Il bitontino Filippo Palmieri ottiene il rilascio di due giornalisti arrestati a Dubai

Erano stati fermati dalla polizia mentre realizzavano un servizio per la trasmissione 'Non è l'Arena', su La7

martedì 30 gennaio 2018 9.07
Sono stati arrestati dalla polizia mentre stavano lavorando a un servizio giornalistico realizzato negli Emirati Arabi, ma grazie all'intervento dell'avvocato bitontino Filippo Palmieri e del suo staff, hanno potuto lasciare Dubai e tornare ad abbracciare i propri cari. Si tratta del giornalista Daniele Bonistalli e del suo cameraman, fermati dalle forze dell'ordine degli emiratine con l'accusa di stalking. I due stavano pedinando Giancarlo Tulliani, cognato dell'ex presidente della Camera, Gianfranco Fini, e la sua fidanzata, Federica Papadia. Proprio la chiamata della donna ha allertato la polizia che ha fatto arrestare la coppia di giornalisti. Bonistalli è andato a Dubai con il cameraman per rintracciare Tulliani per conto dell'Arena, dal momento che il fratello di Elisabetta (la compagna dell'ex presidente della Camera Gianfranco Fini) risulta irreperibile per la giustizia italiana. Lo è dal 20 marzo 2017, da quando è stato impossibile eseguire un mandato di arresto emesso a suo carico il 20 marzo 2017.
L'arresto ha però interrotto la ricerca e costretto la Freemantle Media Italia, che produce il programma, a ingaggiare lo studio Curtis Mallet – Prevost Colt & Mosle in cui lavora l'avvocato bitontino. I due giornalisti, fermati a Dubai il 9 gennaio e rilasciati il 14 gennaio, sono riusciti a ritornare in Italia, a bordo di un volo Alitalia, all'alba del giorno seguente.
«Nel corso degli accertamenti condotti dalla polizia giudiziaria emiratina – spiegano i cronisti - lo Studio Curtis, in stretto coordinamento con le Autorità Consolari, ha istituito una task force tra gli uffici italiani, l'ufficio di Dubai e lo studio Mahmood Hussain, sotto la guida del general counsel di FremantleMedia Italia, l'avvocato Dario Morelli. Il team di Curtis è stato coordinato dal partner Filippo Palmieri, coadiuvato dai colleghi di Dubai e dall'associate Giuseppe Calamo».