Il consiglio comunale di Molfetta mette in crisi la SANB anche a Bitonto

La politica molfettese rinvia l'argomento al 7 ottobre, ma i tempi si fanno sempre più stretti

martedì 1 ottobre 2019 11.24
Dopo quella di Corato, anche la politica molfettese mette in ambasce il destino della SANB, Servizi Ambientali per il Nord Barese, la società che dovrà raggruppare le aziende private e partecipate che si occupano della gestione dei rifiuti nei comuni di Bitonto, Molfetta, Corato, Ruvo di Puglia e Terlizzi. Il consiglio comunale della città costiera, infatti, ha deciso di rinviare ieri il punto sulla ricapitalizzazione della società a causa di alcuni "strappi" dentro e fuori la maggioranza del sindaco Minervini. Anche le opposizioni, infatti, che erano sempre state compatte alle forze di maggioranza su questo argomento, sembrano stiano cercando di smarcarsi dagli impegni, lasciando ogni decisione all'amministrazione comunale.

Tutto rinviato al 7 ottobre, dunque, quando la massima assise molfettese tornerà a riunirsi per decidere se ricapitalizzare la società finita in liquidazione nel 2017 a causa dei ritardi delle amministrazioni comunali, oppure no.
Una decisione che i comuni di Bitonto, Ruvo e Terlizzi hanno già preso da tempo, mentre Corato – alle prese con una crisi di governo che ha fatto concludere anticipatamente l'esperienza amministrativa di Pasquale D'Introno – e Molfetta – convinta definitivamente ad entrare nella SANB solo dal finanziamento da 900mila euro previsto – lasciano ancora in bilico il progetto.

Un progetto per il quale, almeno a Bitonto, non esistono alternative: a causa della legge regionale del 2012 il comune non può più affidare il servizio di gestione dei rifiuti all'Azienda Servizi Vari perchè al suo interno vi è una componente privata. Nè la soluzione della liquidazione della parte privata appare possibile perchè il Comune non ha abbastanza fondi a disposizione per acquistare le quote del socio privato.

Quel che è certo è che, fino a quando la situazione della SANB non sarà definita, il Comune non potrà effettuare, attraverso l'ASV, investimenti per il miglioramento della raccolta dei rifiuti, per l'ampliamento della raccolta porta a porta, per contrastare il fenomeno degli abbandoni abusivi di immondizia e rottami o per la pulizia di cassonetti e strade.
Una situazione di impasse, legata ai destini politici degli altri comuni, che influisce direttamente sulla qualità della vita di ogni bitontino.