"I racconti dell'ulivo": nell'omaggio ad Enzo Morelli diversi autori di Bitonto
Il trecentesimo volume del catalogo Secop Edizioni esalta l'amore per la nostra terra
venerdì 21 maggio 2021
15.13
Edito in occasione della Giornata per la Terra, "I racconti di ulivo" è il 300° volume del catalogo di Secop Edizioni: un omaggio – quasi un Oscar alla carriera – all'artista Enzo Morelli che ha fatto dell'ulivo il tratto distintivo della sua arte visiva. Alla pubblicazione delle sue opere si aggiunge un ricco apparato di testi di autori vari che commentano i suoi quadri ma spaziano anche attraverso la letteratura, il racconto, la poesia, i temi impegnati della salvaguardia dell'ambiente.
Così l'ulivo, quale simbolo identificativo della Puglia, diventa, in questa pubblicazione, il trait d'union tra arte, amore per la bellezza, tutela del paesaggio, letteratura, "pugliesità".
Se l'impatto dell'immagine visiva delle opere di Morelli attira l'attenzione del lettore e lo incanta esteticamente, i racconti degli autori che intervallano le immagini (o sono le immagini che intervallano i testi?) ne suscitano le riflessioni.
Leggendo i capitoli di autorevoli e profondi scrittori e giornalisti per lo più della zona del barese - Ada Campione, Lucia Anelli, Francesco Paolo Del Re nei testi introduttivi e poi Carlo Alberto Augieri, Pierfranco Bruni, Luca De Ceglia, Angela De Leo, Giuseppe Dimiccoli, Giovanni Dotoli, Piero Fabris, Zaccaria Gallo, Antonio V. Gelormini, Valentino Losito, Annamaria Monterisi, Antonio Moschetta, Marino Pagano, Nicola Pice, Agostino Picicco, Gerardo Placido, Anna Santoliquido, Mario Sicolo, Enrica Simonetti – si nota che l'ulivo rappresenta la feritoia dalla quale è possibile osservare e considerare il nostro mondo.
Si parte dalla memoria della semplicità e dell'armonia della civiltà contadina, che ha avuto nell'ulivo il suo nume tutelare, per arrivare a individuare i pericoli dell'oggi (dal furto delle piante per essere portate in ville fuori regione, alla Xylella fastidiosa e ai suoi nefasti effetti).
Sono altresì proposte le icone letterarie tipiche di questo albero che lo hanno caratterizzato dall'antichità: ad esempio la longevità ("Gli ulivi si piantano per i figli... e per i figli dei figli" ha scritto Ada Campione), oppure la colomba biblica che - a testimonianza della fine del diluvio - portò a Noè proprio un ramoscello d'ulivo, simbolo di pacificazione, o la passione di Gesù che inizia nell'orto degli ulivi, luogo di solitudine, sofferenza e amarezza.
E ancora troviamo l'ulivo protettivo con gli animaletti che custodisce tra le fronde e negli incavi e che gli fanno compagnia, l'ulivo collegato a segreti e misteri di antiche storie di cavalieri e dame, re e regine, castelli fatati e notti stellate. E oggi nel paesaggio agreste eccolo accanto a muretti a secco, riparo per le merende frugali dei contadini durante il lavoro, che utilizzano come condimento proprio il frutto dell'albero, sapientemente aromatizzato con le spezie della nostra terra.
Attraverso il libro di Enzo Morelli, l'ulivo continua a parlare, con la sua storia e la sua presenza, continuando ad offrire ombra e riparo, e ad essere il simbolo di una terra che chiede ancora di essere amata e rispettata.
Così l'ulivo, quale simbolo identificativo della Puglia, diventa, in questa pubblicazione, il trait d'union tra arte, amore per la bellezza, tutela del paesaggio, letteratura, "pugliesità".
Se l'impatto dell'immagine visiva delle opere di Morelli attira l'attenzione del lettore e lo incanta esteticamente, i racconti degli autori che intervallano le immagini (o sono le immagini che intervallano i testi?) ne suscitano le riflessioni.
Leggendo i capitoli di autorevoli e profondi scrittori e giornalisti per lo più della zona del barese - Ada Campione, Lucia Anelli, Francesco Paolo Del Re nei testi introduttivi e poi Carlo Alberto Augieri, Pierfranco Bruni, Luca De Ceglia, Angela De Leo, Giuseppe Dimiccoli, Giovanni Dotoli, Piero Fabris, Zaccaria Gallo, Antonio V. Gelormini, Valentino Losito, Annamaria Monterisi, Antonio Moschetta, Marino Pagano, Nicola Pice, Agostino Picicco, Gerardo Placido, Anna Santoliquido, Mario Sicolo, Enrica Simonetti – si nota che l'ulivo rappresenta la feritoia dalla quale è possibile osservare e considerare il nostro mondo.
Si parte dalla memoria della semplicità e dell'armonia della civiltà contadina, che ha avuto nell'ulivo il suo nume tutelare, per arrivare a individuare i pericoli dell'oggi (dal furto delle piante per essere portate in ville fuori regione, alla Xylella fastidiosa e ai suoi nefasti effetti).
Sono altresì proposte le icone letterarie tipiche di questo albero che lo hanno caratterizzato dall'antichità: ad esempio la longevità ("Gli ulivi si piantano per i figli... e per i figli dei figli" ha scritto Ada Campione), oppure la colomba biblica che - a testimonianza della fine del diluvio - portò a Noè proprio un ramoscello d'ulivo, simbolo di pacificazione, o la passione di Gesù che inizia nell'orto degli ulivi, luogo di solitudine, sofferenza e amarezza.
E ancora troviamo l'ulivo protettivo con gli animaletti che custodisce tra le fronde e negli incavi e che gli fanno compagnia, l'ulivo collegato a segreti e misteri di antiche storie di cavalieri e dame, re e regine, castelli fatati e notti stellate. E oggi nel paesaggio agreste eccolo accanto a muretti a secco, riparo per le merende frugali dei contadini durante il lavoro, che utilizzano come condimento proprio il frutto dell'albero, sapientemente aromatizzato con le spezie della nostra terra.
Attraverso il libro di Enzo Morelli, l'ulivo continua a parlare, con la sua storia e la sua presenza, continuando ad offrire ombra e riparo, e ad essere il simbolo di una terra che chiede ancora di essere amata e rispettata.