Il Governo smantella il programma ‘ScuoleSicure’. Italia in Comune: «Sconcertante»
Gesualdo (ItC): «La sicurezza degli edifici scolastici dovrebbe essere primo intervento di un governo»
venerdì 20 luglio 2018
13.00
«Mettere in sicurezza gli edifici scolastici dovrebbe essere il primo investimento su cui operare visto che si tratta del bacino in cui si formano i cittadini del domani». Con queste parole il coordinatore regionale di Italia in Comune, il bitontino Vincenzo Gesualdo, ha commentato la decisione da parte del Governo Conte di non rinnovare il programma #ScuoleSicure.
«Non comprendiamo affatto la ratio di cancellare una struttura di missione per la riqualificazione dell'edilizia scolastica – ha detto Gesualdo - che, negli ultimi quattro anni, aveva stanziato dieci miliardi di cui oltre cinque già spesi dagli Enti territoriali, Comuni in testa, per interventi di messa in sicurezza delle scuole e la realizzazione di nuovi plessi e che aveva garantito, solo in Puglia, lo stanziamento di 56 milioni di euro per un totale di 102 interventi. Come Italia in Comune riteniamo che la scuola, al contrario, dovrebbe essere il primo investimento su cui operare visto che si tratta del bacino in cui si formano i cittadini del domani».
La neonata formazione politica rimarca, così, l'idea di fondo del movimento, «che prende le mosse proprio dalla convinzione secondo la quale un miglioramento della società e la 'ricostruzione' del Paese può essere possibile partendo proprio dagli Enti territoriali di base con un percorso 'multiscalare' che, dai Comuni, muova verso province, città metropolitane, regioni e Parlamento, con una maggiore attenzione ai primi perché, ovviamente, più sensibili al 'locale', cioè al luogo dove si manifestano le problematiche dei cittadini. Una visione ambiziosa ma "possibile", proprio grazie a quella sinergia tra Enti diversi ben sintetizzato da strumenti come il programma #Scuolesicure», come spiega proprio Gesualdo.
«Penso ai tanti Comuni piccoli e grandi d'Italia – si legge ancora nella nota del coordinatore regionale di ItC - che, dal 2014 a questa parte, grazie all'accesso ai finanziamenti messi a disposizione da quell'asse di sviluppo, sono riusciti ad avviare lavori ingenti e costosi che non avrebbero potuto portare a termine contando esclusivamente sulle stringatissime risorse comunali. Speriamo che il Governo ci ripensi o che, perlomeno, non lasci 'scoperto' questo fronte e abbia già in mente una linea di azione strategica alternativa».
«Non comprendiamo affatto la ratio di cancellare una struttura di missione per la riqualificazione dell'edilizia scolastica – ha detto Gesualdo - che, negli ultimi quattro anni, aveva stanziato dieci miliardi di cui oltre cinque già spesi dagli Enti territoriali, Comuni in testa, per interventi di messa in sicurezza delle scuole e la realizzazione di nuovi plessi e che aveva garantito, solo in Puglia, lo stanziamento di 56 milioni di euro per un totale di 102 interventi. Come Italia in Comune riteniamo che la scuola, al contrario, dovrebbe essere il primo investimento su cui operare visto che si tratta del bacino in cui si formano i cittadini del domani».
La neonata formazione politica rimarca, così, l'idea di fondo del movimento, «che prende le mosse proprio dalla convinzione secondo la quale un miglioramento della società e la 'ricostruzione' del Paese può essere possibile partendo proprio dagli Enti territoriali di base con un percorso 'multiscalare' che, dai Comuni, muova verso province, città metropolitane, regioni e Parlamento, con una maggiore attenzione ai primi perché, ovviamente, più sensibili al 'locale', cioè al luogo dove si manifestano le problematiche dei cittadini. Una visione ambiziosa ma "possibile", proprio grazie a quella sinergia tra Enti diversi ben sintetizzato da strumenti come il programma #Scuolesicure», come spiega proprio Gesualdo.
«Penso ai tanti Comuni piccoli e grandi d'Italia – si legge ancora nella nota del coordinatore regionale di ItC - che, dal 2014 a questa parte, grazie all'accesso ai finanziamenti messi a disposizione da quell'asse di sviluppo, sono riusciti ad avviare lavori ingenti e costosi che non avrebbero potuto portare a termine contando esclusivamente sulle stringatissime risorse comunali. Speriamo che il Governo ci ripensi o che, perlomeno, non lasci 'scoperto' questo fronte e abbia già in mente una linea di azione strategica alternativa».