«Il clan Conte contro i Cipriano per il predominio nel territorio di Bitonto»
Lo sostiene l'Antimafia che ricorda l'operazione "“Market Drugs", conclusa dalla Polizia di Stato il 21 febbraio 2022
venerdì 14 aprile 2023
13.03
«Nel semestre in corso è emersa la contrapposizione del clan Conte con il clan Cipriano in ordine al predominio nel territorio di Bitonto con riferimento sia allo spaccio di stupefacenti, sia alle altre illecite attività, in primis le estorsioni». È quanto riportato nella relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia.
Nel documento è sottolineato che «l'operatività dei numerosi gruppi di tipo mafioso anche nella provincia barese sottende una ramificazione di intrecci criminali con i clan autorevoli del capoluogo». Inoltre «le dinamiche criminali rappresenterebbero l'immagine speculare degli assetti metropolitani e, sebbene si riscontrino lo stesso dinamismo e rivalità, talvolta in provincia i vari gruppi sarebbero in grado pure di convivere più pacificamente in ragione di una reciproca convenienza».
Il documento, inoltre, prosegue ricordando la maxi operazione "Market Drugs", conclusa dalla Polizia di Stato il 21 febbraio 2022 secondo la quale «il clan Conte avrebbe cercato di imporre, a scapito del contrapposto clan Cipriano, la propria egemonia in città aprendo una nuova piazza di spaccio nella cosiddetta zona del ponte». Le indagini avrebbero evidenziato la prosecuzione dello spaccio «in caso di arresto dei sodali che venivano sostituiti nel ruolo rispettivamente ricoperto».
Il capo indiscusso del gruppo, Domenico Conte, rinchiuso in carcere, avrebbe evidenziato ragguardevoli capacità organizzative nel «gestire una perfetta struttura criminale» in cui ciascun componente avrebbe avuto un preciso ruolo. L'organizzazione era militare: c'erano le vedette in strada, le donne che custodivano droga e denaro, i pusher che agivano nelle piazze controllate dal clan e le guardie armate sui tetti degli edifici pronti ad intervenire in caso d'incursione dei clan avversari.
Sarebbe stato proprio Conte, a cui fra l'altro sono stati sequestrati beni per un valore di 300mila euro ad «ideare un'abile tecnica commerciale per accaparrarsi la clientela, applicando una politica al ribasso dei prezzi e offrendo sostanza di elevata qualità in modo da sbaragliare la concorrenza» in una città, Bitonto, in cui la stessa Antimafia ha pure eseguito la confisca definitiva di beni, del valore di oltre 1 milione di euro, riconducibili a Emanuele Sicolo, ritenuto vicino al clan Parisi.
La relazione, se in generale rimarca «l'effervescenza criminale registrata nei primi giorni del semestre» che «riflette il dinamismo di equilibri e di assetti criminali segnati non solo da contrasti tra clan contrapposti ma anche da frizioni intraclaniche», nello specifico, su Bitonto, pone in evidenza come il clan Cipriano «uscito dalla sfera protettiva degli Strisciuglio, ha consolidato l'alleanza coi Parisi che ne hanno appoggiato le attività, contribuendo a rafforzarne il prestigio criminale».
Inoltre «non si hanno evidenze circa l'attuale operatività nel comune del gruppo Cassano-Di Cataldo, legato ai Diomede, e di quello nato da una frattura interna al clan Conte, capeggiato da un elemento affiliato al clan Strisciuglio», mentre «le varie relazioni funzionali che, per contingente interesse, si instaurano talvolta fra i sodalizi attivi nelle città pugliesi e con quelli gravitanti in provincia - si legge - rappresentano una peculiarità del vivace scenario delinquenziale» anche di Bitonto.
Dorga, ma non solo. «Altrettanto remunerative per la criminalità locale - termina la relazione del Ministero dell'Interno con riferimento alla criminalità organizzata nell'area metropolitana di Bari - risultano le attività connesse con i reati di tipo predatorio e, in particolare, le rapine ai danni di portavalori e di autotrasportatori».
Nel documento è sottolineato che «l'operatività dei numerosi gruppi di tipo mafioso anche nella provincia barese sottende una ramificazione di intrecci criminali con i clan autorevoli del capoluogo». Inoltre «le dinamiche criminali rappresenterebbero l'immagine speculare degli assetti metropolitani e, sebbene si riscontrino lo stesso dinamismo e rivalità, talvolta in provincia i vari gruppi sarebbero in grado pure di convivere più pacificamente in ragione di una reciproca convenienza».
Il documento, inoltre, prosegue ricordando la maxi operazione "Market Drugs", conclusa dalla Polizia di Stato il 21 febbraio 2022 secondo la quale «il clan Conte avrebbe cercato di imporre, a scapito del contrapposto clan Cipriano, la propria egemonia in città aprendo una nuova piazza di spaccio nella cosiddetta zona del ponte». Le indagini avrebbero evidenziato la prosecuzione dello spaccio «in caso di arresto dei sodali che venivano sostituiti nel ruolo rispettivamente ricoperto».
Il capo indiscusso del gruppo, Domenico Conte, rinchiuso in carcere, avrebbe evidenziato ragguardevoli capacità organizzative nel «gestire una perfetta struttura criminale» in cui ciascun componente avrebbe avuto un preciso ruolo. L'organizzazione era militare: c'erano le vedette in strada, le donne che custodivano droga e denaro, i pusher che agivano nelle piazze controllate dal clan e le guardie armate sui tetti degli edifici pronti ad intervenire in caso d'incursione dei clan avversari.
Sarebbe stato proprio Conte, a cui fra l'altro sono stati sequestrati beni per un valore di 300mila euro ad «ideare un'abile tecnica commerciale per accaparrarsi la clientela, applicando una politica al ribasso dei prezzi e offrendo sostanza di elevata qualità in modo da sbaragliare la concorrenza» in una città, Bitonto, in cui la stessa Antimafia ha pure eseguito la confisca definitiva di beni, del valore di oltre 1 milione di euro, riconducibili a Emanuele Sicolo, ritenuto vicino al clan Parisi.
La relazione, se in generale rimarca «l'effervescenza criminale registrata nei primi giorni del semestre» che «riflette il dinamismo di equilibri e di assetti criminali segnati non solo da contrasti tra clan contrapposti ma anche da frizioni intraclaniche», nello specifico, su Bitonto, pone in evidenza come il clan Cipriano «uscito dalla sfera protettiva degli Strisciuglio, ha consolidato l'alleanza coi Parisi che ne hanno appoggiato le attività, contribuendo a rafforzarne il prestigio criminale».
Inoltre «non si hanno evidenze circa l'attuale operatività nel comune del gruppo Cassano-Di Cataldo, legato ai Diomede, e di quello nato da una frattura interna al clan Conte, capeggiato da un elemento affiliato al clan Strisciuglio», mentre «le varie relazioni funzionali che, per contingente interesse, si instaurano talvolta fra i sodalizi attivi nelle città pugliesi e con quelli gravitanti in provincia - si legge - rappresentano una peculiarità del vivace scenario delinquenziale» anche di Bitonto.
Dorga, ma non solo. «Altrettanto remunerative per la criminalità locale - termina la relazione del Ministero dell'Interno con riferimento alla criminalità organizzata nell'area metropolitana di Bari - risultano le attività connesse con i reati di tipo predatorio e, in particolare, le rapine ai danni di portavalori e di autotrasportatori».