Il bitontino Vito Carlo Castellana nuovo coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti
L’assemblea si è svolta l’ottobre scorso a Salerno
mercoledì 4 dicembre 2024
Lo scorso venerdì 4 ottobre 2024, nel corso di un'assemblea nazionale svoltasi a Salerno, il docente bitontino Vito Carlo Castellana è stato eletto nuovo coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. Castellana, residente da anni a Terlizzi, è stato eletto con una larghissima maggioranza, ovvero l'80% dei voti.
La sua carriera è iniziata da insegnante nel 2003 e, dopo alcuni anni di precariato, si è avvicinato al sindacato per tutelare i propri diritti. Entrato di ruolo nel 2010 un anno dopo, assume la direzione provinciale della Gilda, un ruolo che ha ricoperto alternando l'attività sindacale con il ritorno in classe.
Nel 2016 diventa coordinatore provinciale di Bari, in un processo di rinnovo generazionale all'interno del sindacato. Quest'incarico gli permette di confrontarsi anche con le dinamiche nazionali, collaborando con la rivista "Professione docente" e con il blog "Info docenti". Nel 2021 viene riconfermato come coordinatore provinciale e, nello stesso ottobre, diventa dirigente nazionale della Gilda.
Castellana subito dopo la sua elezione ha sottolineato l'importanza di una chiara distinzione tra il sindacato e le funzioni di patronato, affermando: «Aderire alla Gilda degli Insegnanti ha una forte valenza politica ed emotiva, lontana dalle logiche di partito, con a cuore soprattutto la tutela della Professione Docente».
In uno i suoi ultimi interventi pubblici il nostro concittadino ha messo nel mirino gli episodi di violenza a scuola, sui treni e in qualsiasi luogo di aggregazione. «Non basta invocare pene più severe. Dobbiamo capire che le tradizionali agenzie educative quali erano la famiglia e gli oratori sono venute meno. Anche la scuola deve a fatica resistere a disvalori che bombardano la nostra società attraverso i social, le serie tv e il web. Pene più severe (che quasi mai vengono applicate) sono poco efficaci se non c'è prima un'opera di prevenzione. La violenza si previene con la cultura della vita, con le scuole che hanno il supporto di tutte le istituzioni, con professionisti quali psicologi ed educatori e con risorse economiche che aumentino il tempo scuola e riducano il numero di alunni per classe» , è stata la sua acuta riflessione che traccia uno spaccato del suo modello di Scuola.
La sua carriera è iniziata da insegnante nel 2003 e, dopo alcuni anni di precariato, si è avvicinato al sindacato per tutelare i propri diritti. Entrato di ruolo nel 2010 un anno dopo, assume la direzione provinciale della Gilda, un ruolo che ha ricoperto alternando l'attività sindacale con il ritorno in classe.
Nel 2016 diventa coordinatore provinciale di Bari, in un processo di rinnovo generazionale all'interno del sindacato. Quest'incarico gli permette di confrontarsi anche con le dinamiche nazionali, collaborando con la rivista "Professione docente" e con il blog "Info docenti". Nel 2021 viene riconfermato come coordinatore provinciale e, nello stesso ottobre, diventa dirigente nazionale della Gilda.
Castellana subito dopo la sua elezione ha sottolineato l'importanza di una chiara distinzione tra il sindacato e le funzioni di patronato, affermando: «Aderire alla Gilda degli Insegnanti ha una forte valenza politica ed emotiva, lontana dalle logiche di partito, con a cuore soprattutto la tutela della Professione Docente».
In uno i suoi ultimi interventi pubblici il nostro concittadino ha messo nel mirino gli episodi di violenza a scuola, sui treni e in qualsiasi luogo di aggregazione. «Non basta invocare pene più severe. Dobbiamo capire che le tradizionali agenzie educative quali erano la famiglia e gli oratori sono venute meno. Anche la scuola deve a fatica resistere a disvalori che bombardano la nostra società attraverso i social, le serie tv e il web. Pene più severe (che quasi mai vengono applicate) sono poco efficaci se non c'è prima un'opera di prevenzione. La violenza si previene con la cultura della vita, con le scuole che hanno il supporto di tutte le istituzioni, con professionisti quali psicologi ed educatori e con risorse economiche che aumentino il tempo scuola e riducano il numero di alunni per classe» , è stata la sua acuta riflessione che traccia uno spaccato del suo modello di Scuola.