I mastelli della differenziata? A Bitonto finiscono nel Tifris. Insieme all'amianto

Nel luogo in cui dovrebbero partire i grandi cambiamenti della Bitonto 2020 una discarica di rifiuti resiste da decenni

martedì 25 febbraio 2020 7.29
A cura di Vito Schiraldi
Dovrebbe essere il fulcro vitale rispetto alle grandi novità, soprattutto strutturali, legate alla "Bitonto 2020", il progetto dell'amministrazione Abbaticchio con cui sarà rivoluzionata una parte considerevole del centro storico, ma, al momento, è solo la testimonianza della distanza tra questi importanti cambiamenti e una larga fetta della popolazione locale. Si tratta della discarica a cielo aperto che alcuni residenti del centro storico di Bitonto continuano ad alimentare da tempo immemore, impuniti, accanto al vecchio Macello, lanciando da via Solferino nel letto del torrente Tifris ogni tipo di rifiuto.

Un atteggiamento, in ogni caso, di grande scrupolo nei confronti dei concittadini visto che giù nella lama finiscono tutti quei rifiuti che abbandonare accanto al cassonetto - come quotidianamente fanno con il bidone posto al di sotto della scesa di via Sant'Andrea o con quello della Chiesa di Santa Rita - sarebbe esagerato. Come i rifiuti pericolosi, perfino l'amianto, fatto volare giù da via Solferino perchè, probabilmente, accanto al cassonetto sarebbe stato troppo vicino alle proprie abitazioni. Un cassonetto che, in realtà, merita un approfondimento. Inutile infatti chiedere all'Asv, la partecipata del Comune che gestisce il ciclo dei rifiuti in città, di sostituire il bidone senza coperchio con uno dotato di copertura: nel giro di poche ore, solerti residenti circondano l'obiettivo e lo riducono come il precedente. Perchè avere un coperchio che tiene al riparo da sole, acqua e vento il contenuto maleodorante può servire, ma vuoi mettere la comodità di lanciare l'immondizia direttamente da via Sant'Andrea senza scendere su via Solferino?

La situazione della discarica accanto al vecchio macello, al di là di tutto, assume anche i caratteri di nobiltà della rivolta sociale visto che qualcuno, evidentemente insofferente al regime imposto, ha deciso di lanciare da via Solferino, coraggiosamente e in segno di protesta, anche i mastelli destinati alla differenziata.
Come dire: "Voi volete imporci la raccolta differenziata e una gestione del ciclo dei rifiuti più rispettosa dell'ambiente che lasceremo ai nostri figli? E noi i mastelli ve li lanciamo nel Tifris. Insieme all'immondizia".