alle agenzie educative, prima fra tutte la famiglia» auspicando che «nel sangue innocente ci sia il seme dell'amore e del cammino che ripudia la violenza e l'odio».
Nella preghiera dei fedeli, dopo l'omelia, dalla Cattedrale di Bitonto è stato lanciato anche un appello agli assassini, perché «possano comprendere la gravità del loro comportamento, pentirsi e dimostrarlo con gesti concreti».
«Dopo quanto è successo - ha detto monsignor D'Urso - non possiamo starcene in pace. È necessario reagire promuovendo l'economia della pace contro l'economia inumana delle cosche, che offende la libertà di chi lavora onestamente come aveva fatto nella sua vita Anna Rosa».
«La violenza non deve farla da padrona, non può essere strumento di giustizia. La comunità di Bitonto - ha proseguito - è stata umiliata da questa tragica esperienza, ma ora le coscienze devono essere scosse, a partire da chi ha responsabilità istituzionali e sociali».
Monsignor D'Urso ha lanciato quindi un appello «alle agenzie educative, prima fra tutte la famiglia» auspicando che «nel sangue innocente ci sia il seme dell'amore e del cammino che ripudia la violenza e l'odio».